Indelicato riflette sulla rinuncia del pane spezzato in chiesa: “Si vive solo di quello del supermercato”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere comunale indipendente Alfonso Indelicato in merito alla sospensione delle celebrazioni religiose in questo momento di quarantena.
“Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt, 4, 3-6). Così risponde Gesù al Maligno che lo invita a trasformare i sassi in pani, approfittando della fame che gli torce lo stomaco dopo quaranta giorni di digiuno nel deserto. A ben vedere, quella di Nostro Signore non è una risposta nel merito. È una di quelle risposte che gli psicologi della comunicazione chiamano tangenziale, e che sanno un po’ di presa in giro. Egli non cade nel tranello della provocazione, non la considera. Il demonio gli ha chiesto di soddisfare la fame che prova in quel momento, ma Gesù trasferisce la disputa su un altro piano, molto più generale: c’è fame e fame. Egli indica una prospettiva che vale per tutti, affermando che l’uomo non ha solo bisogni di natura materiale, ma anche e soprattutto di natura spirituale.
Quelle esigenze che l’attuale contingenza comprime, nel silenzio quasi totale degli interessati, che poi siamo noi cattolici.
Ciò che sorprende è appunto la rassegnata acquiescenza sia dei semplici fedeli che dei consacrati nei confronti delle disposizioni governative le quali nella sostanza impediscono l’accesso alle chiese, e di conseguenza alle funzioni religiose e ai Sacramenti. Nessuno, o pochissimi, propongono quegli accorgimenti che vengono comunemente adottati per l’ingresso nei supermercati o in altri esercizi, come il distanziamento sociale e l’uso di presidi individuali, i quali chissà perché non valgono per gli edifici sacri. Tutti allineati e coperti, come paghi della propria marginalità e timorosi di arrecare disturbo.
Non ci si rende conto, in tal modo, che l’esperienza religiosa viene, più che emarginata, sminuita nella sua essenza, ponendola in coda ad ogni altra umana esigenza, come fosse un inutile orpello, uno svago sentimentale che si può coltivare nel tempo ordinario, ma deve cedere il passo ad attività più serie nei frangenti più impegnativi. Si realizza così, sotto l’urgenza dell’epidemia, il sogno di tutti i laicisti: comprimere l’esperienza religiosa nella sfera privata, o meglio ancora nel privato del salotto di casa, dove eventualmente assistere alle desolate cerimonie religiose celebrate in chiese vuote sullo schermo televisivo.
E così la parola che esce dalla bocca di Dio svanisce giorno dopo giorno all’orizzonte della nostra società, e viviamo solo del pane dei supermercati.
(foto archivio: le telecamere Rai in Santuario)
07042020
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Commenti
Adesso capisco perché in questo paese non ce la possiamo fare.
Si puo pregare anche in casa.
Non penso il Signore gradirebbe un inutile martirio dei suoi suoi fedeli.
Ha smosso piu’ coscienze e cuori un Papa solo in una piazza deserta.
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È vero è stato un momento impressionante anche per un non credente
Agli alimenti “fisici” proprio non si può rinunciare, ecco perché i supermercati, pur con le note cautele, rimangono per forza aperti. Gli alimenti “spirituali” passano anche via web… Con la gioiosa speranza di ritrovarci tutti insieme a far festa prima o poi! La scelta di azzerare rischi di contagio in chiesa mi sembra una bella scelta di responsabilità.
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giustissimo commento.
aggiungerei solo che tanti che oggi invocano “riapritele”, li avrei voluti vedere quante volte frequentavano quando erano aperte.
Dio del cielo io ti aspetterò,nel cielo e sulla terra ti cercherò.da Spiritual di Fabrizio De Andre’.E ancora”ci hai dato il pianto e il riso e noi qui sulla terra non lo abbiamo diviso “.Non penso sia musica per i supermercati e nemmeno per le chiese ma per l’umanità dolente che è in viaggio per il ritorno.
E’ raccapricciante leggere questa nota espressa da chi, dichiaratosi cattolico, infonde con personali interpretazioni delle sacre scritture un sinuoso fine di confondere, riservandosi di porre in evidenza una forte contrapposizione tra la fede che il cattolico cristiano ha nel suo cuore di osservante e l’autorevolezza laica del Comitato Scientifico Nazionale che ha dettato per questa pandemia comportamenti idonei a tutela della salute di tutti, su richiesta del Governo Italiano. Il cristiano è sempre un uomo che ha facoltà proprie di intendere e di comprendere non solo il significato ma l’essenza della parola di Dio, da non confondere con il politichese e i suoi anfratti.
Da quando i politici non sono più in grado di fare politica tentano di fare altri mestieri. Ultimamente va molto di moda, presso i politici, intraprendere la strada della predicazione sacerdotale e della preghiera … a volte anche in diretta TV, come di recente abbiamo visto con Salvini. A costoro, compreso il nostro consigliere comunale, consigliamo sommessamente la lettura del Vangelo di Matteo, capitolo 6, versetti 5 e 6. Buona lettura e buona settimana Santa.
questo non ha capito proprio niente. è il solito cattolico del fate come me e se non lo fate siete scomunicati. L’anima fa parte del corpo ma ilcorpo deve essere messo in sicurezza. quindi benissimo fanno le autorità ecclesiastiche a non cedere a queste voci stonate fuori dal coro. Come ha detto Gesù non solo a Gerusalemme ne sul monte sion troveret Dio, ma in ogni luogo dove lo cercherai con animo sincero. quindi anche in casa propria e usando i mezzi messi a disposizione dalla chiesa per trasmettere le funzuioni di questa settimana autentica. Quelli come indelicato e salvini sono i falsi profeti che pensano che baciare il rosario (senza magari sapere i misteri) o fare i baciapile siano la salvezza della loro anima.
Durante un’emergenza si dovrebbe vivere, secondo quello che suggeriscono le rilevanze scientifiche.
Si dovrebbe rispettare quello che la Chiesa stessa ha deciso. (una volta si usava l’obbedienza)
Oggi tutti che vogliono andare in Chiesa, si accettano scommesse sulle pregresse frequentazioni degli stessi.
E non fa male ricordare. Matteo 6, 5-8
“Quando pregate,
non siate simili agli ipocriti
che amano pregare stando ritti
nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze,
per apparire agli uomini…
Tu, invece, quando preghi,
entra nella tua dispensa
e, chiusa a chiave la porta,
prega il Padre tuo nel segreto;
e il Padre tuo, che guarda nel segreto,
ti ricompenserà….”
Per le Chiese chiuse la scelta rigorosa è stata fatta dalla CEI andando a ben vedere oltre le richieste del Governo e gli accordi tra Stato e Chiesa. Se quindi ai “capi” poco interessa comunicare la specie eucaristica ai fedeli perchè dovrei lamentarmi?
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Può capitare che sia la truppa a infondere coraggio agli ufficiali …
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Ma davvero è una questione di coraggio? Dunque un coraggioso potrebbe decidere di fregarsene delle norme e far quel che gli pare incurante del bene di tutti.
Tra l’altro tutta questa necessità della funzione religiosa mi sa tanto di una forma di edonismo che poco centra con l’essere cristiano.-
il coraggio vero si ha rispettando le disposizioni.
oggi tutti “fervidi credente” bene pregate e fate del bene, oggi come oggi per farlo non serve una Chiesa aperta
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…..e il vino?
gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma verso il vino e spezzo il pane
per chi diceva ” ho sete, ho fame”
Paolo Enrico Colombo
Basta con questa chiesa. Nella storia ha fatto solo danni. Guardiamo avanti.