SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota del centro islamico con l’intervento di domenica 11 agosto per la festa del Sacrificio dell’imam Najib Al Bared.
Domenica 11 agosto 2019 i musulmani hanno celebrato il primo giorno, quello più importante, della festa più significativa dell’Islam, la “Festa del Sacrificio” (Aid al-Adha) o la “Festa Grande” (Eid al-Kibir), che si protrae sino a giovedì 15 agosto: questi sono considerati i “giorni della letizia”.
Dopo la preghiera nel centro islamico di Saronno, l’imam ha tenuto il suo sermone (khutba), nel quale ha evidenziato il significato di questa festa per i fedeli di religione musulmana.
Il nome della festa si rifà al gesto del profeta Abramo (Ibrahim nel mondo islamico), pronto a sacrificare suo figlio perché così gli ha chiesto Dio: per l’Islam è la festa della fede e della totale e indiscussa sottomissione a Dio (islam).
L’imam ha sottolineato che l’insegnamento fondamentale da trarre da questa festività è il ricordo degli altri. Un individuo non può vivere da solo, pensando solo a se stesso e dimenticandosi degli altri, del suo prossimo, perché tutti viviamo dentro un contesto sociale.
Per chiarire il concetto, ha preso in considerazione l’agnello che si deve sacrificare a Dio per questa occasione solenne. Come insegnato dal profeta Muhammad, l’agnello va diviso in tre parti: una parte per sé e la propria famiglia, una parte per gli amici, i vicini ed i conoscenti e la terza parte per i più bisognosi, i meno fortunati. Non ci si deve mai dimenticare di condividere il “bene”, in senso lato, che si ha con quanti ci sono vicini, così da consolidare i nostri rapporti umani di vicinanza e di fratellanza. Non ci si può permettere di scordare che esistono persone meno fortunate, che si trovano nel bisogno e, spesso, anche nell’indigenza assoluta ed aspettano da noi un aiuto, che è nostro dovere morale dare loro, in quanto siamo esseri umani che Dio ha dotato di un intelletto e di un cuore per distinguerci dagli animali.
L’imam ha precisato che questa nostra apertura verso gli altri, soprattutto i più bisognosi, deve prescindere dal colore della pelle, dal credo religioso, dall’ideologia politica: ogni persona in quanto tale, senza assolutamente nessuna distinzione, è nostro fratello – ha detto l’Imam – e come un nostro fratello va rispettato e trattato.
Questo è quanto ci insegna la Festa del Sacrificio, un messaggio in assoluto importantissimo, che acquista uno spessore ancora maggiore in questi nostri tempi.
Per vivere bene questa festa è necessario incominciare a pensare, se già non lo si fa, a chi non ha di che sfamarsi, a chi non vede o vede soltanto raramente un pezzetto di carne, a chi è in guerra, a chi è colpito da calamità naturali, a chi è meno fortunato di noi da qualsivoglia punto di vista: anche e soprattutto lui è nostro fratello ed ogni nostro gesto, anche piccolo, di amore nei suoi confronti sarà ricompensato da Dio in maniera incommensurabile.
14082019
“… in quanto siamo esseri umani che Dio ha dotato di un intelletto e di un cuore per distinguerci dagli animali”. Perfettamente d’accordo, su questo punto, con l’imam. Cosa ne pensano i nostri animalisti?
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