Morti ospedale Saronno, lettera di Cazzaniga in udienza: “Non sono spietato assassino”
SARONNO / BUSTO ARSIZIO – Leonardo Cazzaniga ha respinto tutte le accuse: ha preso la parola ieri al tribunale di Busto Arsizio dove nei confronti del medico “veterano” del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno si sta tenendo il processo per una serie di morti in corsia, e per la morte di alcuni famigliari della sua ex amante Laura Taroni, già condannata.
Cazzaniga in udienza ha letto una lettera nella quale ha respinto le imputazione (deve rispondere di 15 omicidi e la procura ha chiesto l’ergastolo): ha rimarcato la sua “professionalità”, la sua “dedizione nell’attività ospedaliera”, ed ha ammesso di non essersi dato fra le sue priorità quella di “risultare simpatico o amato ai colleghi”. Ha parlato ovviamente anche di quello che è stato definito come il “Protocollo Cazzaniga”, il mix di farmaci che avrebbero procurato la morte di molti pazienti. Per Cazzaniga solo un modo per evitare “atroci sofferente a persone morenti. E non ho mai voluto cagiornare la morte dei pazienti tramite la somministrazione di farmaci”. Ed ha detto di non riconoscersi “come uno spietato assassino, immagine che mi è stata cucita addosso”. E gli omicidi tra i famigliari di Laura Taroni? Cazzaniga ha detto di non avere nulla a che fare con quegli episodi.
Cazzaniga, residente a Rovellasca, è accusato della morte di pazienti del pronto soccorso, e anche di avere concorso all’omicidio tramite somministrazioni di farmaci di altre tre persone, famigliari della sua amante. Era stato arrestato dai carabinieri della Compagnia cittadina nell’ambito dell’operazione “Angeli e demoni” che era stata messa a segno dai carabinieri della Compagnia di Saronno dopo lunghe e delicate indagini.
10122019