Vanzulli: “Non abbiamo aumentato le tariffe sulla pubblicità”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota firmata dal vicesindaco Pier Angela Vanzulli in merito all’approvazione delle tariffe sull’Imposta sulla Pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni
“Ritengo opportuno fare delle precisazioni sulla delibera portata nell’ultimo Consiglio Comunale svoltosi giovedì 28 marzo e che ha riguardato l’Imposta sulla Pubblicità e diritti sulle Pubbliche Affissioni.
In detta delibera si dice che “abbiamo approvato l’aumento del 25% delle tariffe di legge stabilite per l’imposta sulla pubblicità ed il diritto pubbliche affissioni”.
Questa dicitura potrebbe generare il convincimento che la nostra Amministrazione abbia effettuato tale aumento. Niente di più sbagliato.
Noi abbiamo, per il secondo anno, portato il bilancio previsionale in Consiglio Comunale il 20 dicembre 2018, per permettere alla macchina comunale di partire subito il primo gennaio a pieno regime senza le limitazioni che la legge prevede fintanto che si sia approvato il previsionale. E questo è avvenuto addirittura prima dell’approvazione della Legge di Bilancio del 2019. In detta Legge del 2019 si dava la possibilità agli Enti locali di aumentare le tariffe per superfici superiori al metro quadrato fino al 50%.
Il Comune di Saronno con due delibere, negli anni 1998 e nel 2007, aveva aumentato fino al 25% tali tariffe che erano state applicate e riproposte in tutti i bilanci previsionali arrivando fino a quello approvato a dicembre 2018 senza alcuna variazione in aumento.
Quindi noi non solo non abbiamo aumentato le tariffe rimaste uguali dal 2007, ma non abbiamo neppure approfittato della possibilità data dalla nuova Finanziaria di aumentarle fino al 50 %.
In più aggiungo che la Legge n 83 del 22 Giugno, 2012 aveva abrogato l’articolo 11 comma 10 della Legge Finanziaria del 1998 dicendo che da questa data in poi non era più possibile per i Comuni applicare la maggiorazione della tariffa.
Con una norma interpretativa della Legge 208 del 2015, art. 1 comma 739, si specificava che l’abrogazione non aveva effetto per i Comuni che avevano portato il bilancio previsionale con l’aumento tariffario, prima di tale data ovvero il 26 giungo 2012.
Il Comune di Saronno aveva portato il bilancio previsionale prima del 26 giugno 2012 quindi ha confermato l’aumento del 25% proseguendo nell’applicazione.
Nel 2018 la Corte Costituzionale, chiamata ad esprimersi circa la legittimità costituzionale dell’art 1 comma 739 della legge 28 dicembre 2015 n 208, con sentenza n 15 del 10.01.2018, stabiliva che gli aumenti erano legittimi fino al 26 giugno 2012 e che tutti gli aumenti successivi dal 2013 al 2018 non erano legittimi.
Quindi restavano esclusi gli anni dal 2013 al 2018, anni in cui il Comune di Saronno ha applicato la maggiorazione del 25%, come già scritto riferendomi alla Delibera di Consiglio del 2007, mantenuta invariata negli anni successivi.
Si apre dunque per il Comune il problema delle riscossioni che vanno dal 2013 fino al 31 Dicembre 2018, infatti gli aumenti sono diventati illegittimi a fronte della Sentenza della Corte Costituzionale. A questo punto ho chiesto alla Saronno Servizi di quantificare la cifra di eventuali rimborsi, che ammontano a circa 600.000 euro.
Come stabilisce l’art 1 comma 917 della Legge di Bilancio 2019, n 145/2018, “i rimborsi delle somme acquisite dai Comuni a titolo di maggiorazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e del diritto sulle pubbliche affissioni per gli anni 2013 al 2018 possono essere effettuati in forma rateale entro 5 anni dalla data in cui la richiesta del contribuente è diventata definitiva”. Quindi qualora tutti richiedessero il rimborso noi avremmo cinque anni per il pagamento.
Non nego che se avessimo aumentato le tariffe fino al 50%, con la cifra ricavata avremmo potuto rimborsare i richiedenti senza impegnare parte dell’avanzo di bilancio che avremmo potuto utilizzare per altro, ma la nostra scelta, direi significativa, è andata nel senso di non apportare aumenti.
I dati della Saronno Servizi ci dicono che fino ad oggi le richieste ammontano ad una cifra di 39 mila euro.
In conclusione sottolineo nuovamente che non solo non abbiamo aumentato le tariffe mantenendole immutate negli anni dal 2007, ma potendole aumentare fino al 50% abbiamo deciso di non incidere sulle realtà che utilizzano tale servizio attingendo per i rimborsi all’avanzo di bilancio.
Aggiungo poi che qualche settimana fa ho portato in Giunta una proposta di delibera sulla diminuzione del canone di concessione dei chioschi riparametrandolo rispetto ai canoni vigenti dei dehors ed applicando, per i chioschi, una riduzione di circa il 20%.
Tale proposta è stata approvata dal Sindaco Fagioli e dalla Giunta proprio perché quando è possibile cerchiamo di andare in contro alle realtà commerciali e produttive presenti nel territorio, ovviamente tutto è subordinato al Bilancio inizio e fine di tutto l’operare del Comune”.
01042019