Valter Mainetti, la collezione sui fratelli Dufy da non perdere
Avere la possibilità di scoprire la storia dell’arte attraverso l’archeologia e la pittura è sempre una grande emozione, soprattutto perché senza potremmo capire ben poco del nostro passato. L’arte è un perno fondamentale della storia dell’uomo, perché ne rappresenta l’anima, l’ispirazione, le sfumature – è un sentimento profondo. La raccolta dei dipinti dei pittori Dufy è stata riunita dal collezionista Valter Mainetti, che dell’arte è un promotore instancabile. Molto nota è, infatti, la sua collezione sui discendenti di Augusto, visitabile al Museo Ara Pacis di Roma.
Raoul e Jean Dufy vanno ovviamente contestualizzati: chi erano questi pittori? Cosa hanno voluto lasciare ai posteri e come hanno usato la loro incredibile arte? Solo attraverso gli esperti possiamo rispondere a tali domande. Vissuti a cavallo tra il XIX e il XX secolo, l’arte dei Dufy va assolutamente riscoperta, perché è un piacere per gli occhi e per l’anima.
Chi erano i fratelli Dufy
La Parigi di allora non era molto diversa da quella che conosciamo oggi: artistica, variopinta e incredibilmente proficua, era il baricentro culturale dei tempi e attirava a sé tantissimi talenti in cerca di fortuna e di un po’ di pubblicità. Tra l’altro, Parigi era anche figlia di un punto di rottura importante: l’impressionismo aveva sconvolto totalmente ogni parametro accademico. L’arte era libera – di pensare, di essere, da vivere.
Dopo l’impressionismo, arrivò la corrente espressionista europea: da Matisse, l’uso dei colori vividi, quasi palpabili. Ed è proprio qui che inizia la storia dei fratelli Dufy, nati a undici anni di distanza tra loro, in Normandia. Sebbene le difficoltà iniziali – in particolari economiche – i Dufy si appassionarono inevitabilmente alla pittura. Nessuna indicazione accademica, però, per loro: seguivano la scuola d’arte, ma si lasciavano andare agli esperimenti. Questo permise loro di imparare, ma anche di differenziarsi da tutti gli altri pittori dell’epoca.
In particolare, fu Jean a scegliere di trasferirsi a Parigi, per vivere l’arte: in quel periodo – ma anche ora – era sede di grande bellezza. Ovunque si trovavano cavalletti su cui dipingere per le strade. Parigi parlava d’arte, e l’arte parlava inevitabilmente di Parigi.
L’arte dei fratelli Dufy
Jean realizzò moltissimi dipinti a Parigi, infatti: i dipinti della collezione dei fratelli Dufy parlano di una città senza tempo. Nonostante tutto, l’approccio scientifico del colore di Jean è davvero incredibile: avere l’occasione di soffermarsi sui suoi lavori, grazie a Valter Mainetti, fa davvero bene al cuore.
I contrasti sono un altro tema tanto caro ai fratelli Dufy: in particolare, Jean ne ha fatto un vero e proprio stile personale. Dai toni caldi fino al buio del cielo, il contrasto genera subito uno stacco netto all’occhio: il famoso tocco Fauve, che tanto era stato criticato (e persino a Matisse), con Jean divenne un vero e proprio aspetto irrinunciabile dell’arte dei tempi.
Uno dei temi più ricorrenti dell’arte dei fratelli Dufy, in ogni caso, è una Parigi mondana, viva, palpitante, che ha tante storie da raccontare e inevitabilmente legata agli eventi più chic dell’epoca. Un’altra grande magia si può notare nella Collezione Mainetti: i dipinti circensi. Carichi di rosso – la sfumatura glamour per eccellenza – i dipinti ci trasportano in un’epoca che ormai non c’è più, ma che possiamo rivivere attraverso l’arte. Per fortuna.
Infine, un altro grande dipinto che si trova nella collezione Mainetti sui fratelli Dufy è la famosa scena di caccia. Evocativo e suggestivo, questo dipinto non raffigura la caccia in sé, bensì la pre partenza, quando i cavalieri si radunavano prima di andare. Un’atmosfera assolutamente unica nel suo genere: osservando il quadro, notiamo le pennellate veloci, ma anche la sensazione del vento sulla pelle dei cavalieri e persino possiamo cogliere raggi solari. Una bellezza rara.