Saronno, furbetti del bonus facciate: confiscati beni per 15 milioni di euro
5 Novembre 2024
SARONNO – L’elicottero che sorvolava Saronno e le decine di pattuglie della polizia di stato avevano fatto pensare ad una grande operazione in corso ma in pochi ne avevano compreso la portata.
QUI LA CHIUSURA DELLE INDAGINI SUI FURBETTI DEL BONUS FACCIATA
Era il 3 gennaio del 2022 e a Saronno era in corso il provvedimento richiesto dal Questore di Varese di sequestro propedeutico alla confisca disposto dal Tribunale di Milano a carico di un imprenditore di Saronno, attivo nel settore edile e immobiliare.
L’uomo, originario della provincia di Napoli, già gravato da varie condanne passate in giudicato per reati finanziari e contro la persona, aveva un debito nei confronti dell’erario di circa 17 milioni di euro.
L’attività investigativa condotta dalla Divisione Anticrimine della Questura di Varese ha spiegato come l’imprenditore avesse creato un’identità fittizia, dichiarando redditi esigui che lo ponevano su una soglia di indigenza.
L’imprenditore da anni dichiarava di risiedere in un umile locale interrato in una palazzina alle porte di Saronno. L’ambiente era risultato, tuttavia, totalmente disadorno e disabitato.
L’imprenditore in realtà ha sempre mantenuto un tenore di vita elevatissimo. Dall’analisi dei flussi finanziari emergeva chiaramente che l’imprenditore, gravato da imponenti debiti nei confronti del fisco, in realtà era solito vivere nel lusso, spendendo la ricchezza accumulata presso noti negozi di Milano del quadrilatero della moda, in ristoranti stellati e autovetture di alta gamma, oltre a frequentare le più prestigiose e costose località turistiche.
Il sequestro preventivo aveva interessato 72 fabbricati, 22 terreni (tutti ubicati nell’area territoriale di Saronno e Comuni limitrofi), 3 autovetture, 2 delle quali di alta gamma, 4 autocarri, più di 20 orologi di alto pregio, numerosi gioielli, 30 rapporti bancari/finanziari, € 65.000 in contanti, 7 società e relativi complessi aziendali. La stima dell’intero patrimonio è stato valutato, da parte dell’amministratore giudiziario, per una cifra corrispondente a oltre 15 milioni di euro.
Lo scorso 12 settembre, la Corte di Cassazione ha inoltre rigettato il ricorso proposto dal citato imprenditore di origine campana, attivo nella città di Saronno e zone limitrofe, avverso il provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Milano il 24 gennaio 2023.
Dopo che la Corte di Appello di Milano, l’11 gennaio 2024, aveva confermato il decreto di confisca di primo grado, la Suprema Corte ha chiuso definitivamente la vicenda, rendendo irrevocabile la confisca.
L’intero patrimonio verrà dunque acquisito dall’erario. L’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati curerà la successiva fase di liquidazione e destinazione dei beni.
Le modalità con le quali l’uomo era solito condurre i propri affari ha certamente inquinato i meccanismi dell’economia locale, alterando gli equilibri della libera concorrenza e danneggiando le imprese che investono e lavorano onestamente nel settore edile.
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Commenti
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