Provincia: delega ai trasporti per Gilli, pari opportunità e transizione digitale per Agostini
SARONNO – Delega ai trasporti per Pierluigi Gilli, presidente del consiglio comunale e delgato della lista Con Saronno e transizione, sicurezza digitale e a pari opportunità per Alessandra Agostini. Sono queste le deleghe di cui si occuperanno i consiglieri del Saronnese in Provincia. A renderle note il presidente Magrini.
“Voglio esprimere il mio apprezzamento per il percorso che ha condotto a queste decisioni e che non ha riguardato solo la mia persona. In queste settimane, infatti, ho avuto modo di confrontarmi con tutti i consiglieri eletti all’interno di una serie di consultazioni non solo politiche. Si è aperto, per così dire e lo rivendico perché da sempre dico che Provincia è la casa dei Comuni, un percorso di condivisione per arrivare poi ad assegnare queste deleghe e sono soddisfatto dapprima nel metodo e poi – chiaro – anche nel merito, per i nomi scelti e le competenz”
La vicepresidenza è andata a Giacomo Iametti anche alla luce dei buoni risultati in termine di voti raggiunti.
Alessandra Agostini: Supporto ai comuni, comprendente la transizione e sicurezza digitale, oltre a pari opportunità;
Stefano Bellaria: Transizione ecologica, con attenzione a temi strategici come il territorio e Malpensa;
Michele Di Toro: Grandi eventi e infrastrutture sportive, tra cui le Olimpiadi Milano-Cortina;
Pierluigi Gilli: Affari legali e generali, trasporto pubblico locale e autonomia differenziata;
Carmelo Antonio Lauricella: Formazione, istruzione e inclusione;
Matteo Marchesi: Cultura e turismo, incluso lo sviluppo di Santa Caterina del Sasso;
Fabio Passera: Viabilità e infrastrutture, con un focus anche sulle piste ciclabili;
Mattia Premazzi: Bilancio, organismi partecipati e patrimonio;
Enrico Vettori: Sistema idrico integrato, con particolare riferimento ad AQST Lago Varese e rapporti con Alfa e ATO.
Magrini ha deciso di mantenere per sé le deleghe per la Protezione Civile, la Programmazione strategica e altre materie non assegnate.
“Come è normale e giusto che sia – spiega Magrini – per chi desidera che sia messo al centro prima il territorio, ho avuto importanti interlocuzioni anche con “Fratelli d’Italia Giorgia Meloni” e “Lega Lombardia ideale e civici”. Anche a costoro ho chiesto di partecipare attivamente alla vita amministrativa di Provincia di Varese perché il loro contributo, la loro esperienza di sindaci e consiglieri, può essere fondamentale. Possono ricoprire e presiedere importanti commissioni dove servono caratteristiche e peculiarità specifiche. Ho fatto l’esempio di merito, lo ribadisco per voi cari giornalisti, del contributo che potrebbero dare su temi come sanità, frontalieri, lavoro, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), l’intervento alla Caserma dei Carabinieri per alloggiare i Baschi Rossi a Malpensa, ecc.
Perché non permettere di utilizzare i suoi “doni” per questa Casa dei Comuni, per tutti i cittadini, s beneficio del territorio? Passando alla Lega, come non riconoscere l’esperienza ed il valore di Sergio Ghiringhelli anche su temi dove il suo stesso partito ha fatto battaglie? Io, lo dico serenamente, non mi trovo in opposizione a questi ipotesi di lavoro, anzi, chiedo unità di intenti su questi dossier e dico ai vari capigruppo che la mia non è una mano tesa, come erroneamente qualcuno definisce. Non è un contentino, è una stretta di mano vigorosa per lavorare insieme. Poi, vero, saranno loro a decidere in un quadro di maggioranza definito, con un perimetro chiaro perché anche questo è un equivoco che va superato. Non si tratta di allargare una maggioranza che già c’è, si tratta di cooperare per il bene di una estesa comunità in un momento storico dove, lo ha ribadito più volte anche il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, c’è bisogno del “coraggio di tutti” per affrontare le diverse sfide”.
E conclude: “Non so quali saranno le decisioni della politica sul futuro assetto delle Province. So quello che i presidenti hanno chiesto al Governo, ossia ridare un volto dignitoso a questi Enti con assessori, ritorno delle funzioni, delle deleghe, con una centralità nuova che non può più essere quella decaduta con la riforma Delrio. Abbiamo assistito ad una grande spinta propulsiva per rimetterci mano, da parte del Governo, che tuttavia si è intiepidita nel corso dei mesi dopo l’insediamento dell’Esecutivo e prevale incertezza in tutti noi. Urge una discussione profonda delle sue funzioni, ma anche della sostenibilità economica. Lo dico con deferenza ed amicizia all’amico Andrea Pellicini che ho visto in queste ore impegnato sul tema con alcune dichiarazioni alla stampa. Io sono della sua stessa idea: si torni a votare per le Province, Province nei loro pieni antichi poteri di manovra a beneficio dei cittadini amministrati. Sono certo che Andrea, che ben conosce Villa Recalcati per averci lavorato all’interno come assessore per molti anni, vorrà e potrà essere latore con il Governo di queste nostre istanze”.
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Commenti
Saronno è in una posizione particolare: a 30 km dal capoluogo di provincia e a 20 km da Milano, Como e Monza. Sostenere che “siamo milanesi” è una forzatura, ma nello tempo non siamo né comaschi né monzesi e poco varesini. C’è chi preferirebbe far parte di un’altra provincia. A me onestamente cambia poco.
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Traffico, infrastrutture, cemento, inquinamento, conurbazione. A me sembra che i problemi ci accomunino all’area metropolitana milanese, altro che le belle città alpine o lacustri.
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Ah, quindi mettiamo tutto ciò che è inquinante e brutto con Milano e tutto il resto con Varese? Varese non ha aree inquinate? Busto? Gallarate? Anche loro con Milano?
Le città alpine quali sarebbero?
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Con i mezzi da saronno a varese non meno di 41 minuti a milano 19.
Quindi almeno trovi altri motivi per giustificare ad esempio saronno im provincia di varese è la quarta città per grandezza, nell area metropolitana una piccola cittadina
Speriamo che quello eletto dopo Gilli avrà le stesse competenze: entrerà in ruolo molto presto
Da quasi cento anni il Saronnese, storicamente, geograficamente, ed economicamente parte dell’Alto Milanese e dell’area metropolitana di Milano, si trova incastrato in una provincia con cui ha poco da spartire. Una provincia con capoluogo una città senza storia, lontana 40 km.
Siamo e restiamo milanesi.
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Parli per lei. Io mi sento molto più legato a Varese che a Milano, città con la quale per fortuna non ho quasi mai a che fare.
Mi tolga una curiosità: che strade fa per andare da Saronno a Varese in 40 km anziché meno di 30?-
A Varese per autostrada: 40 km.
A Milano per autostrada: 26 km
Aldilà del “parli per lei”, quello che lei rifiuta (oltre alla verità sulle distanze) è di considerare l’economia, la storia, la cultura. Tutto ci è arrivato da Milano. Forse lei è lombardo da poco e non conosce il detto “chi volta i spall a Milan volta i spall al pan”. Siamo milanesi (tranne lei e pochi altri) dell’Alto Milanese; averci agganciati a una lontana città delle Prealpi non cambierà le cose, salvo un po’ in peggio.-
Ma che senso ha il suo discorso? Leggo nostalgia del passato nelle sue parole, ma oggi che siamo interconnessi e collegati (gomma e ferro) con qualsiasi città nel raggio di 50 km, non comprendo il suo desiderio di venire accorpato a Milano. Se Saronno dovesse malauguratamente passare a Milano, finirebbe col trovarsi estrema periferia (come ora con Varese), ma con l’aggravante di contare meno del due di picche.
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Sono lombardo da generazioni, ma con Milano non ho niente da condividere. Mi sento più varesino che milanese. Se per lei non è così, è un problema suo.
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Lei non conosce la storia, Saronno è in Provincia di Varese per volontà di un certo Mussolini, per il resto è sempre stata in Provincia di Milano. Che cosa ha da spartire Saronno con Varese se non fosse per le bizze di un dittatore giustiziato dal popolo? Dovrebbe farsi un ripasso di Storia e riflettere su dove Saronno deve stare in Provincia
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