Da Saronno in America Latina in bici, Carlo Motta a pranzo col viceconsole italiano in Cile
30 Settembre 2025

SARONNO – Carlo Motta, ciclista saronnese e attivista di Bicipace, è di nuovo in sella alla sua bici per una nuova avventura alla volta del Cile. Riceviamo e pubblichiamo il suo diario di viaggio dello scorso 20 settembre.
Ad Arica, si conclude il viaggio e domani è prevista la donazione della bicicletta ad un utente della Ong Moe. Avevo organizzato la cosa informando anche l’ufficio del consolato italiano presente in città, ma non pensavo addirittura ad un invito a pranzo a casa del vice console Antonio Martino. Verranno a prendermi in albergo alle 11. Questa volta, a differenza dello scorso anno quando fui ricevuto con l’amico Enzo dalla console italiana a Cordoba in Argentina, decido che come abbigliamento può andar bene quello tecnico che ho, neanche troppo stropicciato, nelle sacche da bici ma che debbo almeno sistemare barba e capelli dopo un mese di viaggio. Beh, in una città così grande chissà quanti barbieri ci saranno. Vero, ma aprono tutti in tarda mattinata: per fortuna Rene’ apre la sua improbabile bottega già alle 9. Un negozio molto stretto dove vi sono sette sedie da barbiere tutte abbastanza malmesse e, tra le altre cose, una maschera da saldatura a ossigeno e un compressore giallo, boh. Rene’ sfoggia una mise impeccabile: pantalone bianco al ginocchio, tipo basket, calzamaglia blu e ciabatte regolamentari da piscina in tinta con il pantalone. Sui muri poster e scritte inneggianti Gesù Cristo. Rene’ è un immigrato dominicano che lavora in Cile come parrucchiere da oltre 10 anni; prima, per altri 10 anni, ha girato vari paesi del sud America lavorando come meccanico. E questo forse spiega la presenza in negozio di una maschera per saldatura. Ma si sa, dalla chiave inglese al rasoio il passo è breve.
Usa l’aria compressa, per fortuna a a bassa pressione, per soffiare i capelli tagliati; certo che quando parte il compressore in quel bugigattolo ne fa di rumore. Comunque, mano leggera e taglio impeccabile, bravo Rene’! Il pranzo dal vice console, conclusione dei festeggiamenti del 18 di settembre, sarà una gran bella esperienza; una quindicina di persone tra familiari ed amici, che mi permetteranno di conoscere la realtà della zona. Arrivo verso mezzogiorno e sono in corso i preparativi, si comincerà a mangiare dopo le 14; io, dopo il primo imbarazzo, mi aggrego al gruppo di preparazione delle empanadas. Le empanadas, Piatto tipico e comune a molti paesi dell’America latina, sono dei fagottini di pasta di pane ripieni di carne o formaggio, ecc. A stendere la pasta col mattarello un trentenne italiano che parla uno spagnolo impeccabile. Quando chiedo notizie sulla sua storia glissa e solo a fine pasto mi racconterà spontaneamente di sei anni di carcere ad Arica per traffico di stupefacenti. Ora è in libertà condizionata. Dovrebbe poter ritornare in Italia a gennaio dove spera di trovare lavoro nella cucina di un ristorante, come prima del fattaccio. Con lui altri quattro connazionali ancor più giovani. Immagino la paura, lo spavento, l’angoscia, il terrore di questi ragazzi poco più che ventenni finiti in una macchina più grande di loro. Il processo si è concluso con una pena pesantissima, nove anni di carcere. Immagino e sento sulla pelle la sofferenza, il dolore, la pena e l’impotenza dei loro genitori a migliaia di chilometri di distanza. La piccola comunità di discendenti di italiani di Arica, capitanata da Antonio, il vice console, li ha sostenuti per tutti questi anni con visite periodiche in carcere, fornendogli beni di necessità e trovandogli lavoro e alloggio fuori dal carcere per il periodo di messa alla prova.
In attesa di trovare un alloggio in affitto il vice console ne ha ospitati alcuni a casa sua: che dire, davvero una persona molto disponibile, ben oltre il suo ruolo istituzionale. Di questi cinque ragazzi, due sono già rientrati in Italia, uno è ancora in carcere e due, Luca e l’unica ragazza del gruppo (oggi ha 26 anni), sono in libertà vigilata in attesa di rimpatrio. Oggi la giornata mi ha riservato incontri davvero significativi e di grande valore. Ha proprio ragione Pino Cacucci, scrittore e grande conoscitore del Messico, nel dire che dai viaggi torni più con il ricordo di qualcuno che di qualcosa.
Il pranzo finirà verso le 19 dopo immancabile Asado innaffiato con vino e birra.




