25 aprile, il discorso del presidente Anpi Castiglioni: “Nel nostro Paese è già scattato l’allarme democratico”
26 Aprile 2025

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo il discorso del presidente Anpi Claudio Castiglioni al 25 aprile di Saronno.
Nel ringraziare tutti i cittadini e le autorità presenti alle celebrazioni del 25 aprile 2025 porto il saluto dell’Anpi provinciale varesino della Presidente Ester De Tomasi. Oggi, possiamo condividere, a Saronno, la testimonianza di due persone speciali: la staffetta partigiana, Ivonne Trebbi (Bruna) – classe 1928 (che purtroppo e con enorme dispiacere, non è riuscita, per motivi di salute ad essere presente di persona, ma ha detto che il suo cuore di partigiana e di antifascista continua a battere forte per l’affermazione degli ideali di Pace e di Giustizia Sociale); mentre è qui presente con tutti i suoi anni, il nostro partigiano Aurelio Legnani (GATTO) classe 1926
Ai giovani, nati nel benessere, cosa dice questo 80° anniversario? Come possono comprendere quel passato di dolore, di fatica e sangue, di protesta e di lotta ma anche di ideali, di gioia? Cosa ne sappiamo noi, di una vita trascorsa in esilio, oppure in carcere, o al confino, solo per aver osato affermare le proprie idee? Come possiamo capire la scelta di offrire se stessi, rinunciando a fuggire, per combattere una guerra di poveri, male armati, esposti al freddo e alla fame, costantemente in fuga contro un esercito equipaggiato e organizzato come quello nazista? La risposta è, purtroppo, evidente: tutto ciò dice poco o niente ai giovani di oggi.
Sarebbe facile, bello e anche auspicabile poter credere che le nuove generazioni abbiano fatta propria la Memoria della Resistenza e ne difendano gli ideali, ne diventino cassa di risonanza per diffonderla, ricordarla e raccontarla a chi non la conosce, oppure pensare che se ne parli sui banchi di scuola o nel cuore delle istituzioni democratiche che sono sorte dalle macerie di quella guerra.
L’ANPI non è solo testimonianza e resistenza, ma è soprattutto memoria attiva: non solo la memoria di quello che è successo nei venti mesi di lotta partigiana contro il nazifascismo, dall’8 settembre ‘43 al 25 aprile ‘45, ma anche la capacità di applicare, nella situazione attuale, quei valori e quei principi che all’epoca si sarebbero incarnati nella futura Costituzione. Questo è il rapporto fra presente, passato e futuro che noi abbiamo sempre davanti. In particolare in una realtà molto pericolosa come quella in cui ci troviamo, sia sul piano nazionale sia su quello internazionale.
Il pacchetto di provvedimenti sulla sicurezza contenuti nel disegno di legge recentemente approvati dalla Camera e al Senato, contrasta con i principi fondamentali dello stato di diritto e della Costituzione, è un modello illiberale. Punisce il dissenso, colpisce il pacifico conflitto sociale, istiga all’odio, disegna una sorta di Stato penale che sostituisce lo Stato sociale. Si introducono nuovi reati, numerose aggravanti, aumenti di pena, non tenendo conto della già drammatica situazione carceraria, della analoga situazione dei migranti in detenzione amministrativa, della caduta verticale di tutele e di servizi sociali. Si contribuisce così a disegnare i tratti di uno Stato autoritario, discriminatorio e persecutorio.
Per il nostro Paese è già scattato l’allarme democratico. Quando non si recano alle urne più del 50% degli elettori, si rileva la profonda sfiducia dei cittadini nei confronti dei partiti e delle istituzioni democratiche. L’ANPI ha avuto ragione nel contrastare la legge Calderoli sull’autonomia differenziata, in quanto contraria agli art. 2,3,5 della Costituzione e irrispettosa delle prerogative del Parlamento. Continueremo a difendere la Costituzione antifascista insieme con le associazioni, i sindacati, le forze politiche.
Il referendum è il più importante istituto di democrazia diretta. Ogni singolo cittadino è chiamato a prendersi la responsabilità di agire e di esprimere la propria opinione, direttamente su una norma, o una parte di essa. L’astensionismo è senza dubbio uno dei più grandi problemi della nostra democrazia.
Grande è la preoccupazione nei confronti di tutte le persone che si trovano in condizioni di povertà e di scarsa speranza per il proprio futuro. Mi riferisco a quei giovani costretti a migrare all’estero con in tasca una o più lauree, per cercare fuori dall’Italia quel riconoscimento professionale, economico e quella dignità che nel proprio (nostro) Paese non gli viene garantita e riconosciuta.
Si criminalizzano persone immigrate, detenute, senzatetto, minoranze; si sanzionano manifestazioni e proteste pacifiche; si formalizzano divieti immotivati e crudeli; si penalizzano forme di lotta delle lavoratrici, dei lavoratori, degli ambientalisti; mentre si ignorano totalmente i comportamenti illegali, come l’evasione fiscale, e non si fa abbastanza sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro.
Come spiegare cosa è il fascismo oggi, visto che se ne fa un gran parlare, proprio in questi giorni? Il Mussolini che si aggira per l’Italia non si vede, ma è come un refolo di vento che soffia tra le strade, penetra gli animi e ancora detta i comportamenti: arroganti, prepotenti, sprezzanti con gli umili, osannanti alla cultura del super uomo. Le curve degli stadi di calcio sono piene di esempi di fascisti del ventunesimo secolo. Ma anche le vie e i palazzi.
comportamenti, nella cultura. Manifestati dai politici, sempre più diffusi tra la gente. Non deve far paura il passato, ma dobbiamo restare vigili sul presente. Impedire che la società, quasi inconsciamente, si faccia trasportare verso un buio moderno, diverso da quello del ventennio, ma comunque inaccettabile per un Paese democratico nato proprio dalla lotta al fascismo e dalla Resistenza, con una delle Costituzioni più avanzate tra i Paesi occidentali, che ci dobbiamo impegnare a difendere a qualunque costo.
Mi avvio a concludere ricordando tre personalità importanti:
con le parole e il ricordo di Papa Francesco: la guerra è una follia. Dobbiamo costruire la pace: sarà faticoso, lungo, difficile, ma non c’è altra via se si vuole arrivare a un nuovo ordine mondiale fondato sulla coesistenza, sul rispetto e sulla fraternità dei popoli. Come è dimostrato dai tre anni di sangue in Ucraina e in Medio Oriente.
Davanti al massacro di civili palestinesi. ANPI, insieme a tante altre associazioni democratiche e antifasciste, ha chiesto e chiede al Governo italiano e alla UE, di interrompere qualsiasi invio di armi a Israele. L’Italia RIPUDIA la guerra. Nessun nuovo ordine mondiale può venire dall’economia o da un’estensione delle guerre, perché sarebbero tutti sconfitti.
È passato un secolo dall’assassinio di Giacomo Matteotti, che ha pagato di persona il suo essere antifascista denunciando i brogli e le nefandezze del regime, e sono trascorsi pochi anni dalla scomparsa di una personalità di cui oggi non si parla quasi più, perché fa comodo dimenticarla: Gino Strada.
Facciamo nostre le sue parole: “la più aberrante in assoluto, diffusa e costante violazione dei diritti umani è la guerra, in tutte le sue forme. Cancellando il diritto di vivere, la guerra nega tutti i diritti umani”.
Grazie, buon 25 aprile a tutti, per un 80° della Liberazione di PACE, di impegno nei valori della Democrazia e dell’Antifascismo. Ora e sempre RESISTENZA. (Presidente Anpi Saronno Claudio Castiglioni)
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Commenti
“Quando non si recano alle urne più del 50% degli elettori, si rileva la profonda sfiducia dei cittadini nei confronti dei partiti e delle istituzioni democratiche.”
E sfiducia anche verso la vs associazione. Se vince la destra con poca percentuale di votanti per voi è allarme democratico, se vince la sinistra con la stessa percentuale invece tutto bene madama la marchesa
“La deriva autoritaria, la deriva autoritaria, la deriva autoritaria…”: ma, dove?
Italia!
Non cambia nulla da sempre , solite parole , poi campagna elettorale di basso profilo.
La sinistra è un disastro Nazionale , dobbiamo pensarci o sbaglio ?
I soliti discorsi vuoti alla pericolo fascismo ovunque…
Credo che così l’attuale premier governera’ altri 10 anni