Quale futuro per l’Electrolux di Solaro? Se lo chiede il sindacato
SOLARO – Electrolux di Solaro, il sindacato Cub Varese chiede chiarezza e certezze per i dipendenti dello stabilimento.
“Una decina di giorni fa i lavoratori vengono chiamati dalla direzione, linea per linea, per comunicare loro che la qualità è migliorata decisamente. Pochi giorni dopo la stessa direzione informa tutti i lavoratori, un centinaio di addetti, della linea di produzione Durham destinata al mercato americano, ovvero quella che doveva, a detta di Electrolux e di alcuni esponenti della Rsu, essere il futuro di Solaro, che staranno un’intera settimana in “vacanze forzate” retribuite al 70 per cento del salario – si legge in una nota del Cub – Dopo qualche giorno le settimane diventano due, senza neppure prendere in considerazione l’ipotesi di una rotazione con gli organici di altre linee, lasciando che spesso in solidarietà si ritrovino gli stessi operatori e a volte, come in questo caso, componenti della stessa famiglia”.
“Cosa nasconde Electrolux? Che progetti ha su Solaro? – si domanda il sindacato – In questi tre anni ai lavoratori sono stati chiesti sacrifici attraverso il recupero produttivo aumentando i pezzi all’ora e diminuendo il salario. Inoltre l’azienda ha risparmiato ricevendo soldi pubblici. Risultato? Siamo messi peggio del 2014. L’accordo quindi ha solo spostato in avanti il problema senza, però contribuire a risolverlo anzi…. il bubbone è talmente cresciuto che sta per scoppiare e di questo l’azienda è la prima responsabile ma non l’unica: la Rsu, rappresentanza sindacale interna, aveva e ha il dovere di vigilare sull’accordo tanto voluto, e non limitarsi a comunicare quanto l’azienda decide unilateralmente. Accordo che di fatto si ripropone con i problemi di prima alla vicina scadenza del 2017. Un accordo firmato senza paletti come un assegno in bianco in cui si è dato potere all’azienda di fare il bello e il cattivo tempo. Cosa dobbiamo aspettare ancora? Una risposta può arrivare solo dai lavoratori per non trovarsi a fine accordo ricattati di nuovo sulla stabilità del posto di lavoro e del salario e spianare la strada a richieste di sacrifici ancora peggiori.
Pretendiamo da subito un uso corretto della solidarietà ma soprattutto certezze per il posto di lavoro e il salario”.
03122016