Saronno rinnova il Voto alla Beata Vergine dei Miracoli: processione e messa in diretta
23 Marzo 2025

SARONNO – Una processione solenne e il rinnovo della tradizionale “offerta della cera”: oggi, domenica 23 marzo, la città celebra la Festa del Voto al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli con un appuntamento particolarmente significativo.
Qui la diretta de ilSaronno
Alle 15.30 partirà da San Francesco la processione con la statua lignea della Madonna dei Miracoli. Durante il corteo, saranno portati anche i due Diademi Giubilari, realizzati in vista della solenne celebrazione settembrina. Alle 16 sarà celebrata la messa solenne al Santuario, presieduta dal prevosto monsignor Giuseppe Marinoni e concelebrata dai sacerdoti della Comunità pastorale. Durante la celebrazione, la città rinnoverà l’antico voto con l’”offerta della cera”, gesto simbolico che esprime la profonda devozione dei saronnesi. Le candele saranno portate dal commissario straordinario Antonella Scolamiero.
Una storia che affonda le radici nel Quattrocento: attorno al 1460 un giovane di nome Pedretto, malato e costretto a letto da alcuni anni, fu miracolosamente guarito dopo essersi affidato alla Madonna della Strada Varesina. La visione lo spinse a costruire una chiesa in suo onore, e l’8 maggio 1498 venne posata la prima pietra del futuro santuario.
Nel 1570 san Carlo Borromeo, devoto alla Madonna saronnese, decise che il Santuario fosse particolarmente dedicato alla Riconciliazione, riconoscendone il valore spirituale. Nei secoli successivi si accumularono numerosi eventi e miracoli, testimoniati dalla fede popolare. Proprio per la sua importanza storica e religiosa, papa Pio XI concesse al santuario il titolo di Basilica Romana Minore il 2 gennaio 1923.
Con la Festa di oggi, Saronno rinnova pubblicamente il proprio legame con la Madonna dei Miracoli, in un percorso di fede e tradizione che unisce passato e presente.
l voto di Saronno alla Madonna dei Miracoli è un atto di fede che ha attraversato i secoli, rinnovandosi nei momenti più critici della storia cittadina. Durante la peste del 1576-1577, la comunità saronnese, stremata dall’epidemia che causò circa 3.000 vittime, si rivolse alla Vergine, promettendo un digiuno annuale e una processione con offerta di candele al Santuario. Questo voto, secondo le cronache, segnò la fine del contagio, e da allora la tradizione si ripete ogni anno.
Anche in tempi recenti, durante la pandemia di Covid-19, la devozione alla Madonna dei Miracoli ha rappresentato un punto di riferimento per i saronnesi. Nel 2020, nonostante le restrizioni, la comunità ha mantenuto viva la tradizione, adattando le celebrazioni alle circostanze, con preghiere trasmesse via web e radio, dimostrando come la fede e le tradizioni possano offrire sostegno e speranza anche nelle situazioni più difficili.
Lascia un commento
Commenti
Ci riprovo, essendo stato censurato la prima volta senza, a mio parere, che ce ne fossero le ragioni, dato che il mio messaggio mi pare esprimere educatamente le mie opinioni.
Io “Grazie a Dio sono ateo”, ma resto sempre un po’ perplesso nell’osservare le manifestazioni religiose e la devozione di così tante persone all’Inesistente. Capisco che si abbia il bisogno di rassicurazioni per “lenire questa morte sicura”, ma mi chiedo perché ringraziare un Dio per il superamento della pestilenza, quando lo stesso Dio avrebbe invece potuto evitare che accadesse, risparmiando, così, la morte di tante persone. Naturalmente il ragionamento si estende a tutti i mali del mondo, e l’elenco sarebbe davvero tanto, troppo lungo. E sono perplesso nell’osservare che, durante e dopo eventi catastrofici, tante persone si ritrovino a pregare e a interrogarsi su cosa hanno fatto di male per meritare il castigo di un “Dio geloso e vendicatore” che “si vendica degli avversari e serba rancore verso i nemici”, e, nonostante questo e molto altro, continuino a considerare la Bibbia un libro sacro da leggere anche a scuola, secondo l’infelice proposta del Ministro Piantedosi.
Ma la libertà e la laicità dello Stato garantiscono, giustamente, la libertà di culto, quindi, accetteremo anche questa ennesima manifestazione di devozione, difendendone anche i diritti ad esprimerla. Però, non basta che tali manifestazioni non invadano la sfera privata mia e di tutte le persone che la pensano diversamente, facciano queste parte o meno della stessa sfera etnica o culturale. Quello che non va bene (ripeto, non va bene!) è che le istituzioni pubbliche si accodino a tali manifestazioni. Che la signora Antonella Scolamiero voglia mostrare la sua devozione è un fatto privato che riguarda lei, ma che lo faccio il “commissario straordinario”, in quanto carica pubblica, è fuori luogo. Siamo, purtroppo, abituati a questa connivenza perniciosa (per la democrazia) tra le istituzioni religiose (in Italia cattoliche, altrove di tipo diverso, spesso più invadenti) e le istituzioni pubbliche e vorrei che non fosse così e mi è dispiaciuto (anche se non mi ha sorpreso) vedere di nuovo recentemente il Presidente Mattarella presenziare alla cerimonia per l’anniversario dello sciagurato concordato del ’29, tra lo Stato Fascista e la Chiesa, e a quello ancor più sciagurato (perché non fascista) dell’84.
L’Amministrazione Comunale non dovrebbe partecipare a nessuna manifestazione religiosa. Non mi riferisco alle scelte personali di ciascun componente che sono libere, ma il Sindaco che partecipa a un evento religioso con la fascia tricolore (e non solo a titolo personale) è un errore. Stesso dicasi per l’Arma dei Carabinieri o la Polizia di Stato, e financo l’AVIS o il CAI. Ovviamente non sto parlando delle scelte personali, ci mancherebbe, ma della sottomissione dello Stato alla Chiesa dove il primo riconosce la superiorità morale alla seconda, seguendo il Crocifisso nelle processioni o imponendolo nelle scuole e negli uffici pubblici, con il rischio concreto che la linea tra peccato e reato venga resa sempre più labile, con leggi che recepiscono principi religiosi invece che laici, come dovrebbe essere.
Testamento biologico, eutanasia, aborto, fecondazione assistita, gestazione per altri, sono tutti argomenti complessi che non vanno presi alla leggera, ma nei quali Dio e i rappresentanti delle religioni dovrebbero restare fuori dalla sfera decisionale, non solo formalmente, ma anche nelle coscienze dei rappresentanti del popolo, i quali devono sforzarsi di pensare in modo laico. Nessuno si sogna di mettere tacere le argomentazioni di papi, vescovi o imam, ma, ammesso che queste siano vincolanti per i loro fedeli, non devono condizionare chi nei loro dei non crede o che ad essi si oppone, o meglio si opporrebbe se esistessero.