SARONNO – “Se uniti saremo, la mafia sconfiggeremo”. È questo il messaggio forte e chiaro lanciato dagli studenti saronnesi durante la Marcia della Legalità che si è svolta nella mattina di venerdì 23 maggio. Studenti delle scuole saronnesi, dalle elementari alle superiori, hanno attraversato le strade cittadine portando striscioni colorati, cartelloni, citazioni e disegni: un lungo corteo che ha trasformato la città in un simbolico abbraccio alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Il corteo, partito dal piazzale del Santuario, ha percorso via Primo Maggio, è arrivato in piazza Libertà e ha fatto ritorno al punto di partenza. A sfilare c’erano classi delle scuole primarie, medie e superiori, con la partecipazione attiva delle scuole superiori cittadini, del Presidio di Libera Rita Atria e con l’organizzazione a cura del Comune di Saronno.
Tantissimi i messaggi che hanno sfilato lungo il percorso: “La mafia uccide, il silenzio pure”, “Le cose non si fanno per coraggio, ma per guardare più serenamente negli occhi dei figli”, “Se ognuno fa qualche cosa allora si può fare molto”. Non mancava la voce dei più piccoli, che con creatività e impegno hanno ricordato che “La mafia attacca la felicità di chi vive la legalità”, accompagnando i messaggi con disegni e fotografie simboliche.
Tra i cartelli più toccanti anche le parole di Giovanni Falcone: “La mafia, prima che con la lupara, uccide con le parole, per delegittimare chi la combatte e lasciarlo solo”. E ancora: “Giovanni Falcone. Gli uomini passano, le idee restano”, circondato da impronte di mani colorate, a ricordare l’impegno concreto di ogni singolo cittadino.
In piazza Libertà diversi interventi tra cui l’esibizione del gruppo “Gli Spazi Liberi” composto da Francesco Borgo, Riccardo Venegoni e Alessandro Crudo.
La Marcia della Legalità, promossa in occasione della Giornata Nazionale della Legalità istituita dal Ministero dell’Istruzione nel 2002, vuole commemorare le stragi mafiose del 1992 – quella di Capaci, in cui morirono Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, e quella di via D’Amelio, dove perse la vita Paolo Borsellino – ma soprattutto educare le nuove generazioni al rispetto delle regole, alla giustizia e alla partecipazione attiva.
A Saronno, la legalità cammina sulle gambe dei ragazzi. E oggi, con i loro striscioni e le loro voci, ci hanno ricordato che la lotta alla mafia passa anche da qui.
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