Saronno, 4 novembre: il discorso del sindaco con l’appello “una pace giusta e fondata sul diritto internazionale”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo integralmente il discorso del sindaco Augusto Airoldi in occasione delle celebrazioni del 4 novembre.
Anticipiamo ad oggi le celebrazioni del IV Novembre, Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, espressione del popolo che volle, col plebiscito, l’Italia unita. Due ricorrenze in un unico giorno, perché la storia delle Forze Armate si intreccia indissolubilmente con la volontà del nostro popolo e con il suo cammino vero l’unità nazionale.
L’Italia poté contare, all’inizio della costruzione dello Stato unitario, sull’intervento dei militari dei vari Stati della penisola, proseguita, poi, durante la Prima guerra mondiale, nella lotta per l’integrità del Paese. Infine, quando, dopo l’8 settembre 1943, l’indipendenza del Paese fu a rischio, furono ancora le Forze Armate e il popolo italiano, uniti nella Guerra di Liberazione dal nazifascismo, a permettere il riscatto del nostro Paese. A loro va la nostra più profonda riconoscenza e gratitudine.
Dai 1° gennaio 1948, data dalla quale è in vigore la Costituzione repubblicana, le Forze armate, nell’assolvimento dei compiti loro assegnati da Parlamento e Governo, vengono impegnate nel rigoroso rispetto del dettato dell’art. 11: l’Esercito Italiano, la Marina Militare, l’Aeronautica Militare, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, sorreggono la salvaguardia delle nostre libere istituzioni e la vocazione dell’Italia a vivere in pace, offrendo una risposta di concordia e affidabilità nella difesa dei diritti di ogni cittadino.
Il contesto internazionale nel quale il nostro Paese è inserito, vede, ormai da anni, le nostre Forze armate fornire un prezioso ed apprezzato contributo di ricerca e mantenimento della pace alle missioni delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e della Nato in diversi scenari internazionali.
Ed è proprio l’attuale contesto internazionale ad imporci, in questa giornata dedicata all’Unità nazionale e alle nostre Forze armate, una riflessione.
Il progressivo affermarsi sulla scena politica internazionale di grandi Paesi governati da regimi illiberali, l’emergere del cd “sovranismo” in più d’una delle grandi democrazie occidentali, comporta il conseguente indebolimento delle istituzioni internazionali ad iniziare dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione mondiale del Commercio. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite appare, sempre più frequentemente, paralizzato in qualsiasi decisione da veti incrociati, l’Assemblea generale, ininfluente, e la voce del Segretario Generale priva di qualsiasi potere, anche solo di moral suasion.
In questo contesto la diplomazia e il richiamo al rispetto del Diritto internazionale nella prevenzione e composizione pacifica delle controversie sembra non avere più rilevanza significativa, con le ingravescenti conseguenze, oggi palesi.
Scatenare, nel cuore dell’Europa, una guerra d’aggressione contro uno stato sovrano, invadendolo con le proprie forze armate e mascherarla sotto la definizione di “Operazione militare speciale” è divenuta una operazione ritenuta sostanzialmente giustificabile da più di un governante europeo.
Rispondere al massacro criminale posto in essere da un noto gruppo terroristico con una guerra di lunga durata e allargata a scala regionale che non risparmia donne, bambini, soccorritori e produce decine di migliaia di morti tra la popolazione civile e ritenere obiettivo legittimo le forze armate che operano sotto le bandiere delle Nazioni Unite, viene millantato come esercizio del diritto di difesa codificato dall’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite.
Siamo di fronte allo sdoganamento della guerra quale legittimo sostituto della diplomazia, del diritto internazionale e degli organismi multilaterali, nella risoluzione delle controversie internazionali. È un ritorno al secolo buio delle due guerre mondiali e al paventato utilizzo dell’arma nucleare.
Uno scenario già drammatico e dalle prospettive apocalittiche, che nessun Paese da solo può contribuire ad invertire. Uno scenario dal quale emerge l’urgenza di una politica estera comune e una gestione unitaria delle FFAA da parte dell’Unione europea. Perché, come ha ricordato il Presidente Mattarella: “una pace giusta e fondata sul rispetto del diritto internazionale continua a gridare la sua urgenza”.
Questa, io credo, è il monito che dobbiamo raccogliere oggi; questa la richiesta, meglio, la pretesa che noi cittadini uniti dobbiamo rivolgere ai governanti europei in questa festa dell’Unità nazionale e delle FFAA. Prima che sia troppo tardi.
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