Quarant’anni dalla nevicata del secolo: ilSaronno raccoglie foto e ricordi di quella giornata
13 Gennaio 2025

SARONNO – Era il 13 gennaio 1985 quando Saronno si svegliò sotto una coltre bianca che sembrava uscita da un racconto d’inverno. Quasi un metro di neve cadde quel giorno, trasformando la città in un paesaggio fiabesco e bloccando ogni attività per un paio di giorni. Le strade si fecero silenziose, i parchi scomparvero sotto il manto soffice e il ritmo della vita quotidiana si fermò, lasciando spazio alla meraviglia. Un evento straordinario, impresso nella memoria collettiva, reso ancor più speciale dal confronto con oggi: da anni Saronno non vede più nevicate così abbondanti. L’ultima volta che gli spazzaneve sono entrati in azione risale a dicembre 2020, quando solo pochi centimetri di neve hanno imbiancato le strade.
IlSaronno vuole celebrare questa ricorrenza raccogliendo i ricordi dei suoi lettori. Vi invitiamo a condividere le vostre memorie nei commenti e a inviare le foto di quel giorno memorabile tramite WhatsApp al numero +39 3202734048 o all’indirizzo mail [email protected]. Raccontateci come avete vissuto la nevicata del secolo: le battaglie a palle di neve, i pupazzi costruiti, le strade deserte o il calore di una giornata in famiglia o il freddo di una mattinata a spalare. Raccontateci le vostre preoccupazioni ed emozioni di quel giorno, come ricordato a Saronno e nei comuni del comprensorio, dal Saronnese alle Groane.
A dare il buon esempio è la nostra direttrice Sara Giudici, che ha condiviso una sua foto in occasione della grande nevicata: “Nel 1985 avevo 5 anni – racconta – mi ricordo poco della nevicata ma mia mamma ha salvato un ricordo per me. Mi ha fotografata con un maxi pupazzo di neve che, conoscendomi, aveva costruito più lei di me.”
Tanti i ricordi dei saronnesi di quella giornata che abbiamo già raccolto. Ad esempio, sulla quantità di neve caduta: “Mi ricordo di essere uscito a misurare con mia moglie e i miei figli – spiega l’ex sindaco Gianluigi Stucchi – era un metro e due centimetri sul balcone. Abbiamo subito iniziato a svuotare il terrazzo dalla neve perché avevamo paura che cedesse la soletta.” Legato alla dimensione di una città silenziosa e avvolta da una natura amica e complice è il ricordo di Giuseppe Nigro, presidente della Società storica saronnese: “Era come se la neve avesse avvolto la città, non in una prova di forza, ma con qualcosa di aggraziato, silenzioso ed elegante. Allora ero vicepreside dello Zappa ed ero andato a scuola a piedi con i doposci, per essere sicuro di riuscire ad aprire, senza pensare che non sarebbero arrivati studenti quel giorno. Ricordo però questa Saronno bianca, ovattata e silenziosa”.
Giuseppe Radice, storico poeta saronnese che nella sua ricca produzione ha anche dedicato una poesia alla nevicata del secolo, ricorda la mobilitazione: “Non si mossero auto quel mattino. Il Comune, si attivò, chiese a tutte le aziende che avevano ruspe di contribuire a ripulire le strade”. Anche Nigro ricorda l’impegno della città: “Ci fu l’invito a tutti a contribuire a spalare. Le aziende agricole contribuirono con i trattori dotati di lame spazzaneve (allora gli accordi erano già previsti in questo modo), ma si mobilitarono anche i cittadini.”
C’è chi ricorda come venne tolto un pezzo di ringhiera del lungolura su via Roma per permettere di eliminare i cumuli di neve e chi ha un’immagine della stazione: “Senza treni e, per la prima volta, senza binari, visto che la neve li aveva praticamente cancellati.”
Raccontateci il vostro ricordo di quel giorno così bianco, così speciale, da cui sono passati ormai quarant’anni.
Gaia Legnani
Sara Giudici
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Commenti
Ricordo che nella prima metà degli anni 80 le nevicate erano sempre abbondandi e si tocco’ il culmine proprio nel 85. Fu qualcosa di meraviglioso per chi come me era ancora un bambino. Le elementari rimasero chiuse per circa 2 settimane.
Abitavo nello stesso palazzo dell’allora Ufficiale Sanitario Lazzaretti, sciatore esperto, che vedevo recarsi al lavoro al mattino,vestito da sci, con gli sci da fondo. Un’immagine surreale in una Saronno ovattata e semideserta. Io con due bambine molto piccole ero bloccata in casa,impossibile usare il passeggino. Ma nel cortile si facevano pupazzi di neve “condominiali”. Valeria Valioni