Lettera aperta: “Saronnesi, riflettiamo sulle recenti demolizioni”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata di un saronnese che invita la città ad una riflessione sulle demolizioni recentemente realizzate in città.
Ecco il testo integrale
Tutti noi saronnesi ci saremo accorti dei recenti eventi di demolizione che hanno avuto luogo nel centro storico della nostra piccola città. Possono sembrare eventi distanti da “noi”, dall’insieme dei cittadini. Ebbene non lo sono, sono elementi caratterizzanti la vita di tutti noi, vita che si svolge all’interno della città e dell’ambiente costruito che inevitabilmente dobbiamo considerare teatro della nostra esistenza. E come tale dobbiamo averne cura.
Occorre fare un rapido excursus tra i documenti del Piano di Governo del Territorio approvato il 15/06/2013 e tuttora in vigore. Tutti i documenti che citerò sono disponibili alla consultazione da parte dei cittadini e facilmente scaricabili dal sito del comune di Saronno.
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L’immagine sulla sinistra mostra la forma del nucleo di antica formazione di Saronno sviluppatosi intorno alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, indicato con un tratteggio rosso. Mi sono preso la libertà di aggiungere due “puntine” per indicare gli edifici recentemente demoliti. Come salta subito all’occhio appartengono entrambi a questo nucleo antico. L’elaborato sulla destra aggiunge ulteriori informazioni molto interessanti: in viola sono indicati una serie di manufatti definiti come “edifici che caratterizzano l’esistente”. Possiamo notare come entrambi gli edifici recentemente demoliti rientrino in questa definizione, rispettivamente al numero 77 e 83, numeri che rimandano a schede allegate riportanti accurate descrizioni di tali corpi di fabbrica. Queste stesse schede riportano, relativamente al complesso su Piazza Aviatori d’Italia, la cosiddetta “Corte Vago” (n. 83), come questo riporti caratteristiche immediatamente riconoscibili dell’edilizia sette-ottocentesca.
Ma andiamo avanti. Il nostro PGT è dotato di un’interessante quanto approfondito documento riportante una serie di norme da rispettare nelle fasi di progettazione di interventi architettonici con particolare riferimento all’area di antica formazione. Sia che si tratti di nuovi interventi che di modificazioni dell’esistente, gli articoli delle Norme di Piano danno indicazioni precise su colorazioni, forme, trattamenti materici che gli edifici devono avere per rispettare l’immagine complessiva del centro storico e del tessuto originario.
Sempre sul sito del comune è scaricabile tutta la documentazione relativa all’adozione di piani attuativi, e tra questi, ovviamente, quelli relativi ai progetti relativi alle aree recentemente liberate dalle demolizioni. In questa sede non si vuole discutere di “cavilli” sulle volumetrie come è stato già fatto anche se per pochissimo tempo. Il problema è di ordine superiore. Come è possibile che, a valle di tutti gli elaborati del PGT comunale, delle relazioni storiche su certi edifici, di documenti che testimoniano la ricchezza storica del nucleo di antica formazione, possano venire approvati e attuati certi progetti che non solo ignorano il tessuto storico preesistente, ma lo negano ponendo in essere edifici totalmente stridenti con il contesto di inserimento sia per dimensioni che per forma e colorazione? Com’è possibile che il Comune abbia dato il nulla osta ad un progetto del genere? Non si tratta di una polemica politica (il primo progetto per l’area fu approvato dalla giunta Porro, il secondo, quello attuato, dall’attuale giunta Fagioli, ed entrambi i progetti ignoravano i criteri riportati nelle Norme di Piano), si tratta di una questione che dovrebbe toccare tutti noi cittadini. Ultimamente si parla molto di “identità” che va rispettata e protetta: questa identità è reperibile anche, e soprattutto, nell’ambiente in cui viviamo. Occorre dunque tentare di frenare questi fenomeni di distruzione irrispettosa delle nostre città e del relativo bagaglio culturale e formale.
Lascio a tutti i cittadini il compito di giudicare questo progetto che “a breve” sarà l’ingresso al centro. E’ davvero rispettoso della tradizione costruttiva di Saronno e dei suoi caratteri? Rispetta il contesto del centro storico?
Cittadino saronnese
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Commenti
Blocchiamo tutto! Blocchiamo tutto!
Sono pienamente d’accordo con l’autore dell’articolo, con Franco Casali e con alcuni degli altri commenti.
Questo progetto non tiene minimamente in conto del contesto urbano in cui si inserisce e delle preesistenze dell’area. Tantomeno non vi è alcun interesse a preservare o a cercare di rafforzare l’identità sempre più debole del luogo.
Questo progetto è il classico intervento da “palazzinari” dove l’importante è solo massimizzare le volumetrie, fregandosene del contesto.
Propongo di chiedere una verifica alla Soprintendenza e vedere quanto il progetto rispetta i vincoli dell’area e quanto invece altera l’identità del nostro centro storico.
A bloccare tutto si è sempre in tempo…
Saronno è una città schifosa, vecchia nella mentalità prima ancora che nei muri
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Vai a Uboldo da Guzzetti che ti diverti!
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Ah è vero, la capitale mondiale del cabaret…..e il biglietto è gratis……peccato duri solo ancora un anno e mezzo…
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Saronno a me piace così. Se non ti va bene c’è sempre Calcutta.
regole da rispettare
passato da rispettare per non dimenticare ma è giusto rinnovare e valorizzare
il gusto estetico del progetto approvato è soggettivo
polemica allucinante… Nel frattempo mi godo quel cesso di Palazzo Visconti ogni volta che vado al lavoro… Per due affreschi miserrimi… Vi meritate una città vecchia e fossile a vostra immagine e somiglianza.
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Premesso che Palazzo Visconti è sotto la tutela delle belle arti, lei ne ha mai visto l’interno? Non credo proprio, altrimenti non scriverebbe queste cavolate
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non è per dire…ma IlSaronno, spesso così bigotto a censurare opinioni solo un po’ pepate, lascia pubblicare commenti con questo linguaggio volgare e offensivo ai saronnesi?
Sono pienamente d’accordo con quanto scrive il cittadino autore dell’articolo, tra l’altro ben documentato ed estremamente pacato nei toni e nei contenuti. Qui non si chiede di mantenere le “catapecchie” . Da quanto leggo, si chiede – quando non sia possibile o economicamente conveniente ristrutturare gli edifici storici esistenti – in caso di nuove edificazioni nel centro storico di rispettare le caratteristiche del contesto urbano esistente, come previsto dal PGT vigente. Il nuiovo edificio non lo fa minimamente, sia per la struttura, dimensioni, altezza, uso dei materiali, ecc. Il fatto che interventi irrispettosi del contesto storico urbano siano stati fatti da passate amministrazioni, ad esempio in Corso Italia o ancor peggio in Piazza Libertà, non significa che dobbiamo continuare a farne degli altri. Altrimenti Saronno, e parlo ovviamente del centro, continuerà a perdere identità. E per cortesia, abbiate la decenza di firmare i commenti che fate, anziché nascondervi dietro l’anonimato!
E’ possibile conoscere gli oneri di urbanizzazione di questo edificio, che io trovo troppo alto e deturpante dell’equilibrio della piazza? (si poteva fare una cosa diversa, seppur moderna e al posto dei topi…)
Cioè, il costruttore, che venderà (o tenterà di…) vendere 10?15? appartamenti, e 8/10? negozi (auguri!) cosa dà al Comune, in cambio?
Lettera aperta di un addetto ai lavori che non ha il coraggio di uscire allo scoperto, comunque grazie alla prosa utilizzata facilmente individuabile
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L’addetto ai lavori indica la luna, il Forzitaglia guarda il dito.
se le case vecchie non hanno storia tanto vale abbatterle. In ogni caso ci sarà sempre qualcuno che si lamenta. Il problema di Saronno è il centro, il cso Italia, pza De Gasperi fanno pena, sporche ed imbrattate, sono ridotte in modo vergognoso.Da decenni ormai. E che dire di quel che resta della fontana in zona Santuario? sistemarla no? ma il problema quell’edificio vecchio abbattuto.
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Non l’abbiamo ancora capita; il problema non è avere abbattuto, il problema è come si ricostruisce; e qui vedo venire su uno stile completamente fuori contesto.
Era forse meglio lasciare in piedi le “CATAPECCHIE” invase da topi? Per fortuna che Saronno si sta evolvendo, togliendo tutto il vecchiume che ricorda solo i “bei tempi passati” che ormai non ci sono più. Saronno è assolutamente da svecchiare, i ricordi sono belli ma da vedere in fotografia. Gli anziani saronnesi devono capire che i tempi passano e bisogna adeguarsi, anche a me piace la zona storica, soprattutto via San Cristoforo e adiacenti, ma se le case crollano occorre metterci mano. Ben vengano i progetti di riqualificazione e ammodernamento della nostra stantia e ormai NON pià bella Saronno.
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Metterci mano non vuol dire snaturate, vuol dire essere intelligenti..
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Anche a lui “piace la zona storica, soprattutto via san Cristoforo e adiacenti” però gli va bene che anziché costruire rivisitando (ripeto:rivisitando) San Cristoforo e dintorni, anziché ispirarsi a ciò che è a misura degli uomini, si costruisca pensando a Dubai. E vai con la coerenza.
Possibile che non comprendiamo che tra lasciare case fatiscenti e costruire obbrobri pseudofuturisti in mezzo ci sono mille soluzioni intelligenti?
New York insegna.
Andiamo avanti
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basta andare a Milano senza scomodare NY
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Per Saronno usano i parametri di Milano (e New York!). Aiuto, fatemi scendere!
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Grazie per il suo articolo, sperando che serva a smuovere qualcosa!
Grazie per le belle considerazioni, che condivido pienamente.
Aggiungo ancora, come è possibile che ancora nel 2018 non si tenga in considerazione l’impatto ambientale, il consumo di suolo, la permeabilizzazione del suolo?
Non mi risulta sia stata fatta una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), e il parere della commissione paesaggio era riferito a un altro progetto.
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il consumo di suolo e la permeabilizzazione del suolo?!?!?! Ma se hanno demolito un palazzo per farne uno nuovo sullo stesso terreno che cosa volevi considerare?!?! sono entrambi uguali a prima!!!!
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si certo, la volumetria è ben la stessa. Uguali, uguali.
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Ciò che questo cittadino ha preparato si chiama servizio civile. Civile perché si occupa della città e del suo futuro, civile perché espresso senza faziosità e secondi fini. I saronnesi dovrebbero pensare un grammo meno a shopping e chiacchierate futili e guardarsi attorno, guardare cosa stanno facendo giorno per giorno alla nostra città. Chi amministra ora vuole distruggerla come chi amministrava prima, la stessa insensibilità, lo stesso disprezzo della memoria collettiva, la stessa povertà culturale. Chi verrà, usato sicuro e nuovo di zecca, farà lo stesso. La risposta è è lontana, quasi inesistente, solo una lenta, profonda, duratura presa di coscienza cittadina potrà bloccare ulteriori scempi.
Il mondo cammina con passi da gigante. Tenere un fabbricato fatiscente col rischio che cada qualche tegola in testa a passanti non mi sembra una buona soluzione. Bisogna anche considerare che i proprietari che hanno uno stabile “vecchio” che non frutta niente e che costa, possano anche considerare l’ipotesi di farlo rendere.
Tutti siamo ottimi educatori dei figli di altri, come siamo ottimi amministratori di beni altrui.
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L’architettura dei grandi sa sempre ricostruire unendo passato e futuro, ispirandosi al contesto, rispettandolo, e nello stesso tempo creando il nuovo. Siamo ancora qui, che quando si chiede di costruire tenendo d’occhio un contesto urbano di valore si risponde dicendo che amiamo le case fatiscenti. Ma siamo ancora a questo tipo di obiezioni?
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vogliamo parlare di Corso Italia?
O di Piazza Libertà?
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Bravo Cittadino Saronnese!
TUTTI i nostri politici, sia che provengano da Aziende o siano imprenditori non si rendono conto che esistono prima di tutto gli interessi dei cittadini?
Non mi dilungo tanto sono certo che questo commento NON verrà pubblicato vero SG?
secondo me è bene riattivare quelle aree di una Saronno che ormai nessuno vorrebbe più abitare, piuttosto che lasciarle fatiscenti e creare edifici che possano essere utili e funzionali. fate un salto in brianza a vedere cittadine come Seregno dove è un piacere passeggiare, si respira molta più pulizia ed ordine. Non capisco questo esagerato attaccamento al passato: piuttosto che una Saronno morta come quella di adesso, preferisco una Saronno che si evolve ma viva…
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Chissà cosa non avrebbe fatto a Venezia
Lei ha perfettamente ragione, stanno distruggendo la “nostra Saronno” e noi, che ci lamentiamo di tante cose ed eventi, lasciamo fare senza fiatare. Cosi, il nostro passato non esisterà più, del resto pare che salvarlo non serva.
La ringrazio per il suo articolo, preciso e documentato
purtroppo i “politicanti” hanno rispetto delle regole solo quando conviene a “loro” e in tal caso lo pretendono dai cittadini