Comitato: “Per l’ospedale servono risorse umane e finanziarie. Non è solo un problema di Asst”
15 Febbraio 2021

SARONNO – “Da anni denunciamo il lento e progressivo declino dell’ospedale di Saronno. Siano ora benvenuti tutti i sostenitori del nostro Presidio anche se il ritardo fosse imputabile alle opinabili relazioni fornite dalle Direzioni generali dell’Asst Valle olona. Se, ora, l’interesse di tutti è la difesa ed il rilancio del nostro ospedale non faremo mancare il nostro supporto come da sempre dato. Ma abbiamo alcune osservazioni circa le prime proposte”
Inizia così la nota del Comitato per la salvaguardia dell’ospedale di Saronno in merito al futuro del presidio di piazzale Borella.
“Abbiamo letto che il trasferimento ad altra Asst sarebbe la soluzione del problema, come avvenuto ad Angera. Consideriamo poco appropriato l’esempio sia per le caratteristiche dei due ospedali sia per il territorio interessato,
Non sarà certo il trasferimento ad altr’azienda , Lariana o Rhodense che sia, a risolvere i gravi problemi che affliggono in nostro ospedale.
Le enormi carenze organizzative, strutturali e gestionali sono risolvibili solo con il preciso intento di trovare una soluzione vera e definitiva, mettendo in campo le necessarie risorse umane e finanziarie”
Seguono alcuni esempi sulle criticità che deve affrontare il presidio saronnese: “Le carenze sono anzitutto organizzative: occorre riaprire i reparti ingaggiando i Primari mai sostituiti, reclutando o richiamando le equipe mediche e tutto il personale necessario per ripristinare i posti letto indispensabili e la loro piena attività. Il recupero dei reparti di Pediatria, Ostetricia Ginecologia, Oncologia, Fisiatria, Otorinolaringoiatria, Oculistica e dei servizi di Anatomia patologica, Laboratorio Analisi, Microbiologia e Immunotrasfusionale è fondamentale per un Ospedale di primo livello come è stato e deve essere quello di Saronno che, lo ripetiamo alla noia, serve un bacino superiore alle 190.000 persone.
Le carenze sono anche strutturali: il presidio necessita di una profonda ristrutturazione con una spesa ben superiore a quanto sinora finanziato e sarebbe un investimento economico per nulla fuori misura se si pensa alle centinaia di milioni di euro che sono stati spesi e che si spenderanno per la realizzazione dei nuovi presidi di Garbagnate, Legnano, Como e Busto/Gallarate.
Il comitato affronta anche il tema dell’attrattività di un ospedale: “E’ legata alla decenza ed al decoro della struttura, alla qualificazione dei medici e di tutto il personale sanitario, alle prospettive di carriera e di crescita professionale che può offrire. La fuga dei professionisti è dovuta a tutti questi fattori e quanti oggi sono rimasti lavorano in una struttura non decorosa, con scarse possibilità di miglioramento professionale e sono sottoposti a turni di lavoro massacranti”
Infine le distanze: le considerazioni sulla distanza tra Saronno e Como o Garbagnate o Legnano ci fanno sorgere un malizioso sospetto. Se si cerca di valutare quale altra sede sia più comoda da raggiungere per i cittadini del nostro vasto comprensorio non ci siamo intesi sull’obiettivo! Noi vogliamo che i cittadini di Saronno e del saronnese possano essere curati efficacemente nel nostro storico e glorioso ospedale e debbano spostarsi solo per prestazioni di altissimo livello (Cardiochirurgia, Neurochirurgia, trapianti). I pazienti di Cardiologia, Ostetricia, Pediatria, Oncologia, Riabilitazione in primis non possono esser costretti a lunghe e disagevoli trasferte. Per non dire dell’importante e vitale indotto per la città, per i cittadini e per le Aziende di tutto il comprensorio.
La gestione da parte di questa o quella Asst riteniamo venga dopo tutto ciò e non prima, come sembra da recenti dichiarazioni.
Non vogliamo pensare che i nostri cari, giovani o anziani che siano, debbano esser curati lontani da casa. Né che non si possa più nascere a Saronno!
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Commenti
Il solito bla bla bla politico. Ancora una volta cercano di spianare la strada all’assistenza privata. Il problema si risolve con l’apertura dei reparti e l’assunzione di personale medico e paramedico. Il cambiamento territoriale comporta un avvicendamento di anni. Soltanto che politicamente hanno trovato delle soluzioni a favore del privato.
Finalmente questa volta è stato centrato il tema e i reparti chiusi!! Forza!!
Si consideri anche il fatto che ogni riazzonamento dei presidi comporta, per almeno un anno se non di più, una estrema confusione organizzativa, (chi comanda chi, procudure diverse da riallineare, modulistica da riconvertire…) che di fatto paralizza, rallenta, ostacola il normale lavoro dei reparti. Chi scrive e un medico che ci è passato. Vi sembra questo il momento opportuno? E non è forse meglio irrobustire l’organico, ripristinare i reparti, aggiornare struttura e tecnologia? A meno che, come sempre, i fini non detti siano altri… Ci siamo ormai abituati all’opacita’ delle decisioni di Regione Lombardia.
Parole sacrosante! Non siamo figli di un Dio minore, anche noi siamo cittadini lombardi e pretendiamo rispetto, siamo stufi di fare chilometri e chilometri in macchina per qualsiasi cosa.
Monti, leggi, così impari qualcosa.
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Leggono solo quello che fa comodo, hanno lenti speciali