Ritardi nei pagamenti, Lara Comi porta il caso Bramini a Bruxelles
BRUXELLES – Ritardi nei pagamenti, Lara Comi (Fi-Ppe) porta il caso Bramini a Bruxelles in Belgio: “Il governo intervenga per rendere applicabile fin da subito la compensazione totale tra i crediti nei confronti della pubblica amministrazione e i debiti con il Fisco”. Ieri mattina a Bruxelles la commissione Imco (mercato interno e protezione consumatori) ha ospitato l’audizione degli imprenditori Sergio Bramini (Icom Srl di Monza, fallita a causa dei mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione) e Rossella Pezzino De Geronimo (Dusty srl di Catania, che attende da sette anni di vedersi riconosciuto un credito dalla Pa), invitati da Lara Comi come testimonial, “loro malgrado”, sul problema dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione.
“Ancora oggi in Italia lo Stato non paga e fa fallire le imprese creditrici, in spregio alle due procedure di infrazione già avviate dall’Europa per il mancato rispetto dei tempi di pagamento – spiega Comi, che è relatore al Parlamento europeo per l’implementazione della direttiva Ue sui ritardi nei pagamenti – auspico un intervento rapido del governo italiano su questo fronte: la compensazione tra crediti Pa e debiti fiscali si può attuare in una settimana, ma nel decreto legge “Dignità” del ministro Di Maio non ve n’è traccia. Il governo restituisca al più presto dignità alle imprese che per colpa dello Stato falliscono o sono costrette a fare sacrifici invece di crescere e produrre ricchezza e occupazione”.
14072018
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Commenti
Uno dei suoi cavalli di battaglia: ne parla sempre dei ritardi dei pagamenti, ma i risultati non dipendono mica da lei….
è l’unico eurdopetupato che fa sempre le stesse dichiarazioni da anni… : se prendeste dei vecchi articoli si ritroverebbero spesso sle stesse parole…. quando si capirà che quando non si hanno argomenti concreti il silenzio è d’oro?
era un po’ che il saronno non la citava. era in ferie? adesso che la comi porta il caso all’europarlamento tutto verrà risolto, ma daghen un taj lara