Molteni (Patto per il Nord): “Saronno, vittima del centralismo romano. Simbolo di una Lombardia che deve rialzare la testa”
19 Febbraio 2025

SARONNO – “Il gesto del sindaco di Saronno, Augusto Airoldi, è lodevole. Ha scelto di fare un passo indietro per il bene della sua città, dimostrando responsabilità di fronte a una situazione di stallo insostenibile. In una realtà politica bloccata, dove il consiglio comunale è paralizzato da equilibri precari, la sua decisione è un atto di lucidità. Ai cittadini di Saronno auguriamo che la permanenza del commissario sia la più breve possibile, perché nessuna città dovrebbe essere governata da Roma per interposta persona”
Sono le parole di Lisa Molteni che con il direttivo di Patto per il nord Varese commenta la situazione politica saronnese.
Le dimissioni di Airoldi sono avvenute dopo il mancato accordo sul bilancio previsionale, con il consiglio comunale diviso equamente tra maggioranza e opposizione, e l’astensione della presidente Marta Gilli. Per accelerare il ritorno alle urne e ridurre al minimo l’intervento del commissario prefettizio, il sindaco ha esortato 13 consiglieri comunali a dimettersi contestualmente, indipendentemente dall’appartenenza politica, così da permettere nuove elezioni già in primavera.
Questa situazione evidenzia come ai sindaci lombardi non sia concesso governare. Un sistema centralista soffocante, imposto da Roma, non lascia spazio all’autonomia locale e trasforma le amministrazioni comunali in teatrini bloccati da regole assurde.
Oggi i comuni lombardi non possono decidere nulla. Chi viene eletto si ritrova ostaggio di equilibri politici precari e di leggi imposte da burocrati che non hanno mai messo piede sul territorio. E la cosa più ridicola? Nessun partito, né di destra né di sinistra, sta facendo qualcosa per cambiare questa situazione. Anche una vittoria del centrodestra non sposterebbe di una virgola il destino di Saronno e della Lombardia, perché nessuno ha il coraggio di rompere con il centralismo romano e dare ai territori il potere di autodeterminarsi.
Noi del Patto per il Nord questo lo sappiamo bene. Da federalisti convinti, lo diciamo chiaramente: qui non si tratta di destra o sinistra, si tratta di libertà e di potere decisionale per la nostra terra. Senza un vero federalismo, senza autonomie reali, la Lombardia continuerà a essere una colonia fiscale di Roma e i suoi comuni continueranno a essere amministrati con le mani legate, costretti a subire decisioni prese da chi non sa nulla di ciò che serve davvero alla nostra gente.
Saronno non è un caso isolato. È il simbolo di una Lombardia che deve rialzare la testa, smettere di aspettare soluzioni dall’alto e riprendersi il diritto di decidere il proprio futuro.
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Commenti
Non ho capito qual è il senso di questo intervento.
Salvo il caso di trasformare il Sindaco in Podestà o di eliminare la legge che afferma che gli eletti non hanno vincolo di mandato, non è chiaro come andrebbe trasformata la governance delle città per evitare quanto accaduto a Saronno.
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Il senso dell’intervento è chiaro per chi non si accontenta di guardare solo la superficie del problema.
Qui non si tratta di trasformare il Sindaco in Podestà, né di vincolo di mandato, ma di una crisi amministrativa che è il frutto di dinamiche più profonde. La governance delle città andrebbe ripensata partendo da un reale decentramento del potere e delle risorse, perché se le amministrazioni locali fossero realmente autonome, non ci troveremmo a gestire situazioni come questa con commissari calati dall’alto.
Chi finge di non capire forse ha tutto l’interesse a lasciare le cose così come stanno. Ma Saronno non è un’eccezione, è solo un sintomo di un problema più grande.
“Il gesto del sindaco di Saronno, Augusto Airoldi, è lodevole. Ha scelto di fare un passo indietro per il bene della sua città” Aveva iniziato bene ed è finita a tirare in ballo Roma non per i mancati finanziamenti ma per mancata libertà ai comuni… Ma che ragionamento è, oltre tutto Airoldi si è dimesso perchè Obbiettivo Saronno ha lasciato la maggioranza e Marta Gilli si astiene su tutto.
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Il punto è proprio questo: se un sindaco è costretto a dimettersi perché viene meno una maggioranza che dovrebbe essere libera di amministrare per il bene della città, allora il problema non è solo locale. È un sistema che toglie autonomia ai comuni e li rende ostaggio di equilibri politici imposti dall’alto. Se credi che questo non abbia nulla a che fare con Roma, allora forse il ragionamento da rivedere non è il nostro.
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Grazie per aver risposto, rispetto la sua opinione ma non mi trovo d’accordo con la sua idea di federalismo.
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Ci mancherebbe, grazie a lei!
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Slogan contro “Roma” che ho già vissuto e mai realizzati veramente. Non riuscirete a fare una nuova Lega Lombarda per recuperare i voti persi dal “bambinone” Salvini.
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Siamo un’associazione che porta avanti un’idea chiara: autonomia e federalismo vero. E se anche fosse un nuovo inizio per una Lega Lombarda che vuole uno Stato federale, non ci vediamo nulla di male. Anzi, con una vera autonomia potremmo essere più competitivi della Svizzera. Se a te questa prospettiva fa schifo, libero di continuare a lamentarti mentre a fine mese si arriva a fatica. Noi, invece, preferiamo lavorare per cambiare le cose. NOTA: CREDIMI non abbiamo nulla da spartire con Salvini per fortuna.
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Sigra Molteni. Lei è libera di proporre il programma federalista, noi liberi di crederci o meno.
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Certamente, siete liberissimi di non crederci, così come siete liberissimi di rimanere ostaggi di uno Stato centralista che continua a mungere i territori produttivi senza mai restituire nulla.
Il federalismo non è un’opinione, è una necessità per chi vuole amministrare con responsabilità, senza più dover mendicare risorse a Roma. Poi, se a qualcuno piace lo status quo, contento lui… ma non si lamenti quando vede i servizi crollare e le tasse salire.
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Mo’ pure questi, i nostalgici della Lega bossiana
Ma fatemi il piacere
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Questa è una risposta da Bar, rispondo al commento sotto…
Cara Molteni,
qui provincia, regione, stato, Europa e mondo non hanno alcuna responsabilità.
Quanto successo a Saronno è la ovvia conclusione di scelte politiche e personali di Airoldi.
Aveva una maggioranza più che solida per amministrare la città ma ha preferito buttare alle ortiche la più grande occasione economica e di rilancio per Saronno.
E così ha perso 6 consiglieri e 3 assessori.
La responsabilità è unicamente sua e di chi l’ha sostenuto negli ultimi 2 anni (la sua maggioranza e la stampella esterna).
Il resto sono solo chiacchiere.
#blablabla
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Cara anonima tastiera, la politica non è solo conti e poltrone, ma visione e contesto. Pensare che le dinamiche di un Comune siano scollegate da quelle di Provincia, Regione e Stato è ingenuo. Se un sindaco si ritrova senza maggioranza, forse il problema non è solo ‘scelte personali’, ma un sistema che soffoca l’autonomia locale. Poi, se per te governare significa solo distribuire incarichi e non avere una strategia per il territorio, capiamo perché il tuo unico contributo al dibattito sia un hashtag da meme.
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Astio e iperpresenzialismo social visti i commenti da lei postati ad ogni commentatore critico. Non è un buon inizio
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Astio e iperpresenzialismo social”? Se rispondere alle critiche con argomenti e senza piaggeria è un problema, allora forse il problema è di chi si aspetta silenzi compiacenti. Non è un buon inizio? Peggio sarebbe far finta di niente mentre si spaccia una narrazione comoda per qualcuno ma lontana dalla realtà.
Airoldi ha fatto la sua scelta, noi l’abbiamo definita corretta, ma a Saronno i problemi restano e l’arrivo del commissario non sarà una passeggiata. La differenza tra chi parla e chi fa politica è proprio qui: dire le cose come stanno senza paura di disturbare qualcuno.
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