Coronavirus, il sindaco Clerici scrive agli uboldesi: “Ce la stiamo mettendo tutta: non siete soli. Non siamo soli”
Cari uboldesi,
Sono il vostro sindaco e con questo breve messaggio desidero entrare nelle vostre case e farvi compagnia per qualche minuto, salutarvi, chiedervi come state, farvi sentire che ognuno di voi é nei miei pensieri ogni istante.
Sono giorni difficili, i vostri più dei miei. Penso alle persone anziane e sole, alle persone malate e bisognose di assistenza; penso ai bambini e ai ragazzi che non possono andare a scuola o a fare una passeggiata, a coloro che temono per il loro lavoro o per l’attività che con fatica e passione hanno costruito e portato avanti in questi anni già di per sé complicati; penso a tutte le persone che vorrebbero dare una mano ma non possono farlo perché chiusi in casa, a tutela della propria salute e della salute di tutti, e a coloro che ogni mattina si svegliano per andare a salvare vite su vite e che non mi stancherò mai di ringraziare; é una guerra, lo so, ma ce la faremo, insieme, uniti nella distanza.
Non avete idea di quale tristezza provo quando vedo dalla mia finestra le strade vuote, i negozi chiusi, i volti di quei rari passanti coperti con mascherine. Però questa sensazione di impotenza dura un istante, perché so che é una condizione necessaria e tra poco ci farà star bene. Ora più che mai dobbiamo avere coraggio e pazienza… ora più che mai dobbiamo trovare le forze per guardare il domani con fiducia, lo dobbiamo questo pensiero a noi, ai nostri cari che ci guardano e si affidano e a tutti, indistintamente.
Io e i miei collaboratori stiamo affrontando questa emergenza con una passione e una determinazione che a volte mi commuove. Siamo costantemente proiettati su come e cosa possiamo fare per intercettare i bisogni che potrebbero manifestarsi, perché vogliamo essere pronti a dare risposte precise, veloci ed efficaci. Non arriveremo a pensare a tutto. Non arriveremo a tutti. Di questo mi scuso in anticipo, ma sappiate che ce la stiamo mettendo tutta.
Non siete soli. Non siamo soli. E questo ci deve dare quella determinazione che oggi più che mai serve per ricominciare a sognare e a desiderare.
In queste settimane ho avuto la conferma che il nostro Paese é composto da persone eccezionali e che questa emergenza, seppur drammatica, non ci abbatterà ma anzi ci darà quello slancio che ci consentirà di ritornare più forti di prima.
Agiamo come abbiamo fatto sinora con senso di responsabilità, seguiamo tutte le indicazioni che ci vengono date, e vedrete che ce la faremo.
Giovanni Paolo II disse: “Il futuro inizia oggi, non domani” ed é proprio con questo spirito che dobbiamo affrontare questa dura prova. Nulla sarà più uguale, ma pensiamo a come potrà essere migliore, questa vita, la nostra, dei nostri figli!
Grazie! Grazie a tutti voi per l’impegno che ci state mettendo.
Prima di salutarvi voglio ricordavi i servizi attivi sul nostro territorio ovvero la consegna dei farmaci e della spesa a domicilio oltre che il pasto a domicilio. Non abbiate alcun timore a contattare il comune, noi ci siamo.
Inoltre, per facilitare la comunicazione é da qualche giorno attiva l’applicazione Myuboldo, scaricatela, sarete sempre aggiornati, é importante!
Un’ultima cosa. Mi auguro che tutti i bambini e tutte le famiglie possano nelle prossime ore esporre sui balconi o sulle finestre delle proprie case quell’arcobaleno con la scritta TUTTO ANDRÀ BENE, ne sarei felice e ci farebbe sentire ancora più vicini.
Vi saluto e vi abbraccio forte,
E mi raccomando, state a casa, se vi volete bene e volete bene ai vostri cari, rimanete a casa.
A presto
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Commenti
Ce la state mettendo tutta si, ma a parole
per chi vuol vedere cosa significa parlare chiaro, duro ed efficace:
https://www.facebook.com/gianfilippobancheri/videos/2972207272858814/?notif_id=1584488040549537¬if_t=feedback_reaction_generic
Sempre astio, critiche e disprezzo, no, si fa una valutazione di ciò che realmente serve alla comunità del paese, dai consigli inutili.
Pensi a bonificare e alle puzizie delle strade che, al comportamento responsabile ci pensimamo noi.
Alle prediche ci pensa il prete.
e non dimentichiamoci degli evasori fiscali, che hanno sempre violato i loro doveri verso lo stato e la loro comunità, e che ora beneficiano anche loro dei sacrifici del nostro servizio sanitario universale e magari vanno anche loro sul balcone a cantare l’Inno di Mameli; ma se ora siamo pieni di debiti, se il servizio sanitario ha avuto tanti tagli loro sono i primi che dobbiamo “ringraziare”
sempre astio, critiche, disprezzo.
Cii sono momenti in cui sarebbe meglio placare gli animi, e porsi questa domanda:
Se io fossi al posto suo proporrei questo…….
Criticare è facile ma proporre diventa un tantino più complesso.
Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris
lei dove lo vede l’astio e il disprezzo nei commenti che leggo qui? mi sembra che tutti chiedono meno parole di circostanza e più informazioni secche, precise, ferme
il sindaco vuole anche aggiungerci un po’ di sano paternalismo? ma va bene; però non dimentichi che oggi conta parlare chiaro e dire chiaro che la cosa sarà lunga
Ce la stiamo mettendo tutta ma, non si capisce bene cosa stia facendo questa amministrazione guidata dal Sindaco Clerici, se alle parole non seguono i fatti, sono solo chiacchere.
Dal precedente Sindaco a oggi, non è cambiato nulla a parte il modo educato di comunicare, auguri.
Ok, le buone parole sono meglio delle cattive parole. Ma la retorica, quando diventa eccessiva, non fa bene. Non fa bene perché ci fa perdere il senso del reale. Le cantate dai balconi, gli inni di mameli, i “tutto andrà bene” non devono coprire ciò che conta sapere, e cioè che la cosa sarà lunga e comporta rischi di crack nel sistema sanitario. ed economico.
Troppo miele nella propaganda. La gente rumina paure vere e ha bisogno di avere una chiara idea del pericolo e delle regole utili a superarlo; solo così la “pazienza” che si vede ora la troveremo ancora fra altri quindici giorni di chiusura in casa. Ed è questo il vero problema, ciò che accade sui tempi lunghi di resistenza. Saremo ancora tutti patrioti, tutti così solidali?
Quindi, direi, meno miele, meno italica emotività e teatralità; più informazioni precise, più regole chiare e insistite, più interventi fattivi. Questo spazio era forse meglio utilizzarlo così.