Ricorso al Tar per il centro sportivo, Vivi Cislago contesta il Comune
CISLAGO – “Una vicenda iniziata male e finita peggio”: così il gruppo d’opposizione Vivi Cislago descrive gli sviluppi relativi alla gestione del centro sportivo di via Papa Giovanni XXIII.
“Ennesima puntata di questa triste vicenda, partita male e conclusasi ancor peggio. L’Accademia Calcio Cislago ha intrapreso l’unica strada che le rimaneva, presentando ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, contro il Comune di Cislago, contestando l’assegnazione della nuova gestione del centro sportivo di via Papa Giovanni XXIII. A nulla infatti sono valsi gli appelli di Accademia Calcio, da sempre disponibile a proseguire nel progetto sportivo, a trovare punti di incontro per salvaguardare l’attività calcistica e la pratica sportiva dei tantissimi bambini e ragazzi iscritti” dicono i consiglieri comunali di Vivi Cislago, Debora Pacchioni, Romina Codignoni e Claudio Franco (foto).
Che proseguono: “Nonostante le tante parole spese sul tema, l’assessorato allo Sport, con il gruppo di maggioranza al completo, ha intrapreso uno strano percorso di “collaborazione” a suon di documenti via email e protocolli, negando al consiglio direttivo di Accademia Calcio ogni possibilità di incontro e di confronto diretto, fino alla decisione definitiva, ma annunciata fin dall’inizio, di non rinnovare la convenzione per la gestione del centro sportivo. Ed a nulla sono servite le mozioni e le numerose interrogazioni presentate da noi consiglieri di Vivi Cislago, che hanno cercato in tutti i modi di opporsi ad una decisione, quella dell’Amministrazione, che il nostro gruppo non ha mai condiviso, né tanto meno compreso. Esprimiamo ancora una volta immensa delusione: la salvaguardia del tessuto sportivo e sociale che, a fatica, negli anni, è stato costruito con eccellenti risultati, avrebbe dovuto essere priorità condivisa, risultato di una politica davvero sensibile, attenta e scrupolosa. Invece, tutto è stato come non avrebbe dovuto essere”.
08062018
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Commenti
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Signor Sindaco di Cislago vorrei tanto poter assistere ad un confront tra lei e i nostril bambini. Vorrei proprio capire quali parole troverebbe per spiegare loro il motive per il quale l’Accademia Calcio Cislago potrebbe chiudere.
Sarei curioso di vederla comunicare con persone alle quali, almeno spero, le non potrebbe rispondere urlando come solitamente fa, non potrebbe parlare di “pipponi” (scusate il termine ma è lo stesso usato dal Sindaco durante un consiglio comunale) quando spiegherebbero le loro validissime motivazioni, non potrebbe dir loro frasi come “non accetto il contradittorio” senza dare una risposta alle domanda posta.
Riuscirebbero i bambini a tornare a casa con una spiegazione ragionevole ottenuta da un buon padre di famiglia? Con noi adulti non ci è riuscito! Un buon sindaco dovrebbe porsi queste domande. La sua aria di supponenza nei confronti dei suoi cittadini, ancor prima che genitori dei bambini dell’ Accademia Calcio Cislago, è veramente stucchevole.
Al sindaco interessa “far rendere” l’impianto sportivo e ha trovato chi organizza tornei (per adulti) 365 giorni all’anno, 24 ore su 24; dei banbini e ragazzi credo che gli interessi poco, non rendono, anzi costano….
Se tutto dovesse veramente finire, se il ricorso al TAR non dovesse finire come la stragrande maggioranza (tutta Cislago-la minoranza è rappresentata dal sindaco e dalla sua squadra, se tale si può definire) si augura allora potremmo dire che Cislago perde una Delle sue più grandi ricchezze. Profondamente deluso da chi prova a vendere i suoi bambini ad una società che ha da sempre solo affittato campi da calcio e che da quest’anno, guarda un po’, ha a cuore la crescita dei bambini.
Ero orgoglioso di dire che tifavo Cislago, che mio figlio indossava e giocava per i colori del suo paese.
Da settembre probabilmente giocheremo altrove, tiferemo per un’altra squadra senza rimpianti perché nulla abbiamo potuto fare contro chi essendo stato votato dai cittadini a sindaco del paese si arroga il diritto di COMANDARE. Queste le parole del sindaco in una Delle assemblee tenute quest’anno!
Siete una piaga sociale.
Carissimo Sindaco, carissima Giunta,
ho ascoltato le vostre motivazioni e letto i verbali rispetto alla questione della gestione del campo di via Giovanni XXIII e posso anche comprendere le vostre posizioni.
Mi permetto di sottoporre però alcune riflessioni fiduciosa che queste parole non rimangano in balia del vento ma possano essere spunto e motivo di crescita e di condivisione di un progetto.
Sin dalle elementari mi hanno insegnato, nell’allora obbligatoria ora di educazione civica, che gli amministratori siano essi di un comune, di una provincia, di una regione o di uno stato, rappresentano l’intera comunità ed è a questo che mi appello, indipendentemente dal fatto di essere stata o meno parte di coloro che hanno votato o meno la vostra coalizione.
La gestione ACC ha saputo coinvolgere un numero altissimo di famiglie, creando un rapporto di fiducia di inestimabile valore; alla festa di chiusura dell’anno sportivo 2017, ascoltando le sue parole Sig. Sindaco e quelle dell’Assessore, tutti i presenti hanno pensato che le vostre parole rappresentassero un messaggio molto positivo che aggiungeva qualità e che la neo insediata amministrazione condividesse, accompagnasse e sostenesse un progetto educativo già di per sé molto valido rendendolo anche un po’ proprio.
Nessuno avrebbe mai pensato che voi, amministratori della cosa pubblica, avreste smantellato una realtà positiva che crea indotto economico alla città: oltre alla mera attività che si svolge presso il centro sportivo, in città di Cislago ci sono numerosi negozi; si sa che il tempo a disposizione dei genitori è poco ed è in equilibrio tra lavoro, gestione della casa e dei vari appuntamenti dei figli. Quante volte è capitato di sentire dire “ho scoperto quel bel negozietto… non pensavo di trovare un prodotto del genere in un paesino… ho acquistato qui o lì… ma che buona questa gelateria, ritornerò… che gentile quel commerciante…c’è anche un circolino culturale…” . I commercianti possono essere solo contenti dei flussi di persone che approfittano di un torneo o di un allenamento speciale per fare spese a km zero da dove accompagnano i loro figli, ma soprattutto da dove li possono lasciare in sicurezza. SIETE SICURI CHE UNA SOCIETA’ CHE AFFITTA CAMPI POSSA GARANTIRE TUTTO QUESTO? Io penso che diverrà solo un posto di passaggio, dove andare per uno scopo preciso, senza curarsi di cosa offre il territorio. MA IL TERRITORIO E LA SUA CURA E’ FONDAMENTALE e dovrebbe essere una priorità per un amministratore della cosa pubblica.
La mia nonna mi ha sempre detto che a tutto c’è rimedio e che a volte è più dignitoso e degno di stima – la stessa stima che gli amministratori ricercano in campagna elettorale e di cui devono poi dare conto- cambiare idea e ritornare sui propri passi ascoltando le voci che provengono dalle persone che hanno creduto in loro votandoli, dando loro a propria fiducia e non tradendo il mandato dei concittadini.
Non disgregate con un mero “AFFITTO CON SQUADRA CONTENTINO PER PLACARE GLI ANIMI”, perché il rapporto di fiducia è stato incrinato e molti non crederanno più in voi e forse in molti non credono già più.
Condivido pienamente.
E’ difficile avere la fiducia di così tante famiglie ed è ancora più difficile avere costruito un ambiente sereno dove è bello trascorrere il tempo, dove non pesano le interminabili giornate di torneo perchè ciò che conta è il sorriso sui volti dei bimbi e degli allenatori ed è incredibile – parlo della mia esperienza- vedere in questi tre anni – perchè per me sono stati solo gli ultimi tre anni- che bei rapporti di amicizia siano nati tra i genitori.
Un ambiente sano, con valori positivi, senza parolacce, senza maleducazione, stimati da tutti.
La fiducia si costruisce giorno per giorno. Per perderla basta un attimo. E non sto certo parlando della società di calcio… ma “non dire gatto se on ce l’hai nel sacco”
Sono un genitore di un bimbo di 9 anni iscritto da 5 anni all’accademia calcio di Cislago. È da mesi ormai che viviamo Qs situazione direi ridicola e a due poco sconcertante fatta di vecchi odi politici e che non tiene in nessun conto l’interesse dei bambini. Il sindaco si vanta di aver trovato una nuova società ma noi ne ne avevamo bisogno avevamo la ns società con cui noi e i bambini abbiamo lavorato e abbiamo costruito qualcosa di importante come l’amicizia il rispetto per l’avversario la crescita e l’educazione i rapporti speciali con gli allenatori ricordi tornei campionati feste … qualcosa che nessuno sindaco o altre società potranno mai ridarci. In questi giorni siamo impegnati nella ricerca di nuove società che nei paesi vicini possano accogliere la ns squadra al completo per non far perdere ai bambini il rapporto speciale che si è creato fra loro allontanandoli dalla comunità di Cislago perché nessuno ci può garantire tra ricorsi al tar e lavori in corso in un campo definito dal comune non a norma che i ns figli possano giocare sereni per i prossimi anni. Qs è la situazione creata dal nuovo sindaco che io ho anche votato … ha distrutto qualcosa che funzionava solo perché creato dalla vecchia amministrazione comunale. I miei complimenti vivissimi! Nicla Travaglini
Il calcio.
Lo sport nazionale.
Lo sport che unisce tutti sotto la stessa bandiera.
Lo sport che in questo piccolo paese della provincia di Varese divide.
Una gestione, quella di Accademia calcio, che ha saputo lavorare coltivando i talenti dei propri allievi in sinergia con le famiglie: non bisogna dimenticare che un progetto educativo non può prescindere dai vari aspetti che compongono la vita delle persone a cui si rivolge.
Una gestione che ha messo al centro l’individuo nella sua interezza e complessità, sia in campo che fuori dal campo. Non ho mai visto un genitore dire una parolaccia o screditare le squadre avversarie o gli allenatori. Ho visto genitori sostenere i giovani allievi , collaborare con la società. E la cosa bella è che non ho visto solo io questa realtà, ma anche e soprattutto i bambini ed i giovani che hanno in questo modo avuto di fronte a loro esempi positivi.
Una gestione che ha saputo riqualificare una struttura desueta e degradata trasformandola in un luogo dove è bello passare il tempo. Un luogo di riferimento non solo fisico ma anche affettivo. Un luogo di condivisione di valori: qui si insegna a stare insieme divertendosi. Si insegna a giocare nel rispetto di se stessi e degli altri, delle regole e dei ruoli. Si insegna a vincere insieme, perché uniti si è più forti, ma si insegna anche a perdere e a vivere la sconfitta come un nuovo punto di partenza, come un momento di riflessione, una nuova possibilità di ripartire consapevoli dei propri limiti e proprio perché consapevoli, con tutte le carte in mano per poterli superare.
Alla scuola statale hanno, qualche giorno fa, distribuito ai soli maschietti un volantino recante il nome della società che prenderà in gestione il centro di via Giovanni XXIII. Superando la legittimità della distribuzione di materiale pubblicitario in una scuola statale e non pensando all’interesse privato nell’assegnazione e volendo sperare che detta decisione non sia dettata da antipatie personali perché verrebbe meno il mandato di amministrazione della cosa pubblica nell’interesse esclusivo della collettività, mi chiedo quanto una società che ha come mission quella di affittare spazi sportivi, possa sopperire ad un’esigenza educativa. I genitori chiedono questo quando affidano i propri bambini ad una società sportiva. Non passare il tempo in modo fine a se stesso, altrimenti sarebbero solo ragazzini che in pantaloncini inseguono una palla. Si chiede la capacità di condividere un progetto educativo, etico e di valore. Quello che conta non è non cadere mai, ma sapersi rialzare.
Il calcio.
Lo sport nazionale.
Lo sport che unisce tutti sotto la stessa bandiera. Lo sport che, purtroppo, a Cislago divide.
Una gestione esemplare quella dell’Accademia Calcio che ha saputo rivolgere la sua attenzione per ” l’educazione allo sport” non solo ai giovani allievi, ma anche alle loro famiglie, sotto il segno del rispetto e della civiltà.
Una gestione che ha saputo accompagnare per questi anni i bambini e i ragazzi nelle loro vittorie, ma soprattutto nelle loro sconfitte, educando al rispetto, al fair play e insegnando loro che perdere serve per imparare a fare i conti con i propri limiti e a superarli, così come accade nella vita di tutti i giorni.
Una gestione che ha saputo riqualificare una struttura degradata e desueta.
Una gestione che ha compreso che per essere squadra in campo bisogna esserlo prima fuori dal campo: ogni giorno geenitori e amici si incontrano al bar del campo per aspettare i figli e gli amici, creando rete, creando tessuto sociale, creando un circuito virtuoso, sinergie e amicizie.
E’ triste apprendere che alla scuola statale – quindi pubblica- è stato fatto distribuire ai soli maschi – il volantino della società che subentrerà a questa gestione – è consono questo tipo di pubblicita? E’ “legittimo” anche se eticamente discutibile?- . Società seria, nessuno lo mette in dubbio, ma che non ha alcuna esperienza nel settore sportivo educativo. Società preparata a gestire un business, quello dell’affitto dei campi e che non si è mai misurata con i valori legati alla crescita di un piccolo individuo e che invece risulta fondamentale per i genitori che affidano i loro ragazzi, perchè allo sport si chiede questo: educazione al rispetto di se stessi e degli altri, rispetto delle regole e degli spazi.
Mi chiedo se si sia riflettuto a sufficienza o se ormai le decisiioni sono prese per motivi privati di simpatia/antipatia, partito preso, fino a poter configurare una sorta di “interesse privato in un’assegnazione di pubblica gestione.
Ad ogni modo non è questo quello che conta, ma il centinatio di bambini, giovani e ragazzi che perderà un punto di riferimento non solo fisico, ma anche affettivo in un’età in cui l’affettività è la base per la costruzione della propria personalità futura.