Visto da Varese: Meno reddito disponibile ma voglia record di risparmiare
20 Ottobre 2024
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di EZIO MOTTERLE
Meno soldi sui conti correnti in provincia di Varese: i depositi bancari, nel primo semestre 2024, si sono attestati su 25 miliardi e 681 milioni di euro. Una pur contenuta flessione dovuta anche alla ridotta disponibilità di reddito dopo le crisi pandemica ed energetica. Gli effetti sul fronte creditizio si sono subito visti: come rileva la Camera di commercio i conti in banca, nel primo semestre 2024, registrano un ulteriore calo rispetto al valore osservato a dicembre 2023 (-0,8%), arrivando appunto a totalizzare 25 miliardi e 681 milioni, tra quote delle famiglie (circa due terzi del totale) e quote delle imprese. Non cala però, anzi resta a livelli record, la già tradizionalmente elevata propensione al risparmio, che vede la provincia di Varese al quinto posto assoluto in Italia secondo un’analisi del centro studi Tagliacarne. Risulta infatti che il 12,4% del reddito disponibile dei residenti finisca insomma accantonato per garantire un gruzzolo sicuro. Solo quattro province (Biella, Asti, Vercelli e Modena) fanno meglio di Varese. Che occupa poi il nono posto per risparmio complessivo delle famiglie, 2 miliardi 312 milioni, meno di tremila euro a testa stando alla statistica, al netto ovvio del celebre pollo. Per le famiglie l’ammontare del deposito bancario comunque resta ancora in calo rispetto a giugno 2023 (-1,5%) e anche rispetto alla fine dell’anno passato (-2,6%). Andamento da valutare considerando sia la minore possibilità di risparmio (dovuta anche all’aumento dei prezzi ma rimasta qui ai massimi livelli) sia l’orientamento verso strumenti più remunerativi. Le imprese mostrano un segnale opposto, con un aumento dei depositi sia rispetto a giugno (+7%) che a dicembre (+2,9%) del 2023. Prosegue intanto ancora la diminuzione dei prestiti, già rilevata lo scorso anno, che si attestano a 18 miliardi e 549 milioni (-5% rispetto al giugno 2023 e -1,9% rispetto a dicembre). Numeri e classifiche mutevoli, si dirà, ma di questi tempi preziosi indicatori di un benessere deciso a difendere i livelli raggiunti aggrappandosi ai suoi intramontabili primati. Più forti delle crisi.