I robot industriali sono sicuri ed efficienti in tutti i settori?
Nel corso degli ultimi anni, le industrie hanno potuto usufruire di numerosi benefici garantiti dall’automazione. Quella che è stata definita come quarta rivoluzione industriale ha messo a disposizione molteplici opportunità legate all’evoluzione tecnologica. Tuttavia, qualcuno non è ancora del tutto convinto, magari perché scettico a proposito della effettiva sicurezza che può essere garantita dai robot, almeno in alcuni settori: si pensi, per esempio, agli ambiti che prevedono il trattamento di beni alimentari o la manipolazione di prodotti delicati, come nel caso delle bottiglie di vetro, ma anche alle industrie in cui vengono realizzati oggetti per bambini. Ebbene, le titubanze degli scettici meritano di essere smentite, perché l’errore umano continua a essere più frequente e più pericoloso rispetto a quello delle macchine.
I rischi correlati all’impiego dei robot
Questa considerazione non vuole, in ogni caso, negare a priori alcuni dei rischi che possono comunque essere correlati all’utilizzo dei robot. Questi possono essere fonte di pericoli nel momento in cui producono vibrazioni o rumori, ma possono anche causare impatti o urti. Se è vero che i robot – così come i loro fratelli cobot – sono dotati di sensori per la sicurezza, è altrettanto vero che essi non sono infallibili, per il semplice motivo che possono essere oggetto di attacchi informatici o magari smettere di funzionare a causa di un guasto, di una manutenzione non adeguata o di una interferenza elettrica. Ci possono essere rischi dal punto di vista della sicurezza, inoltre, per le attrezzature che vengono usate dai robot, come i dispositivi meccanici, le pinze, gli elettrodi di saldatura o i laser.
La gestione delle nuove tecnologie
In sintesi, è innegabile che i robot facilitino e rendano più sicure le procedure, come il picking e il material handling; tuttavia affidarsi a loro non deve portare a una cieca fiducia nelle loro doti. Al contrario, è sempre opportuno essere consapevoli dei rischi correlati alle nuove tecnologie, di certo minori rispetto al passato ma non per questo trascurabili. Inoltre, i sistemi automatizzati e i robot sono progettati e sviluppati per incrementare al massimo la produttività, e ciò può innescare uno squilibrio rispetto alle capacità cognitive e fisiche dei lavoratori.
Il fattore umano
Le soluzioni di automazione proposte da aziende come LCS Group devono essere interpretate come un sostegno e non come un ostacolo alla ricerca dei più alti standard di sicurezza. Il fattore umano, per sua natura, è foriero di errori che le attrezzature e gli impianti di ultima generazione possono attenuare solo in parte. Gli errori umani possono essere di vario tipo: knowledge based, rule based o skill based. I primi sono causati dalla mancanza di conoscenza o alla difficoltà di mettere in atto soluzioni adeguate per effetto di una applicazione non adeguata; i secondi derivano dalla scelta di procedure sbagliate in relazione alla situazione di riferimento o giuste ma applicate nel momento sbagliato; gli ultimi, infine, sono frutto di scarsa attenzione o magari di un ridotto impegno mentale dovuto alla ripetitività delle mansioni svolte.
Gli errori attivi e gli errori passivi
Gli errori umani in un contesto industriale possono essere classificati anche a seconda delle condizioni in cui essi si verificano e in base alla causa scatenante. Per esempio, gli errori di tipo attivo sono quelli che derivano da azioni compiute dagli operatori; gli errori causati da fattori passivi, invece, scaturiscono da situazioni che non sono presenti direttamente in loco. Si parla, in questo secondo caso, di errori latenti, magari determinati da attività e situazioni che c’entrano poco o nulla con l’incidente. Per esempio, un errore di tipo organizzativo o normativo si può tradurre in un incidente. Ebbene, i robot aiutano a ridurre gli errori di tipo attivo, ma non quelli passivi. Ecco perché con i robot gli errori innescati da fattori umani si riducono, ma non possono essere neutralizzati del tutto, specialmente se a monte ci sono delle procedure di controllo o dei sistemi non adeguati.
Errori umani e no: i dati che mancano
Come viene evidenziato nel rapporto Inail “Conoscere il rischio”, il fattore umano ha una responsabilità predominante in quasi tutti gli errori e gli incidenti che si verificano in un contesto di lavoro. Si parla di incidenti in tutte le occasioni in cui si verifica una deviazione rispetto alla procedura di lavoro corretta, che può determinare delle conseguenze pericolose per il sistema. D’altra parte le statistiche non mettono a disposizione dati precisi. Così, il fattore umano rischia di essere sottostimato, dato che le ricerche quasi sempre danno statistiche descrittive degli eventi ma non tengono conto di tutte le variabili che potrebbero spiegare in modo più approfondito le origini degli errori.