Lavoratori in nero senza sicurezza per produrre abbigliamento firmato: sequestrata azienda-dormitorio
4 Novembre 2024

SAMARATE – La guardia di finanza del comando provinciale di Varese ha sequestrato un’azienda con annessi spazi utilizzati anche come dormitori abusivi dove cittadini cinesi svolgevano l’attività di confezionamento e produzione di capi d’abbigliamento di note
griffe realizzati a 8 euro l’uno e rivenduti al dettaglio 400 euro al capo.
Tutto è partito da un’azione dei finanzieri di Busto Arsizio che, attraverso una valorizzazione trasversale delle banche dati fiscali e di polizia in uso, anche grazie ai vantaggi offerti dalla fatturazione elettronica obbligatoria, hanno avviato un mirato controllo fiscale nei confronti di un’impresa, attiva da soli tre mesi, operante nel settore della produzione di capi d’abbigliamento per note griffe di alta moda.
E’ emerso come l’azienda operasse nel totale spregio delle norme igienico – sanitarie, delle norme in materia di prevenzione incendi, sfruttando manodopera illecita e clandestina.

Durante un sopralluogo le fiamme gialle, hanno identificato i cittadini cinesi presenti nel capannone e nei dormitori, tra cui diversi soggetti risultati sprovvisti di regolare permesso di soggiorno, alcuni lavoratori “in nero”, nonché alcuni minorenni che sono stati affidati ai servizi
sociali del comune di Samarate.
Nei giorni successivi sono stati svolti insieme al personale del comando provinciale dei vigili del fuoco, della locale Ats. e dell’ufficio tecnico del Comune, accertamenti e sopralluoghi finalizzati alla verifica delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento in sicurezza dell’attività d’impresa. La polizia economico-finanziaria bustocca ha quindi appurato la totale mancanza di qualsivoglia titolo abilitativo e autorizzativo per lo svolgimento dell’attività d’impresa all’interno dell’immobile (dalla scia del Comune, Cpi, documento di valutazione dei rischi) e hanno altresì individuato 12 persone di cittadinanza cinese, non comprendenti la lingua italiana, alcune delle quali intente a svolgere attività lavorativa all’interno della sede dell’impresa, altre trovate a dormire o bivaccare all’interno di locali dell’immobile del tutto fatiscenti e privi di qualsiasi minimo requisito igienico – sanitario.
Al termine delle attività, il titolare della società è stato denunciato per i reati di caporalato, sfruttamento ed ospitalità di manodopera clandestina, nonché per le gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Anche il proprietario del capannone sequestrato, a seguito delle irregolarità edilizie dei locali oggetto di locazione, è stato denunciato per abusivismo edilizio, data la presenza di locali dormitorio non dichiarati.
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Commenti
Sarebbe interessante sapere per quali “firme” lavoravano. Anche se la catena dei subappalti è lunga, le responsabilità di chi sta al vertice e non controlla la propria filiera, devono venire fuori