SARONNO – “Le dimissioni del consigliere comunale Giuseppe Calderazzo come punta dell’iceberg della profonda crisi del Pd di Saronno guidato da Rino Cataneo. Il primo partito della coalizione che sostiene il sindaco Augusto Airoldi è da anni alle prese con correnti e divergenze d’opinioni su temi locali e nazionali ma nelle ultime settimane la situazione è degenerata tanto da portare ad un progressivo sfilacciamento della compagine politica”.

E’ la dura analisi che traccia Alberto Paleardi, storico volto della politica saronnese, che fa il punto sulla situazione dei democratici a Saronno. Il partito del sindaco Augusto Airoldi stanno vivendo un momento di profonda crisi culminata la scorsa settimana nella decisione del consigliere Giuseppe Calderazzo di lasciare il gruppo consiliare: “Se prima era Gilli che con il suo voto teneva in piedi la maggioranza ora il ruolo di primadonna è di Calderazzo che da esterno votando come dice lui stesso di volta in volta secondo coscienza deciderà se far andare avanti l’Amministrazione comunale“.

Nella sua analisi Paleardi non usa mezze parole: “Le dimissioni di Giuseppe Calderazzo segnano in modo inequivocabile il fallimento di Rino Cataneo nella sua veste di segretario cittadino del Partito democratico. Queste dimissioni sono solo le ultime di una lunga serie all’interno della segreteria del Pd. La prima ad andarsene è stata Sara Battistini che sino a pochi anni fa aveva addirittura ricoperto il ruolo di vicesegretaria provinciale. A seguire sono arrivate le dimissioni di Alessandro Papa (per mesi indicato come possibile presidente del teatro. Nomina al centro di un duro scontro tra il sindaco e il Pd). Prima di Natale è stato ufficializzato l’addio di Sabina Banfi, moglie dell’assessore Mimmo D’ Amato, al centro del polverone sollevato dalla sua nomina nella commissione esaminatrice per alcune nuove assunzioni in Municipio”

Quindi la complessa uscita di Calderazzo dal Pd per temi nazionali ma in cui Paleardi legge anche una critica all’operato in città ricordando come il consigliere fosse già stato l’anima critica dei democratici saronnesi: “Durante l’Amministrazione Porro, Calderazzo ha dato vita con Alessandro Papa a Partecipazione Democratica che tanto criticava l’operato in modo pubblico dell’allora primo cittadino pur facendo parte dello stesso partito”.

Paleardi tira le somme: “Tutte queste dimissioni hanno di fatto azzerato la segreteria scelta da Cataneo lasciandolo solo unico superstite. Ma le dimissioni in casa Pd non si sono fermate alla segreteria, sono continuate pure nella direzione politica rendendola di fatto priva di numero legale costringendo il segretario Cataneo a chiedere a persone non più iscritte al partito se volessero subentrare in direzione ottenendo però un fermo rifiuto. Anche sul fronte tesseramento la situazione è drammatica: si è passati da 110 iscritti 50 unità”.

Una crisi che arriva in un momento politico delicato: “In questa situazione il Pd di Saronno affronta la campagna per le elezioni regionali, ove si contrappongono di fatto tre schieramenti: il solito centrodestra che nel bene e soprattutto nel male ha governato la regione Lombardia (vedasi situazione ospedale di Saronno, medici di base introvabili), la sinistra con l’ alleanza Pd e 5stelle, ed il terzo polo trainato da Calenda/Azione e Italia Viva. A Saronno il Pd candida la miglior risorsa locale che ha: il bravo assessore ai Servizi Sociali Ilaria Pagani. Una candidatura importante per la città”.


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34 Commenti

  1. Questa volta Paleardi ha ragione. Senza Airoldi il PD di Cataneo la vittoria elettorale se la sarebbe sognata. E adesso è lui con la sua disastrosa direzione politica che mette in difficoltà l’amministrazione Airoldi. Ma possibile che il PD non sia capace di mandare a casa Cataneo?

    • I comunisti sono fortunatamente quasi scomparsi, purtroppo non si può dire altrettanto dei fascisti

      • Il comunismo è le sue ipocrisie sono vive e vegete e l’Italia ne porta le gravi conseguenze

  2. Fossi l’assessore Pagani manderei a stendere Cataneo. che si candidi lui alle regionali così vediamo quanti voti porta a casa. pazzesco!

  3. Sinceramente non capisco il perché di questo attacco/chiarimento… pare più una lotta tra vecchie ruggini, sintesi di vecchi rancori, invidia perché l’altro è riuscito in ciò in cui il Palenari ha fallito: diventare segretario, demolire il PD, staccare la spina…

  4. Cataneo ha distrutto il PD. È il motivo principale per cui non lo voto più a Saronno

  5. E pensare che Calderazzo è stato per anni uno dei colonnelli di Cataneo. Tra un paio di mesi Cataneo non sarà più segretario ma lascia dietro di se un cumulo di macerie politiche che il suo successore impiegherà anni a rimuovere. E intanto Airoldi e la sua amministrazione ne pagano le conseguenze.

  6. E cosa aspetta a dimettersi Cataneo? E’ riuscito a demolire un partito, cosa ci vuole ancora per mandarlo a casa?

  7. Ma Licata? Il capogruppo che dice? Il Piave mormorò ? Lo strenuo difensore dell’indifendibile Airoldi che fa? Ora dovrà rendere conto a Calderazzo delle boiate dell’amministrazione?

  8. Concordo pienamente con quanto scritto da Paleardi.
    Caro Cataneo , fatti da parte, la tua gestione è stata fallimentare !!
    Lascia il posto a qualcun altro !! sarebbe ora

  9. Bravo Paleardi ancora una volta hai fatto un’analisi giusta e senza peli sulla lingua di quello che è successo.

  10. Per esprimere un commento bisogna avere tanto CORAGGIO. La politica anche locale nella sua essenza non contempla alle seconde e terze linee di esprimere opinioni per ottenere autorevolezza. Le beghe da cortile sono prevedibili ma quelle da pollaio sono insignificanti e perditempo, oltre alla credibilità. Alla base di un partito popolare ha sempre ottenuto un posto di attenzione il RISPETTO DEI VALORI DEMOCRATICI E DELLE REGOLE e non il chiacchiericcio sbeffeggiato e risibile.

  11. Paleardi, nessuno lo vuole tra i piedi , era più renziano dei renziani e manco ad Italia viva lo vogliono

  12. Originale la chiusura dell’articolo che fa da sponsor alla candidata del PD alle regionali prima attacca la gestione del pd e poi spinge su una candidata nella lista regionale del PD, mi sa che ha un po ‘ di confusione in testa

    • Giusto un po’ di confusione…

      La prima domanda è chi è Paleardi e a quale titolo parla.
      La seconda è che senso ha discutere di un partito già morto come il PD.

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