Compie trent’anni il Sert di Saronno
SARONNO – Tre decenni dedicati alla cura, prevenzione e riabilitazione delle persone affette da dipendenze. Oltre 3.500 le donne e gli uomini presi in carico.
Il servizio per le tossicodipendenze saronnese dell’Asst Valle Olona festeggia sabato 30 novembre trent’anni di attività: con un convegno rivolto ai cittadini in mattinata (con contributi di amministratori, forze dell’ordine, medici, associazioni) e inaugurazione nel primo pomeriggio della mostra “Testimonianze, esperienze, attività, produzioni artistiche”.
Il significato della giornata è così riassunto dal direttore sociosanitario dell’Asst Valle Olona, Marino Dell’Acqua: “Il Sert di Saronno non compie i 30 anni “in solitudine”, ma insieme agli enti, alle istituzioni, alle associazioni, ai gruppi e ai volontari, che sono parte integrante di questo territorio e dei percorsi di cura. I 30 anni sono una sintesi consapevole di ciò che si è e si è fatto. La Giornata sarà un’occasione di comunicazione di dati epidemiologici, di relazioni di interventi, di condivisione di riflessioni, in linea con quanto Regione Lombardia chiede al suo Sistema sociosanitario con il concetto di evoluzione, termine distintivo del titolo della Legge regionale 23/20015, in quanto (mentre valorizza l’esistente in termini di ciò che si fa e si è fatto bene), induce il miglioramento della continuità del percorso di cura del paziente. Ognuno di noi, cittadino e paziente, in alcuni momenti della vita conosce le difficoltà nel collegare “parti” essenziali del Servizio sociosanitario: dall’ospedale ai servizi del distretto, da questi ai servizi sociali degli enti locali, per poi essere partecipi di associazioni e gruppi. Questa “fatica” vuole essere parte del miglioramento atteso. L’obiettivo distintivo è “lavorare insieme”.
Donatella Fiorentini, psichiatra, responsabile dei Ser.T ASST Valle Olona (di Saronno, Busto Arsizio e Gallarate), prosegue: “Per noi la Giornata è un momento di bilancio dell’attività terapeutica svolta con regolarità negli anni. E’ la conferma di un’attenzione professionale di infermieri, medici, assistenti sociali, psicologi, educatori, che si prendono cura di persone con severe condizioni di fragilità personale e sociale e con problematiche sanitarie, che hanno profili di gravità diversi, dal disturbo alla conclamata patologia delle dipendenze. Sono persone che coinvolgono nei loro problemi i contesti familiari, lavorativi, scolastici ovvero il territorio dove vivono. Trent’anni fa anni fa l’emergenza si connotava per l’emarginazione sociale, con l’AIDS ci si è confrontati con la morte, lo stigma, e il concetto di riduzione del danno; ora si rimette in gioco la cultura e il senso della vita, personale e sociale”.
Oltre al momento formativo e informativo (dalle 10 alle 12.30) organizzato nell’auditorium Aldo Moro di viale Santuario, a partire dalle 13 verrà inaugurata nella sede Sert di via Varese 196 una mostra di manufatti: disegni, poesie, mobili.
“E’ un materiale che esprime, nelle sue diverse forme, delle concrete possibilità di espressione del paziente e della sua dipendenza – conclude la dottoressa Fiorentini – E’ come se guardassimo al miglioramento e alla prospettiva di evoluzione del Sistema delle cure, a partire “dal punto di maggior disagio e rischio”. Le dipendenze da sostanze legali e illegali, o comportamentali, possono testimoniare che si può prevenire e curare, oltreché “semplicemente vivere meglio”. E’ un’ottima indicazione terapeutica “per continuare” oltre i 30 anni”.
25112019
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Commenti
Non mi pare ci sia molto da festeggiare visto che la disgrazia della droga va sempre peggiorando, perciò, purtroppo, saremo di nuovo a festeggiare fra altri 30 anni . Si spendono tante risorse per contrastare lo spaccio e per curare i ‘pazienti’, ma si fa troppo poco per la prevenzione, mentre dovrebbe essere continua, martellante, insistente una campagna a tutti i livelli della società: famiglie, scuole, lavoro, divertimenti ecc.