Saronno: un cerchio di padri e figli per spezzare la catena della violenza sulle donne
SARONNO – In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la città si è trasformata in un simbolo di riflessione e impegno collettivo. La manifestazione, organizzata da Rete Rosa con il patrocinio del comune, ha messo al centro il tema della violenza di genere e la necessità di interrompere la catena transgenerazionale di potere e controllo che alimenta questa piaga sociale. Per la prima volta, i protagonisti non sono state solo le donne, ma anche gli uomini: padri e figli si sono uniti per dire un deciso “no” alla violenza maschile.
Gli eventi della giornata hanno avuto inizio alle 10.30 in piazza Libertà, con una potente performance artistica curata da Vito Scamarcia e Grazia Giani. L’installazione, composta da totem e bastoni rossi, ha rappresentato le gabbie simboliche e reali della violenza di genere. Padri e figli si sono disposti in cerchio attorno ai totem, compiendo un gesto carico di significato: i padri hanno passato ai figli i bastoni rossi, che insieme hanno spezzato, simboleggiando l’interruzione della trasmissione della violenza da una generazione all’altra.
“Utilizzare il potere della parola e del dialogo” è stato il messaggio gridato dai figli ai padri, che hanno risposto con un invito alla trasformazione: un cambiamento ragionato e condiviso. L’emozionante rappresentazione ha coinvolto cittadini, studenti dello Ial, giovani della scuola di teatro di Simona D’Alcer, e ragazzi del servizio civile comunale. “Il compito di interrompere la trasmissione della violenza è un fardello storico, ma è anche un’opportunità di liberazione,” ha dichiarato la rappresentante di Rete Rosa. Il sindaco Augusto Airoldi ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: “Essere uomini significa costruire relazioni sane e un futuro in cui la violenza non abbia più spazio. Grazie a Rete Rosa per il lavoro svolto e per questa performance che ci invita a riflettere e a continuare insieme questo percorso.” Anche l’assessore Laura Succi ha voluto ringraziare l’associazione, evidenziando il significato del bastone rosso spezzato: “Da quella frattura emergono amore e rispetto, i pilastri su cui costruire una vita di parità e collaborazione.”
Al termine della performance, i totem sono stati portati in corteo nell’atrio del comune, dove si è tenuto un incontro nel quale sono intervenuti tre esponenti dall’associazione “È Possibile. Uomini contro ogni violenza“. Gli uomini dell’associazione hanno portato la loro testimonianza, descrivendo il lavoro di autocoscienza che stanno conducendo: “Anche noi uomini viviamo dentro una gabbia culturale e sociale imposta da un sistema patriarcale. Riconoscerlo è il primo passo per cambiare.”
Gli artisti hanno condiviso le motivazioni profonde dietro il loro lavoro. Vito Scamarcia, la cui storia personale è segnata dalla violenza familiare, ha spiegato: “I miei totem sono volti senza bocca, enigmi che costringono chi guarda a riflettere su chi è e dove vuole andare. Questo lavoro è un modo per elaborare la mia storia e quella di tanti altri.“ Grazia Giani ha aggiunto: “I bastoni dipinti portano con sé storie di violenza, ma anche la possibilità di trasformazione. Creare queste opere è stato un viaggio di crescita personale e artistica.”
Padri e figli che hanno partecipato all’installazione hanno descritto un percorso di consapevolezza: “Inizialmente i ragazzi erano disorientati, ma con il tempo hanno capito l’importanza del messaggio,” ha raccontato uno dei padri, mentre uno dei giovani coinvolti ha sottolineato: “Questa esperienza mi ha fatto capire quanto sia importante parlare con chi fa commenti o battute sessiste. Il cambiamento deve partire da noi.”
La giornata si è conclusa con un messaggio chiaro: il cambiamento è possibile, ma richiede impegno. Come sottolineato dagli uomini di È Possibile, non basta parlare: “Servono gesti concreti e un lavoro costante su di noi, sugli altri e sulle aspettative sociali legate al maschile e al femminile.”
L’evento ha dimostrato che l’unione di uomini e donne può portare a una trasformazione reale, rompendo le catene della violenza e costruendo un futuro di rispetto reciproco e parità.
(foto d’archivio)
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Commenti
Violenza di genere? Che differenza c è col femminicidio?
Bravi! Complimenti!!
Tutti questi soggetti uomini che sentono, improvvisamente, il bisogno di scusarsi (a comando) per le colpe di altri, alimentando lo stereotipo di genere (l’uomo violento, la donna vittima) e assecondando il neo-conformismo culturale che va molto di moda. Ridicolaggine imbarazzante.
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E se lo dice un commentatore anonimo, dall’alto della sua laurea in sociologia presa navigando e commentando in rete, c’è da crederci…
per fortuna invece c’era tanta gente in piazza che è ancora dotata di un cervello funzionante -
Di imbarazzante vedo solo il suo commento