In Prepositurale fedeli, autorità e tanti doni per la messa d’accoglienza al nuovo prevosto
SARONNO – Si è svolta alle 18 di domenica 8 settembre la celebrazione della messa con il rituale di ingresso del nuovo prevosto di Saronno, monsignor Giuseppe Marinoni. Numerosi i fedeli di Saronno presenti insieme a molti invitati della città di Magenta, comunità in cui ha vissuto negli ultimi anni don Giuseppe. Presenti anche le autorità civili e militari, le associazioni cittadine e rappresentanti delle realtà religiose della città.
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Alla presenza del vicario di zona, don Luca Raimondi, che ha presieduto i riti di immissione, del vescovo don Erminio De Scalzi, del decano don Riccardo Pontani, di numerosi sacerdoti della città di Saronno e dei diaconi, sono stati presentati dei segni rituali: il vangelo, la chiave del tabernacolo, la stola viola, gli olii santi e l’acqua benedetta. Questi segni sono stati ripresi anche durante l’omelia di don Giuseppe in cui ha ricordato il suo predecessore don Claudio Galimberti.
“L’eredità di don Claudio mi spaventa un po’ ma sono sicuro che grazie a Cristo, il nostro principio, guida e via, la nostra speranza, possiamo iniziare un cammino insieme. La nostra comunità di Saronno è dedicata a Cristo Risorto. La parola di Dio ci dice di prestare attenzione a Gesù, l’apostolo mandato da Dio Padre. È lui il sommo sacerdote che offre se stesso e che intercede per noi, è il figlio che cerca di compiere la volontà del Padre e di rendere tutti noi vivi in questa sua casa. È Cristo che ci sostiene”.
“In questi quaranta giorni di mia permanenza in città, mentre conoscevo le vie e camminavo in mezzo a voi, sentivo dentro di me le parole di Gesù che rivolse a Paolo a Corinto: non avere paura, io sarò con te, in questa città ho un popolo numeroso. Cristo è il fondamento e protagonista di ogni nostra azione. Pocanzi, davanti a voi, ho rinnovato la mia promessa di obbedienza”.
Sono stati fatti riferimenti anche alle religiose e ai religiosi della città, a don Angelo Centemeri, ai laici, alla comunità pastorale, alle sei parrocchie che la compongono, al consiglio pastorale, alla diaconia, ai vari servizi per l’evangelizzazione, la liturgia, la carità.
“Il vescovo mi ha fatto dei doni, sono dei segni che la Chiesa madre e maestra ci consegna. Sono 5 doni, talenti che bisogna far fruttare. Non sono solo dei doni per me ma sono per tutta la comunità, dei sogni da realizzare. Ci è stato consegnato l’evangeliario: sogno che il vangelo sia per tutti e che la comunità rifletta grazie al vangelo. Mi è stato consegnata anche l’acqua con cui ho asperso i fedeli e che ci ricorda che la fede è la risposta personale a questa parola del vangelo. È una risposta da non dare per scontata ma che dobbiamo rinnovare con il passare del tempo e che dobbiamo trasmettere. Gli olii dicono che c’è il desiderio di accompagnare personalmente il cammino di tutti: i bambini con l’olio dei catecumeni, i ragazzi della cresima, gli ammalati e gli anziani con l’olio degli infermi. La chiave del tabernacolo che sottolinea con forza il primato di Dio. È stata consegnata anche la stola viola: noi sacerdoti fungiamo da ambasciatori di Dio che portano la voce e il perdono di Dio. Deve nascere un cammino di conciliazione che abbracci tutta la città. La città di Saronno deve essere capace di camminare insieme. Concludo dicendo che ho iniziato questo nostro cammino davanti alla madonna dei Miracoli e proprio da lei dobbiamo imparare a sapere ascoltare con le orecchie, con il cuore e con le azioni di vita nuova”.
Alla fine della cerimonia sono stati consegnati dei doni offerti dalle autorità civili e dalla comunità pastorale: un quadro rappresentante la natività di Bernardino Luini che si trova nel santuario della Beata Vergine dei Miracoli, un buono per l’acquisto di un set di pentole a induzione, un cesto con i dolci saronnesi e il DiSaronno, una stampa del buon pastore raffigurato nel manifesto, la targa della confraternita del santissimo sacramento.
Non sono mancati i ringraziamenti da parte del vescovo ausiliario don Luca Raimondi per il nuovo prevosto, per le sorelle e i cognati di don Claudio presenti in chiesa, ai confratelli che hanno concelebrato, ai consacrati e alle consacrate presenti, al decano che è stato amministratore parrocchiale della comunità pastorale, ai rappresentanti delle chiese sorelle e delle altre religioni, alle associazioni, alla confraternita, ai sindaci di Magenta e di Saronno, all’amministrazione comunale, alle forze armate, alla polizia locale, a chi ha preparato questi momenti, al coro, a chi ha servito l’altare.
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Commenti
E quindi? Si può dire? Quando facciamo festa perché la regione apre un paio di asili e sistema l’ospedale?
guarda le foto ma non si può entrare