Motorsport Lombardia: Alberto Ascari
9 Settembre 2024

Nasce a Milano il 13 Luglio 1918. Alberto è figlio d’arte. Resta orfano, dopo la morte di Antonio al Gran Prix di Monthlery. Ha solo 7 anni. A Milano, presso la concessionaria Fiat di famiglia, è sempre a contatto con i più grandi piloti e ingegneri del tempo, tra cui Enzo Ferrari. A 19 anni venne ingaggiato da un altro grande costruttore Lombardo di motocicli: La Bianchi. Nel 1940, Ferrari che non poteva ancora mettere il suo nome e il cavallino rampante sulle sue auto, gli offri la AAC (Auto Avio Costruzioni) tipo 815 Spider, per correre la Mille Miglia. Durante la guerra, l’autosalone con officina di Milano della famiglia Ascari, viene convertito a magazzino per i veicoli militari. Inoltre, Ascari organizza il commercio di benzina e approvvigionamenti per i veicoli in ordinanza alla spedizione in Nord Africa. Il suo socio in affari è un altro Milanese destinato ad essere ricordato negli annali del motorsport: Luigi Villoresi. Dopo la guerra, i due milanesi andarono al servizio di Enzo Ferrari. Alberto, già prima guida, partecipa alla seconda prova del campionato del Mondo di Formula Uno del 1950, a Monaco. Dopo aver gareggiato e vinto due gare nel 1950 e nel 1951, con il ritiro dell’Alfa Romeo dalla Formula Uno, monopolizza il campionato con la sua Ferrari. Vince 6 delle 8 gare del Campionato del 1952 (non corse ad Indianapolis n.d.r.), laureandosi Campione del Mondo di Formula Uno, il secondo Italiano, dopo Nino Farina. Anche il Mondiale del 1953 è appannaggio delle velocissime Ferrari. Quell’anno, Ascari è l’indiscusso dominatore del Campionato, vincendo 5 delle 8 gare in calendario, compreso il Gran Premio d’Italia a Monza. Ascari non era solo veloce, ma anche un gentleman molto rispettato, per il suo aspetto, non proprio atletico e per il suo grande sorriso. Inoltre, era assai supertizioso; schivava i gatti nei e rifiutava i numeri di gara “sfortunati”. Nessuno era autorizzato a portare o toccare la sua “borsa da lavoro”, contenente il casco di colore blu, la T-Shirt e i gli occhiali e i guanti da corsa. Un giorno Enzo Ferrari gli chiese perché non portasse mai la famiglia alle corse, seppur le fosse molto devoto. Ascari rispose: ”Non voglio che mi amino molto e mi stiano molto vicino. In questo modo, soffriranno meno quando morirò durante una gara”. Ormai sazio di vittorie, Ascari accetta l’ingaggio della Lancia, per gli anni successivi. Durante il gran Premio di Monaco del 1955, la sua Lancia D50 esce di strada alla chicane del porto. Ascari finisce in mare, con tutta la vettura. Fortunatamente, riemerge dall’acqua, subito dopo. Il naso rotto e qualche escoriazione gli ricordano quanto fortunato sia stato, in quell’occasione. Quattro giorni dopo Monaco, il 26 Marzo del 1955, Ascari va a Monza a vedere le prove della Ferrari di Castellotti. Non era previsto che guidasse. Non aveva portato dietro il suo casco blu. Chiese al compagno di prestargli il suo e salì in auto. Al terzo giro uscì inspiegabilmente di strada e morì. Aveva 36 anni. Il corteo funebre dal Duomo di Milano, vide sfilare quindici carri di fiori e condoglianze, fino al cimitero monumentale, dove riposa di fianco al padre Antonio. L’ultimo Campione del Mondo di Formula 1, il milanese Alberto Ascari.
(in foto: Alberto Ascari, foto NA, Jop Van Bilsen)