SARONNO – “Sono settimane in cui si discute molto di discriminazioni. Il Comune di Saronno nella Giunta di giovedì 13 maggio ha deliberato l’adesione alla rete RE.A.DY, nata per coordinare sinergicamente a differenti livelli di governo le azioni di Enti Locali e Regioni finalizzate a prevenire, contrastare e superare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, anche in una chiave più ampia di altre discriminazioni per sesso, età, disabilità, origine etnica e orientamento religioso”

Inizia così la nota dell’Amministrazione comunale in merito all’adesione alla rete Ready

“La rete nasce a Torino 16 anni fa e oggi vede l’adesione di più di 200 amministrazioni tra Municipi, Comuni, Province e Regioni: dalla Liguria a Vicenza, da Perugia a Trento, da Messina a Cagliari e Bari, dal Piemonte alla Toscana e all’Emilia, da Torino alle Marche a Roma a Ferrara a moltissimi altri.

“Viviamo una fase della storia a causa della pandemia”, afferma il Sindaco Augusto Airoldi, “nella quale le tensioni sociali sono aumentate e aumenteranno ancora di più. Crescono le fragilità economiche e sociali e con esse le potenziali e già reali forme di intolleranza. Per questo abbiamo voluto iniziare un percorso come Comune di Saronno per sviluppare una serie di iniziative a 360° contro ogni forma di discriminazione e aiutare i nostri concittadini, soprattutto i giovani, a prevenirle e contrastarle nel rispetto della Costituzione e delle leggi nazionali e internazionali. Sarà un percorso che porteremo avanti nei prossimi anni e che cominciamo con l’adesione, insieme a centinaia di altre amministrazioni comunali e regionali, alla rete RE.A.DY che ha 15 anni di esperienza e di buone pratiche formative e culturali.”

“E’ stata una scelta di responsabilità sociale a tutela delle tante persone che vengono discriminate e aggredite verbalmente e a volte fisicamente sulla base delle loro scelte o delle loro condizioni”, sostiene l’Assessore alle Pari Opportunità Laura Succi,”e Saronno è una città e una comunità che queste aggressioni non possono tollerarle perché sono lontane dalla nostra storia e dai nostri valori civici e morali. Come stiamo lavorando sul fronte delle opportunità per le donne e per i giovani nella ripartenza dalla crisi della pandemia non possiamo che dedicare la giusta attenzione anche alla costruzione di una rete di sensibilità diffuse e condivise verso tutte le persone che esercitano le loro libere identità di genere e di orientamento sessuale.

La Rete RE.A.DY e le tantissime amministrazioni guidate da tutti i partiti è per noi una garanzia di serietà e di imparzialità in una battaglia di prevenzione e crescita sociale che unisce tutti senza bandiere di partito. E proprio per accompagnare questa scelta in Giunta abbiamo anche deciso di patrocinare (insieme al Comune di Bollate) un bel video che lanciamo proprio oggi, che è la Giornata internazionale contro l’omofobia e che colpisce perché ci troviamo tutte le parole che come pietre possono colpire persone che hanno la sola colpa di amarsi.”

(foto archivio)

8 Commenti

  1. Anticipo quelli che potrebbero chiedersi se l’amministrazione è a favore del ddl zan o no per farne una questione politica e di dibattito.

    Se lo fareste spostereste l’attenzione del problema della discriminazione e della prevaricazione e la discussione andrebbe in altra direzione.

    D’altro canto il RE.A.DY tirato in ballo in questo momento in cui si sta discutendo il ddl zan sembrerebbe come mostrare l’attenzione a questi problemi trattati nel ddl zan ma cercare di non associarli a questo in modo da non essere categorizzati come quelli che sono a favore dei nuovi orientamenti sessuali non convenzionali per alcune istituzioni.

    • L’adesione alla rete Ready non comporta il pagamento di alcuna quota; le sarebbe bastato cercare su Google il sito in questione per evitare questo commento a sproposito.

      • Ricky…tempo perso…lo sanno benissimo ma la parola d’ordine è sempre una: mistificare

  2. Video realizzato a costo zero.il patrocinio comunale non è costato nulla, ma anche fosse stato, per una causa di civiltà sarebbero stati soldi ben spesi…

  3. Personalmente se una cosa è giusta ed è condivisa si fa anche se ha un costo. Non è quello il problema. Piuttosto mi chiedo come una scelta di tale rilevanza sociale e culturale fatta nel bel mezzo di un dibattito acceso che sta spaccando l’intero Paese sia stata presa senza nessuna discussione previa né in commissione cultura né in Consiglio Comunale. È un pessimo precedente sul piano del metodo.

Comments are closed.