Amianto: da risorsa a minaccia
Nel corso dell’ultimo secolo, l’amianto ha trovato largo impiego principalmente in ambito edile e, benché sia stata accertata la sua pericolosità, è ancora oggi presente in diversi edifici. Si tratta di un materiale a base di silicio composto da fasci di fibre che, quando si sfaldano, rilasciano nell’aria polveri sottili estremamente pericolose per la salute umana.
In questo articolo faremo chiarezza sull’amianto e su tutti gli aspetti che è opportuno conoscere: dalla normativa ai rischi per la salute fino alle modalità di bonifica, facendo un piccolo excursus storico per comprendere l’utilizzo e lo sviluppo di questo discusso materiale nel corso dei secoli scorsi.
Normativa per lo smaltimento dell’amianto
La Legge 257/92 ha messo al bando tutti i prodotti contenenti amianto, imponendo il divieto di estrazione, lavorazione ed utilizzo in ogni sua forma. In effetti già nel 1986 il Ministero della Sanità emanò un’ordinanza con la quale limitava l’uso della crocidolite e della sua commercializzazione. In seguito, nel 1988, il divieto fu esteso a tutte le tipologie di amianto se utilizzate in determinati prodotti, come i giocattoli o le vernici.
Come poi specificato è arrivata la Legge 257/92 che ha riconosciuto la pericolosità dell’amianto non solo per i lavoratori che lo trattano, ma anche per le persone che possono entrare a contatto con questo materiale in altri modi. La stessa legge ha definito delle misure di sostegno per tutte le imprese ed i lavoratori coinvolti nella gestione del rischio amianto.
Quali sono i rischi della salute
Il principale pericolo dell’amianto è rappresentato dalle sue fibre che, se si sfaldano, possono rilasciare nell’aria delle polveri sottili pericolose e facilmente inalabili, che rischiano di arrivare fino ai polmoni.
L’amianto diventa pericoloso proprio nel momento in cui inizia il suo processo di degradazione, cosa che può avvenire sia per i materiali di tipo friabile che compatto. Un tetto in eternit o anche solo una canna fumaria in eternit, se risultano danneggiati, possono rilasciare nell’aria sostanze e polveri sottili estremamente pericolose per la salute umana.
Queste sostanze disperse nell’aria, se arrivano fin nei polmoni, possono provocare patologie molto serie che riguardano i polmoni e la pleura, come l’asbestosi e nei casi più gravi varie forme di cancro ai polmoni.
I manufatti e le costruzioni in eternit ancora in piedi risalgono ad oltre 20 anni fa, quindi è molto probabile che il processo di degradazione sia già in atto. Non è determinabile qual è la quantità di percentuale tossica di amianto inalato capace di provocare patologie, ma diversi studi hanno confermato una correlazione diretta tra determinate malattie ed una lunga esposizione a questo materiale.
Perché era così utilizzato in passato?
Oggi demonizzato ed escluso dalle principali forme di costruzione, in realtà l’amianto per tantissimi secoli è stato un materiale molto utilizzato nei più svariati settori. Tracce di amianto sono state trovate presso le popolazioni Persiane e Romane, che attribuivano a questo materiale un potere magico e lo usavano per avvolgere i cadaveri da cremare.
L’amianto compare anche nel libro “Il Milione” di Marco Polo, che lo descrive come un materiale usato presso una provincia cinese per realizzare un tessuto da tovaglia. Nel ‘600 l’amianto veniva usato addirittura nelle medicine dell’epoca, mentre nell’800 fece il suo ingresso nell’industria. Nei primi anni del ‘900 l’amianto veniva usato in sostituzione dei materiali facilmente infiammabili nelle metropolitane di Londra e Parigi.
Nel 1932 fu impiegato anche per coibentare il transatlantico Queen Mary e da allora l’amianto fu talmente pubblicizzato da essere usato anche nelle scuole, negli ospedali, nei cinema, nelle palestre ed in tantissimi altri settori industriali.
L’amianto presenta delle caratteristiche versatili che si adattano alle più svariate applicazioni ed inoltre ha un basso costo di lavorazione, perciò ha trovato ampia diffusione nel corso dei secoli, fino a quando non è stata svelata la sua elevata pericolosità.
Tempistiche e modalità per bonificare l’amianto
La rimozione dell’amianto non è un’operazione necessaria, se il materiale risulta perfettamente integro e non rappresenta un problema concreto per la sicurezza pubblica. In questi casi è però opportuno procedere alla bonifica tramite incapsulamento o confinamento ed alla programmazione di una serie di attività di verifica e di interventi di manutenzione.
Con questo procedimento le strutture vengono coperte e messe in sicurezza, senza essere smaltite in discarica. L’intervento può cambiare nelle modalità e nelle tempistiche a seconda di diverse variabili come l’accessibilità dell’area, la tipologia di superficie e le quantità da smaltire.
Se però un manufatto realizzato in amianto è danneggiato, rischia seriamente di sfaldarsi e rilasciare pericolose particelle nell’aria o se deve essere demolito va immediatamente bonificato tramite la rimozione ed il successivo smaltimento.
L’eternit deve essere smaltito obbligatoriamente entro 180 giorni secondo la normativa e le sanzioni penali per il mancato smaltimento dell’amianto sono estremamente salate. Sono operazioni molto delicate, perciò è opportuno rivolgersi ad aziende specializzate nella bonifica dell’amianto affinché la procedura venga eseguita correttamente e secondo le normative vigenti.