Saronno, unottimo inizio per il Generazione Zero WorkFest: il festival del lavoro consapevole
SARONNO – Sabato 12 ottobre, all’ex Isotta Fraschini di Saronno, si sono tenuti i primi panel della prima edizione del Generazione Zero WorkFest, organizzata dal movimento Generazione Zero. Questo evento, il primo del suo genere, ha attirato un pubblico attento e partecipativo, con l’obiettivo di promuovere un dibattito critico e costruttivo sulle sfide lavorative delle nuove generazioni. Al centro della giornata, due panel di grande spessore che hanno esplorato il mondo del lavoro attraverso una lente innovativa e sensibile alle problematiche di genere.
Il primo panel, intitolato “Sulle spalle delle donne”, ha visto la partecipazione di esperte del calibro di Irene Facheris, attivista femminista e divulgatrice, l’europarlamentare del Pd Cecilia Strada, e Gaia Angelo, responsabile delle politiche di genere della Cgil Varese. A moderare il dibattito, la consigliera comunale Lucy Sasso, che ha dato il via alla discussione con una riflessione pungente sul divario retributivo tra uomini e donne, chiedendo al pubblico di immaginare un mondo in cui le donne non fossero più discriminate sul lavoro. “Io mi sono chiesta: cosa accadrebbe se da domani le donne venissero pagate quanto gli uomini? L’indipendenza economica è fondamentale per garantire libertà e sicurezza alle donne” ha affermato Sasso. Da qui, il dibattito si è sviluppato esplorando le barriere quotidiane che le donne incontrano nel mondo del lavoro, dalla disparità salariale alle difficoltà di conciliare lavoro e cura familiare.
Irene Facheris ha sottolineato l’importanza di coinvolgere gli uomini nel dibattito sulla parità di genere: “Dobbiamo smettere di rivolgerci agli uomini dicendo ‘pensa se fosse tua sorella’. Non serve. Gli uomini devono capire che il rispetto non ha bisogno di un legame di parentela“. La sua riflessione ha colpito il pubblico, evidenziando come il cambiamento debba partire dall’educazione e dal coinvolgimento attivo anche del genere maschile.
Gaia Angelo ha posto l’accento sulla necessità di condividere le responsabilità di cura all’interno delle famiglie: “Non ha senso chiedere parità sul lavoro se nelle nostre case non pratichiamo la parità. La condivisione del lavoro di cura è essenziale, e le donne devono essere le prime a lottare per questo cambiamento anche nei rapporti personali“. Angelo ha inoltre fornito dati preoccupanti riguardanti il mercato del lavoro in provincia di Varese, dove il 68% delle dimissioni volontarie nel 2022 sono state date da donne, spesso costrette a lasciare il lavoro a causa delle difficoltà nel conciliare vita lavorativa e familiare.
Cecilia Strada, intervenuta infine, ha spostato l’attenzione sulla dimensione europea, sottolineando la necessità di raccogliere dati accurati per monitorare l’efficacia delle politiche di parità. “Non possiamo affrontare un problema senza conoscerne la portata. Servono dati disaggregati per capire come migliorare la condizione lavorativa delle donne in Europa” ha affermato l’europarlamentare, mettendo in luce anche la segregazione di genere nei settori lavorativi, con le donne spesso impiegate in settori meno retribuiti come l’educazione e l’assistenza sanitaria.
Durante l’evento, le relatrici hanno anche proposto soluzioni per migliorare la condizione delle donne: è stata sottolineata l’importanza di introdurre un’educazione affettiva e sessuale nelle scuole per prevenire discriminazioni e stereotipi di genere fin da giovani; si è parlato del “confidence gap“, ovvero la mancanza di fiducia delle donne nel chiedere avanzamenti sul lavoro, e anche del rischio che l’intelligenza artificiale perpetui gli stereotipi di genere. Infine è stata ribadita l’importanza di educare i bambini all’uguaglianza, insegnando loro anche le competenze domestiche, per superare i ruoli di genere.
Interventi dal pubblico, tra cui quello della presidente di Rete Rosa Saronno, hanno ribadito la necessità di una formazione diffusa, nelle scuole e nelle istituzioni, per abbattere stereotipi e violenze che si trasmettono di generazione in generazione. Ha portato l’esempio della violenza economica e delle difficoltà delle donne vittime di maltrattamenti nel lungo percorso di recupero e giustizia, aggiungendo che la violenza patriarcale, anche se invisibile, permea la vita di tutti.
Oltre ai dibattiti, il Generazione WorkFest ha coinvolto numerose associazioni territoriali e nazionali come Cgil, Arcigay, People e Anpi. Durante l’evento, Arcigay ha offerto test Hiv gratuiti, mentre l’associazione Luca Coscioni ha raccolto firme per sostenere la campagna per l’aborto libero.
Nel pomeriggio di oggi, domenica 13 ottobre, si terranno altri due panel centrali per il futuro del lavoro. Alle 15 il panel “Lavorator* non schiav*” affronterà la precarietà giovanile, il problema degli stage non retribuiti e la necessità di riformare il sistema scuola-lavoro, discutendo delle nuove tutele richieste in un mercato instabile e in rapida trasformazione. Infine alle 16:30 il panel “Il lavoro sostenibile” esaminerà l’impatto della crisi climatica sul mondo del lavoro e proporrà soluzioni per integrare la sostenibilità, attraverso modelli di sviluppo post-crescita e decrescita, per rispondere alle sfide ecologiche.
Generazione Zero si propone di rendere il WorkFest un appuntamento annuale, con l’intento di far emergere nuove soluzioni alle sfide lavorative del futuro, dando voce a chi spesso non viene ascoltato. Gli organizzatori hanno evidenziato come questo sia solo il primo passo verso una riflessione più ampia e partecipata sui temi del lavoro consapevole e inclusivo.
(foto dell’evento)
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