Campo nomadi, Indelicato: “Nessun obbligo ma io una telefonata a Gerenzano l’avrei fatta”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del consigliere comunale Alfonso Indelicato in merito allo “sdoppiamento” del campo nomadi saronnese.
“La questione dello spostamento del “campo nomadi” di Saronno da via Deledda a via Grandi non accenna a uscire di scena. Ultimi atti sono stati l’iniziativa politica – comprendente un presidio – del mio amico Luciano Silighini di “L’Italia che verrà” volta a contestare il provvedimento, un comunicato del vicesindaco Pierangela Vanzulli che vorrebbe chiarire le cose ma in effetti non vi riesce, le proteste di autorità e cittadini di Gerenzano per non essere stati avvisati dello spostamento che colloca i poco graditi ospiti a pochi metri dal loro comune.
Dico subito che la questione presenta aspetti vari e contraddittori, che cerco di seguito di riassumere, lasciando ai lettori il giudizio.
In primo luogo va detto che il sottoscritto, così come tutti i membri del Consiglio – di maggioranza come di opposizione – ha votato a favore del trasloco. Pertanto stonano un po’ le lamentele di chi, presente alla votazione, avrebbe potuto votare contro e non l’ha fatto. – E tu? – Potrebbe pensare qualcuno. Proprio per evitare di stonare non sto a lamentarmi, ma, come dicevo, vorrei illustrare passaggi più e passaggi meno comprensibili e noti. La votazione unanime – ecco il primo aspetto discutibile – è stata effettuata in orario assai tardo, mi pare oltrepassato il termine della mezzanotte, che è quello consueto stabilito dal regolamento. Anche questo non è contro le regole, ma ha certamente compresso la discussione, e compromesso la lucidità e la capacità di approfondire. Poi, espletata questa incombenza che evidentemente era ritenuta importante, il consiglio è stato chiuso, e rinviati alla successiva seduta gli altri punti all’odg, tra i quali l’ormai famosa mozione sulla Sessa.
Le famiglie Sinti sono composte da cittadini italiani e non hanno mai – a quanto si asserisce e pare acclarato – procurato problemi di ordine pubblico. Anche il fatto che abbiano rifiutato l’alloggio in case del Comune non scandalizza: vivere all’aperto può rientrare in una loro tradizione che, fintantoché non produce danni, può essere benissimo tollerata. Ma il canone di affitto loro imposto, solo 340 euro all’anno per ogni famiglia, nonché la durata del contratto (40 anni!) non sono condizioni eccessivamente generose? D’accordo, non si tratta di immobili ma di piazzole, però queste piazzole verranno dotate delle utenze necessarie alla vita quotidiana delle persone che vi stazioneranno. Siamo ragionevolmente certi che i Sinti corrisponderanno a questa mano santa dell’Amministrazione pagando regolarmente il mitissimo canone? Hanno costoro fornito elementi affinché si possa credere nella loro solvibilità?
Ancora: gli allacciamenti alle varie utenze, insomma l’adeguamento della nuova piazzola, ha dei costi. Dei costi che durante la seduta consiliare non sono stati precisati. Si è parlato di qualche decina di migliaia di euro. Su questo penso che l’amministrazione fornirà il consuntivo, a lavori ultimati. Altrimenti glielo sarà chiesto.
Quanto alle rimostranze dei gerenzanesi, i quali si lamentano di non essere stati preavvertiti dell’operazione, si tratta di una questione diplomatica e di opportunità. Giuridicamente, l’obbligo non c’era. Io magari una telefonata l’avrei fatta. Ma come consigliere non ho incarichi prettamente amministrativi (a meno che mi vengano delegati, cosa assai improbabile quando ero in maggioranza, impossibile oggi) bensì solo politici.
Infine, destano sorpresa alcuni passaggi del comunicato della vicesindaco Vanzulli, la quale attribuisce al solo sindaco la responsabilità dello spostamento in via Grandi, mentre lei avrebbe optato per l’altra soluzione, quella delle case comunali. Abituato a pensare alla Lega di governo come un’entità compatta come la falange macedone, rimango sorpreso. Ma, in fondo, non sono affari miei.
Ecco: non mi sono nascosto dietro un dito e non pretendo di aver fatto bene a votare come ho votato. Ma nemmeno rinnego il mio voto. Soltanto ho inteso spiegare ai cittadini interessati come tutto si è svolto, e quali aspetti (almeno quelli che conosco io) questo tutto possiede.
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Commenti
È chiama noooo!!
Soldi per altri servizi comuni tipo asili e scuole non ci sono. Vengono usati x un doppione e per la volontà (A questo punto lo è visto il rifiuto delle abitazioni) di 4 individui più famiglia. Sindaco e tecnici sbagliano di grosso. Sembra una ripicca!
Stufi di fare elemosine. I costi sono NON DEVONO ESSERE a carico della collettività ma dei singoli
Un predicozzo che stride quando lo si inizia proclamando un’amicizia che in politica non esiste in quanto l’evidenza reale della politica locale ci ha presentato finora solo opportunisti che si vanno a collocare opportunamente dove estorcono a proprio favore consensi altrui. L’unanimità della votazione consiliare sul tema definisce la condivisione delle scelte amministrative dell’esecutivo attuale, mentre non è emersa la buona educazione che, spesso di norma nei rapporti con i confinanti comunali, è indice di corretto rispetto reciproco. L’inesistenza di queste comunicazioni diventa l’espressione più immediata di carenze comportamentali non configurabili nei ruoli Istituzionali e che determina invece lo spessore politico di un Amministratore.
Gentile Anonimo,
approfitto del Suo intervento per precisare, innanzi tutto, di essere stato autore di una grossa inesattezza. In realtà i consiglieri del PD, il consigliere di 5stelle e Francesco Banfi non hanno votato a favore, ma si sono astenuti. L’errore mi è stato ormai più volte contestato, e lo confermo. Credo di aver confuso con la votazione relativa alle infrastrutture della piscina, e comunque la mia labile memoria in parte si spiega con l’ora tarda della discussione. In ogni modo credo che il comunicato che ho diffuso conservi una certa utilità, permettendo ai cittadini di formarsi un’idea più chiara di tutta la questione.
Venendo alla Sua dichiarazione “In politica l’amicizia non esiste”, essa è addirittura affascinante nel suo lucido cinismo. Ma io, nel mio piccolo, ho cercato e cercherò un’altra politica, una politica di parole chiare, franche strette di mano, parola mantenuta, e perché no stima e amicizia personale. SalutiLa sua affermazione nel configurare l’espressione “In politica l’amicizia non esiste” come un lucido cinismo non fa che confermare il suo reale significato. Può considerarsi “amico” chi al momento sottoscrive patti condivisi pur sapendo di non poterli rispettare? La correttezza e l’onestà di persone responsabili e coerenti per “parole chiare, franche strette di mano, parola mantenuta” non possono essere barattate quando il bene pubblico richiede serietà e competenza.
Grazie, Alfonso, per la chiarezza.