SARONNO – A distanza qualche giorno dalla conclusione della prima fase del percorso di partecipazione avviato dalla proprietà dell’ex Isotta Faschini l’ex consigliere comunale Nicola Gilardoni condivide con la città la propria riflessione per progetto e il futuro della città con spunto al confronto cittadina.
Ho ascoltato idee, progetti, proposte che richiamano una visione condivisibile, di cui in passato si è molto parlato in consiglio comunale, una visione proiettata al futuro, tesa a rendere attrattiva la nostra città, a ridare a Saronno un ruolo di sviluppo e crescita sull’asse Milano Malpensa, anche grazie alla centralità della città nel sistema ferroviario regionale. Ho anche sentito parole rassicuranti su come disegnare questo spazio, così importante per il futuro della nostra comunità; su come conciliare le esigenze di nuovi spazi (i pieni) e le esigenze di rigenerazione ambientale (i vuoti); su come porre attenzione al mantenimento di luoghi – memoria di un passato di lavoro ed ingegnosità; su come porre attenzione alle esigenze di spazi di formazione ed apprendimento, di incontro ed intrattenimento soprattutto per i giovani.
Tutto entusiasmante, tanto da spronare anche i normali cittadini a prendere parte a questo percorso di rinascita, non fosse altro che per il nome stesso della società attuatrice, denominata “Saronno città dei beni comuni”. Un nome che svela una prospettiva ancor più positiva: quella di aver voluto mettere in sicurezza l’area da soggetti speculatori, quella di aver coinvolto potenziali partner di grande impatto mediatico, quella di aver previsto funzioni di grande attrazione con ricadute positive per tutta la comunità, quella di voler coinvolgere tutti i cittadini in un ambizioso progetto di gestione “dei beni comuni”. (Su questo punto ci sarebbe bisogno di maggiore approfondimento, per comprendere meglio il percorso, gli strumenti, le responsabilità, la garanzia di continuità, la differenza con la cessione diretta al comune…).
Di contro emergono da parte della proprietà, in maniera più soft nell’incontro over 35 ma più evidente nell’incontro under 35, le chiusure, i ritardi, le incomprensioni con l’Amministrazione Comunale. Per me, che ho dedicato parecchio tempo della mia vita alla politica cittadina, questo aspetto è inconcepibile. Le due parti non possono essere sorde l’una con l’altra. Le due parti sono entrambe essenziali alla buona riuscita del progetto.
Da una parte ci sono le regole della pubblica amministrazione da rispettare, i parametri urbanistici, le funzioni, i vincoli, le dotazioni pubbliche o di interesse pubblico previste dal Piano di Governo del Territorio, dall’altra ci sono il coraggio e la lungimiranza di una proprietà che ha bisogno di certezze per portare a termine la proposta. Ogni attuatore, ancor più in questo caso, deve aprire un confronto con l’Amministrazione comunale. Un dialogo franco ed aperto non può che modificare e migliorare le ricadute del progetto.
Si può fare! Lo slogan lanciato all’inizio dell’incontro … certamente! Ma dipende dal come. Sicuramente, a mio giudizio, chiarendo meglio: 1) la collocazione del parco e la sua fruizione come luogo “vivo” di presenze e attività; 2) una progettazione unitaria e coordinata, attraverso la redazione di un unico masterplan, che deve per forza coinvolgere la proprietà a sud dell’area tra via Milano e via Varese; 3) la questione della realizzazione del parcheggio di interscambio gomma-ferro, che oggi vede le Parti proporre soluzioni differenti con situazione viabilistiche tutte da approfondire; 4) il superamento del fascio dei binari e la ricucitura della città divisa dalla ferrovia, con un collegamento ad anello con il centro storico commerciale; 4) i dettagli ed i numeri dell’intera operazione.
Non spetta a me trovare la quadra del cerchio ma proprio per l’importanza che ha questo progetto mi viene da dire: “chiudetevi in una stanza, buttate via la chiave e rimanete riuniti finché non avete appianato le difficoltà o le divergenze che riscontate”. Ma fate in fretta. Il mondo va avanti e Saronno non può rimanere indietro.
Intanto il sindaco di Milano sala annuncia sulle pagine del corriere della sera uno stesso progetto simile a quello di Saronno con lo stesso soggetto accademia di Brera su di un area simile alla nostra dove sono già partiti i lavoro di riqualificazione , queste sono ombre che vanificano quanto raccontato sull’isoltta non e’ che il treno sia già partito ma per un ‘ altra destinazione dovuto alla non capacità di cogliere l’attimo per vedere definitivamente sistemato questo comparto così importante per la città di Saronno
Il Comune non deve tirare fuori nemmeno un euro per questo fantasioso progetto e non si deve prendere in carico niente. Chi lo vuole fare si cerchi altri finanziamenti.
Gilardoni è tra i pochi adulti che sa stare coi giovani e capisce le loro esigenze
Condivido, bravo Nicola.
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