Cassina, Marino vive da 2 mesi al centro sociale: “Comune, aiuto!”
SARONNO – Da poco meno di due mesi passa le sue giornate al centro sociale della Cassina Ferrara, dormendo sulle panchine dell’ospedale di Saronno perchè da quando è stato rimpatriato dalla Svizzera non ha una casa e mezzi per sostentarsi. Era un restauratore ma ha avuto alcuni problemi di salute e con un’operazione finita male si è ritrovato con una gamba amputata. Arrivato in Italia, anzi prima ancora di lasciare la Svizzera, ha chiesto l’aiuto del Comune ma malgrado diverse mail, lettere, appuntamenti con il personale dei Servizi Sociali e 4 richieste di incontro con il sindaco Alessandro Fagioli la sua situazione è più precaria che mai.
E’ la storia del 54enne Luigi Marino che accoglie ilSaronno al centro sociale di via Prampolini. Ha con sé un piccolo borsello. Racconta la sua storia senza rabbia ma con tanta amarezza. Ogni tanto apre il borsello e mostra dei documenti: fogli prima svizzeri e poi italiani che illustrano la sua lotta per una quotidianeità più dignitosa. Marino si è sempre occupato di restauro conservativo e fino a sette anni fa viveva a Saronno.
Sette anni fa ha lasciato l’Italia per raggiungere moglie e figlio in Svizzera. Poi la separazione, i problemi di salute, una doppia operazione, le complicazioni che finiscono con l’amputazione. I problemi sono appena iniziati tanto che dopo una serie di peripezie Marino viene rimpatriato dalle autorità svizzere. A Saronno, ultimo luogo di residenza, non ha nessuno che lo può accogliere ne i figli ne gli amici. Inizia a contattare il Comune ma gli spiegano che finchè non si trova in Italia non si può fa nulla. Marino arriva a Saronno con le sue poche cose ai primi di luglio.
Per avere aiuti economici e una casa serve la residenza ma Marino non ha un posto in cui stare quindi niente residenza. Inizia una corsa ad ostacoli quelli che, una burocrazia che sembra invalicabile, gli mette davanti. Marino pazientemente chiede aiuto e non demorde: lo raccontano i documenti e le diverse strade tentate. Da un ufficio all’altro, da un dipendente comunale all’altro chiedendo invano un intervento del primo cittadino. Rinuncia persino al ricovero notturno temporaneo che gli dà un amico a Senago. Per la residenza serve essere 24 ore su 24 a Saronno gli dicono e lui si adatta a dormire all’ospedale. Di giorno c’è il centro sociale dove i clienti che lo conoscono firmano e garantiscono per lui. La residenza arriva ai primi di agosto. Ma per gli aiuti bisogna calcolare l’Isee.
Chi lo calcola e chi deve fornire i documenti è chiuso per le ferie. Marino racconta tutto con semplicità e tanti dettagli. Si sente la fatica, fisica e morale, che l’hanno provato nelle ultime settimane.
Più che rabbia nella sue parole c’è amarezza e rammarico. Ma per tutta la chiacchierata sul suo volto non manca mai la speranza: “Se c’è una soluzione la si trova, arrabbiarsi non aiuta anche se a volte è difficile guardare avanti con un futuro così precario”. La situazione è ormai davvero critica. “Sto finendo le poche risorse che avevo e non posso continuare a gravare su amici e familiari. Ho deciso di raccontare la mia storia perchè spero che tutto si risolva rapidamente e perchè il sistema non dovrebbe trattare così chi per anni ha pagato fino all’ultima tassa, fino all’ultimo contributo”.
Contattato nella giornata di ieri l’ufficio stampa del Comune non ha fornito ulteriori dettagli o commenti sulla vicenda.
[gallery type=”rectangular” ids=”146908,146909,146910″]
02092018
Lascia un commento
Commenti
Colpiti e affondati
Ma tutti voi che commentate, perchè non lo ospitate a casa vostra? non è la cosa che ripetete a pappagallo? dai su, avete almeno una volta il coraggio di fare una cosa coerente con il vostro pensiero? Non ce l’avete un divano e un piatto di pasta? perchè non andate ai servizi sociali a farvi spiegare come funzionano le cose e che funzionano così per tutti? andate a chiedere, bussate, fate domande, siete capaci, o sapete solo scrivere al pc in forma anonima?
-
lo farei volentieri ma pagando tutte le tasse mi rimane ben poco per condividere… chiederei quindi allo stato, mio socio al 70%, di fare la sua parte
Casa di Marta non può offrire un aiuto?
Casa di Marta non può offrire un aiuto?
L’assessore ai sevizi sociali dove si trova??? Probabilmente è ancora in barca a fare il capitano…
No caro fratello verde …. Prima gli Italiani… anzi i SARONNESI…. invece di dare case e spazi a zingari purtroppo nati in questa città a Voi tanto cari, impegnatevi per chi e’ in queste condizioni! Vergogna!
dovrebbe dichiarare di essere nomade, Sinti o Rom non ha importanza, e di essere imparentato con i cittadini saronnesi che amano vivere all’aperto, come dicono i rappresentanti di questa amministrazione pseudo leghista. Comunque pesa fare ironia su una tragedia sociale come questa, mentre che gestisce la città, sperperando le risorse pubbliche, dovrebbe vergognarsi
-
Il comune dovrebbe essere in grado di gestire le emergenze. La ex assessore Valioni vantava così tanto questa capacità dei Servizi Sociali del Comune a cui paghiamo le tasse è le imposte per coprire, appunto, tali emergenze.
Da quello che capisco ha ora le carte in regola quest’ uomo -
Stavo per dirlo ma mi hai battuto sul tempo.
Nella casa del Prevosto insieme ai profughi non si può aggiungere un letto?
-
Sia mai, quest’uomo arriva da nord…
-
Purtroppo no perché è italiano.
-
No no no, non c’è posto, prima le RISORSE da 35 euro al giorno, ospitare un italiano è solo un costo e non solo sociale. W l’Italia, W la sinistra ed evviva anche al parroco!