Tradizioni funebri: i rituali più comuni in Italia
Nel nostro Paese le usanze legate al saluto e alla commemorazione di una persona cara sono molto diffuse da sempre. Ciò si deve non solo all’assetto cattolico, ma anche ad un attaccamento alle tradizioni che ha permesso loro di conservarsi e talvolta evolversi nel tempo senza però perdere la loro natura originaria.
Le usanze che variano sono proprio quelle che riguardano la commemorazione del defunto e abbracciano perlopiù l’ambito culinario. In Veneto il 2 Novembre si mangia il “pane dei morti”, mentre in Sicilia i bambini possono ritrovare al mattino i “pupi di zucchero”, cioè dolci con sembianze umane. Se in Toscana si mangiano i biscotti detti “ossa di morto”, in Abruzzo si opta per la lasagna alla verza.
In Campania, in Liguria, in Emilia e nella maggior parte dei casi in questo giorno ci si reca al cimitero per visitare le tombe dei propri cari e adornarle con fiori e candele. Ci sono poi moltissime tradizioni basate su antiche credenze. Ad esempio, in alcuni comuni della Lombardia si lascia un vaso d’acqua in cucina per far sì che i morti si dissetino. A Cremona è consuetudine in questo giorno alzarsi presto e rassettare il letto per dare alle anime dei morti la possibilità di riposare.
Per quanto riguarda, invece, il rito funebre, sappiamo che già gli antichi romani davano a questo momento grandissima importanza. Al punto che lo Stato si preoccupava di pagare le esequie dei poveri e le fasi erano: esposizione pubblica del corpo, corteo funebre e il rogo della salma.
Oggi la prassi è un po’ cambiata. La morte è annunciata con manifesti affissi nel luogo di residenza del defunto o dei suoi cari. I più vicini all’estinto organizzano la veglia funebre, che sempre più spesso non può essere realizzata in casa dello stesso per questioni di spazio o igiene.
Per sopperire a questa nuova esigenza sono nate strutture ad hoc, come la Casa Funeraria a Legnano, che consentono a parenti ed amici di salutare il defunto in un ambiente più consono, discreto e confortevole. Si prestano tra l’altro ad essere utilizzate sia per i funerali religiosi che per quelli laici.
A tal proposito ricordiamo che chi prende parte al rito funebre in Chiesa tendenzialmente indossa abiti scuri in segno di rispetto e porta in dono dei fiori. Nel caso delle esequie laiche, invece, a celebrare il funerale può essere un parente stretto del defunto, che insieme ai convitati ricorda la persona cara con aneddoti e racconti.
In entrambi i casi si tende ad omaggiare il defunto ricordando le buone azioni svolte in vita. Oggi come allora la preparazione della salma è affidata alle pompe funebri, che però rispetto al passato, offrono un supporto più completo e qualificato che la fa la differenza soprattutto per i cari del defunto.