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SARONNO – “Saronno, il borgo dei 100 pozzi” è il titolo della nota che pubblichiamo su come nella città degli amaretti si gestisse storicamente la necessità di acqua per usi domestici e produttivi.
Tempi strani, quelli della siccità nel “borgo dei cento pozzi”.
Saronno, collocata nella pianura asciutta lombarda, non ha storicamente mai avuto problemi di approvvigionamento dell’acqua, per gli usi domestici o produttivi: per i secondi l’agricoltura si è adattata alla mancanza di risorgive naturali (“fontanili”) prima e di canali artificiali poi (il Canale Villoresi passa da Lainate, qualche chilometro a sud), derivando quando possibile le acque dal torrente Lura, affidandosi il più delle volte alla consuetudine normale delle precipitazioni piovose.
Per gli usi domestici, Saronno ha sempre fatto affidamento sulla “rete” diffusa dei pozzi privati, collocati in ogni cortile all’interno del borgo e in ogni cascina all’esterno del centro abitato. Un apporto fondamentale veniva garantito anche dal pozzo comunale o civico di “Piazza del Grano” o “Piazza del Mercato” (attuale Piazza Libertà). Anche alla Cassina Ferrara, nell’attuale Via Pozzo, si trovava appunto il pozzo della comunità.
I pozzi pescavano, a seconda della loro collocazione sul territorio comunale e del periodo, nella prima falda, ad una profondità indicativa compresa tra i venti e i trenta metri dal piano di campagna. Avevano spesso pareti di sassi e mattoni e il più delle volte un diametro compreso tra ottanta centimetri e un metro.
Si trovavano pozzi nei cortili, come detto, ma anche all’interno del Chiostro di San Francesco, oppure nell’antica Chiesa di Santa Marta. C’era un pozzo anche al Santuario, collocato a sinistra della facciata progettata da Pellegrino Tibaldi. A proposito del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli, giova sottolineare l’importanza della presenza dell’acqua nei luoghi dedicati al culto mariano.
C’era un pozzo ovviamente anche alla Cascina Colombara, e poco più a nord nei pressi dell’antica Chiesa di San Solutore (nell’area attualmente occupata dalla stazione ferroviaria di Saronno Sud), si narra che l’acqua di questo pozzo fosse particolarmente fresca e buona.
C’erano i pozzi, e poi c’era anche la storia di un suicidio: nel 1695, Angela Leinata [Lainati], “giovine d’anni quaranta in circa” [vale a dire nubile], si tolse la vita gettandosi in un pozzo del centro cittadino, poiché “predominata da umori melancholici, e fantasmi tenebriusi”
Alessandro Merlotti








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Interessante ‘l’articolo ma a tuttoggi li abbiamo ancora questi pozzi o si sono esauriti?????
Manca il pozzetto di airoldi …..
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