Caronno, il gruppo misto spiega uscita da maggioranza: “Su Artos scelte incomprensibili, il Pd dimentica la battaglia sul salario minimo”
7 Ottobre 2025

CARONNO PERTUSELLA – Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione di voto relativa al bilancio consolidato del gruppo misto, composto dalla capogruppo Francesca Rossetti, avvocato del Foro di Milano, e dal consigliere Anthony Sunil, operatore socio sanitario . Nel documento i due consiglieri spiegano i motivi principali che li hanno portati a lasciare il gruppo del Partito Democratico e la maggioranza. La dichiarazione contiene un duro attacco alle scelte dell’attuale amministrazione di centrosinistra e affronta anche il tema del salario minimo.
“Il gruppo misto esprimerà voto contrario. A tale determinazione giungiamo dopo un’attenta disamina della documentazione e dopo tutte le valutazioni del caso.
Molteplici sono gli aspetti che ci vedono in disaccordo, ma in questa sede, avendo un tempo limitato, ci concentreremo sulla Fondazione Artos. Com’è noto a tutti, Artos nasce il 28.12.2006 all’epoca del Sindaco Augusta Borghi, è un ente che opera senza fini di lucro e persegue finalità di solidarietà sociale nei confronti di soggetti svantaggiati, in ragione di condizioni fisiche, sociali ed economiche offrendo svariati servizi. L’Ente fondatore è il Comune.
Da un’analisi della documentazione e dai dati raccolti, emerge che il Direttore della Fondazione ha percepito nel 2024 un compenso lordo di ben 38.023,22 € comprensivo di IVA ed accessori di legge (nel 2023 erano 38.064,00 €), compenso che viene erogato dal nostro Comune e quindi risorse della collettività. Il Direttore riveste anche il ruolo di Presidente della Fondazione Artos a titolo gratuito.
Lo stesso Direttore ricopre un altro incarico nelle partecipate del Comune, quello di Presidente del Collegio Sindacale di Lura in liquidazione, anch’esso retribuito. Ritornando ad Artos, in ottemperanza al nostro ruolo di controllo dell’operato dell’amministrazione, non possiamo esimerci dall’esprimere il nostro dissenso davanti a scelte dell’Amministrazione, per noi incomprensibili e irragionevoli sotto vari profili.
In primo luogo per noi – se non sussiste un’incompatibilità – è quanto meno inopportuno che il Presidente della Fondazione ricopra anche l’incarico di Direttore. Di regola queste sono figure diverse e distinte per funzioni, in quanto il Presidente coordina le attività e attua le decisioni del cda, che ha potere di indirizzo e gestione, mentre il Direttore ha compiti operativi ed attuativi degli indirizzi e delle strategie espressi dagli organi amministrativi.
Quindi il Direttore è figura subordinata al Presidente del cda. Nel caso di Artos, manca invece una divisione di ruoli e funzioni: infatti, il soggetto che è responsabile del controllo risulta essere lo stesso soggetto che deve essere sottoposto al controllo. Ciò, in concreto, potrebbe minare l’imparzialità, l’obiettività e l’efficacia del processo di controllo, con il rischio di compromettere l’interesse perseguito.
All’epoca della Giunta Borghi le cariche apicali/dirigenziali di Artos erano composte esclusivamente da volontari, i quali hanno svolto la propria attività a favore della comunità di Caronno Pertusella senza percepire alcun compenso e, spesso e volentieri, proprio perché tale attività era concepita come “volontariato”, non richiedevano nemmeno il rimborso spese quando vi erano trasferte o viaggi da fare.
L’assetto attuale ha invece stravolto la logica originaria della Fondazione: Artos nasceva come strumento condiviso attraverso cui la società civile si prendeva a carico alcuni problemi della comunità, per questo le figure dirigenziali/apicali della Fondazione erano cittadini comuni che mettevano a disposizione del nostro Paese le proprie professionalità e sulla base di tale presupposto prestavano la propria attività a titolo completamente gratuito. Scopo della Fondazione era diventare un punto di riferimento per chi voleva impegnarsi per la collettività.
Quindi, a nostro avviso, le scelte dell’Amministrazione sul compenso del Direttore Artos mal si conciliano o meglio non si conciliano affatto con lo scopo e la logica originaria della Fondazione. Riteniamo inoltre che il compenso del Direttore non sia adeguato e proporzionato alla luce dell’obbligo dell’Ente Locale di gestire in modo razionale ed oculato le risorse della collettività.
Non solo. Prima di uscire dalla maggioranza, abbiamo saputo che nel settembre 2023 è stato attribuito un passaggio di livello a due dipendenti della Fondazione Artos ed è stato adeguato il loro compenso con un’indennità pari a circa 200 € netti mensili per ciascuno, per coadiuvare la figura del Direttore e sgravarlo di alcuni incombenti (come anche da parole del Sindaco). A fronte di tale scelta, noi ci saremmo ragionevolmente aspettati una riduzione del compenso del Direttore, ma in realtà scopriamo che il compenso è rimasto invariato.
Per quanto riguarda i dipendenti, ad essi è applicato il CCNL Uneba, contratto che, com’è noto, prevede per i livelli più bassi una retribuzione oraria inferiore ai 9,00 euro lordi. Questa purtroppo era la situazione di diversi dipendenti quando siamo usciti dal gruppo consiliare del PD e dalla maggioranza e ad oggi non siamo a conoscenza di cambiamenti decisivi in favore dei lavoratori che percepivano meno di 9,00 euro.
Una volta appreso ciò, con grande sconcerto ci siamo chiesti: “Quella del salario minimo legale dei 9,00 euro lordi non è una battaglia del Partito Democratico? Non è del Partito Democratico lo slogan: “Sotto i 9 euro non è lavoro ma sfruttamento?”
La realtà di Artos, la quale è controllata al 100% dal nostro Comune, governato da Partito Democratico e centro-sinistra, invece è questa: al Direttore di Artos sono stati riconosciuti nel 2024 ben 38.023,22 euro comprensivi di IVA ed accessori di legge, i due dipendenti che coadiuvano il Direttore hanno avuto un incremento di indennità di circa 200 euro netti mensili che nemmeno percepiscono i dirigenti di banca con l’ aumento di livello, mentre diversi dipendenti inquadrati a livelli inferiori non raggiungono nemmeno i 9,00 euro lordi all’ora. Quindi ci chiediamo: il Partito Democratico ha ancora a cuore i diritti dei lavoratori o la tutela della classe operaia è andata nel dimenticatoio?
Abbiamo chiesto chiarimenti al Sindaco ma nessuna valida giustificazione è stata da lui addotta.
Questa è una delle principali motivazioni per cui abbiamo lasciato il Partito Democratico e la maggioranza. A tal proposito ci preme replicare al Sindaco che nel consiglio comunale dell’11 luglio nel commentare la nostra uscita dal PD e dalla maggioranza ha parlato in modo del tutto improprio di “cambio di casacca”.
Bene signor Sindaco, perché la cittadinanza comprenda bene come stanno le cose, intendiamo chiarire che noi non abbiamo fatto alcun cambio di casacca. Ci siamo distaccati dal Partito Democratico e maggioranza e non abbiamo aderito ad altri gruppi politici o liste già presenti in questo Consiglio Comunale. Infatti, a seguito della nostra uscita, si è costituito automaticamente il gruppo misto che per definizione raccoglie tutti i consiglieri che non si riconoscono in altri gruppi consiliari.
Com’è a Lei noto, signor Sindaco, il nostro disappunto non era certamente circoscritto alla sola questione degli aumenti del pre-post scuola Artos. E’ evidente che il nostro dissenso sulle scelte relative alla Fondazione Artos di cui abbiamo parlato questa sera fosse conosciuto da tutti, dal Sindaco, dalla maggioranza e dal Circolo cittadino del Partito Democratico, in seno al quale era sorto un acceso dibattito rimasto poi lettera morta sul tema del salario inferiore ai 9 euro lordi all’ora per alcuni dipendenti Artos.
Molti Comuni italiani con Giunte di centro-sinistra, per es. i Comuni di Firenze e Napoli, hanno dimostrato una certa coerenza promuovendo condizioni di lavoro migliori all’interno degli appalti comunali e delle loro controllate/partecipate stabilendo un salario minimo di 9 euro lordi all’ora per tutti i dipendenti.
Per tutte le ragioni esposte, il gruppo misto esprimerà voto contrario, ponendosi un interrogativo nell’interesse di questa comunità: è opportuno che Artos mantenga l’assetto attuale o sarebbe auspicabile un ritorno al modello originario in cui i ruoli dirigenziali ed apicali erano affidati a volontari? Ecco noi caldeggiamo questa seconda ipotesi. In subordine, qualora questa strada non sia percorribile, ci chiediamo se non possa essere economicamente più conveniente affidare i servizi a una cooperativa esterna, dovendo l’Ente Locale sempre procedere ad una accurata analisi costi-benefici e agire nel rispetto dei principi di efficienza, economicità e qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risorse della collettività. Grazie per l’attenzione”.
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