“2000 battute”: Il “prete fragile”
19 Febbraio 2025

Don Luigi Banfi, saronnese, poco più che quarantenne, appassionato di musica, coadiutore alla Bovisa e poi a San Satiro a Milano.
All’inizio del 1910 l’Arcivescovo Ferrari lo nomina parroco a Turate, sede vacante da quasi un anno, dopo la morte dell’amatissimo Don Luigi Regondi.
I turatesi non ci stanno. Che cosa contestano al povero Don Banfi? Primo: è di Saronno (sic!). Secondo: non è all’altezza del compito, sia moralmente, sia fisicamente (doppio sic!). Terzo: ha un fratello, rivenditore di granaglie, semi da bachi (da seta) e bozzoli, il quale batte la piazza turatese ed è in concorrenza con i commercianti locali. Ah, ecco…
Le proteste a Turate, dopo la nomina, sono vigorose e con grande partecipazione popolare: ai pochissimi “gallettisti” (da “galeta”, termine dialettale che indica il bozzolo del baco da seta), seguaci (“a scatola chiusa”) del nuovo parroco, si oppone la maggioranza degli “svampisti”, che caldeggiano la sostituzione di Don Banfi con il vicario Don Mario Svampa.
L’ingresso del sacerdote saronnese avviene sabato 5 febbraio: partito in automobile (chissà quale la marca e quale il modello) da Saronno, Don Luigi percorre la Varesina fino a Gerenzano, dopo il Bettolino il veicolo svolta a destra, all’altezza dello stabilimento Carcano, Musa & C. (sì, il “nostro” Felice Carcano), oggi “Villaggio Amico”. La velocità del mezzo non deve essere particolarmente sostenuta, lungo il percorso sono dislocati quarantacinque carabinieri (compresi due ufficiali e un brigadiere) e sei guardie di pubblica sicurezza con due delegati, tutti seguono il veicolo e arrivano a Turate con il parroco.
C’è un centinaio di persone ad attendere Don Luigi, qualche curioso accorso dai paesi vicini. Prima funzione solenne in chiesa, alla presenza della forza pubblica, pochi i fedeli, all’indomani messa domenicale con qualche turatese in più, sempre presenti carabinieri e guardie, rimasti in forze sul luogo fino a martedì, quando il “contingente” viene ridotto a quindici unità, per essere poi smantellato il sabato successivo.
Continuano, nelle settimane seguenti, le manifestazioni di ostilità nei confronti del nuovo parroco: dimostrazioni in piazza quasi tutte le sere, “chiassate” di ragazzi (qualcuno minimizza così quanto sta accadendo) e anche di ragazze: una ventina di esse compare alla fine del 1910 davanti al pretore di Appiano Gentile, che le condanna a multe variabili da 3 a 10 lire.
Il cuore di Don Luigi Banfi però ha già ceduto, dopo mesi di affronti, ingiurie e scherzi: il sacerdote saronnese muore alle ore 15 di mercoledì 14 luglio. I turatesi ostili al parroco non si fermano qui: dopo i funerali solenni riescono ad impedire che la salma del sacerdote venga tumulata nel cimitero locale, così il povero Don Luigi torna, senza scorta e senza vita, nella sua Saronno, per essere sepolto nel cimitero di Via Milano.
Turate, 1950, Anno Santo: il parroco, che conosce i parenti di Don Luigi Banfi, ottiene l’estumulazione della salma e organizza, nella giornata di domenica 5 novembre, il trasporto solenne della stessa nel comune della Bassa Comasca. Dopo l’elogio funebre in chiesa, il “prete fragile” viene accompagnato al cimitero locale, per trovare finalmente pace nella cappella dei sacerdoti.
Alessandro Merlotti

2000 battute (più o meno) fuori sacco
Storia locale e storie locali dal passato remoto agli anni più recenti, per provare a interpretare l’attualità rileggendo ciò che è accaduto. Storie e curiosità lette, trovate negli archivi o ascoltate negli ultimi trent’anni. Senza presunzione, cercando di imparare ogni giorno qualcosa in più.