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SARONNO – Infuria sempre di più la polemica, sia tra i cittadini che tra le istituzioni sulla detenzione al regime di 41-bis per Alfredo Cospito, che da ottobre ha iniziato uno sciopero della fame che ha portato al suo trasferimento nei giorni scorsi al carcere di Opera, per assicurare al detenuto le cure mediche necessarie a seguito di un aggravamento delle sue condizioni.
La scorsa domenica a Saronno, il Collettivo Adespota, movimento di ispirazione anarchica saronnese già da lungo tempo mobilitatosi per questa delicata questione, ha protestato in piazza San Francesco, con l’obiettivo di portare il caso alle istituzioni per una revisione della pena, anche se, il Governo e i ministeri incaricati hanno confermato la linea dura, esaltando una certa fermezza: “Non trattiamo con i terroristi”.
Molti hanno sentito il suo nome per la prima volta qualche giorno fa, e qualcuno ancora non si è informato a dovere su un caso che mette in dubbio il “Carcere duro” tanto voluto dalle istituzioni durante gli anni d’oro delle stragi mafiose, quindi: chi è Alfredo Cospito? Che tipo di reati ha commesso?
Alfredo Cospito nacque a Pescara il 14 luglio 1967, poco si trova sulla sua vita personale in rete, così come poco si trova della sua giovinezza e del suo avvicinamento alle frange dell’anarchismo armato ed eversivo della Fai, Federazione Anarchica informale, gruppo anarchico di matrice totalmente antistatalista, di cui Cospito faceva parte prima dell’arresto.
Alfredo Cospito è quindi più conosciuto per i crimini che ha commesso. Nel 2012 insieme al suo complice Nicola Gai, gambizzarono (Modus operandi tipico delle Brigate Rosse negli anni ’70) Roberto Adinolfi, importante dirigente dell’azienda energetica Ansaldo Nucleare; Cospito fu arrestato nel settembre 2012 a Torino, insieme al suo complice; durante l’udienza definì un “godimento” l’aver sparato ad Adinolfi, ammettendo di fatto il crimine commesso, fu condannato a 10 anni e 8 mesi.
Nel 2006 Cospito e la su compagna, piazzarono due ordigni nei pressi della scuola allievi carabinieri di Fossano, i due esplosivi, atti a provocare vittime, lasciarono tutti i presenti illesi; la Cassazione riqualificò l’attentato secondo il codice 285 del Codice Penale: “diretto ad attentare alla sicurezza dello Stato” (non venne applicato questo articolo né per le stragi di Capaci e via d’Amelio né per la Strage di Bologna, l’attentato dinamitardo di matrice neofascista del 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna); a Cospito fu dato l’ergastolo ostativo, e siccome fu considerato un rischio per la sicurezza carceraria, venne disposto il regime di 41-bis nel carcere di massima sicurezza di Bancali in Sardegna.
Uno snodo cruciale per il caso, vi è infatti stata la conferenza stampa con presenti il vicepresidente Tajani, il ministro della Giustizia Nordio e il ministro dell’Interno Piantedosi, che hanno ribadito la linea dura dello Stato che “Non tratta con i terroristi”.
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06022023
Uno che ha sparato a una persona, messo due bombe, minacciato persone e sollecitato alla violenza. Mi spiace la mia solidarietà va a chi soffre per malattia, perdita del lavoro indigenza ecc… non certo per il sig di cui l’articolo
Approvo in toto la sua analisi, anzi fin troppo buono
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