Rifiuti sanitari: come vanno gestiti secondo la normativa
Si fa presto dire a differenziare e riciclare i rifiuti, ma ci sono rifiuti e rifiuti. È evidente che le immondizie sono diverse tra di loro e ogni materiale richiede un trattamento assestante. Ci sono materiali che sono abbastanza facili da gestire come carta e metalli che, infatti, hanno delle percentuali di riciclo molto buone, mentre per altri la questione si fa più complicata. Un esempio è la plastica che è complessa da gestire per diversi motivi; giusto per far intuire la complessità, basti pensare al fatto che ci sono tanti tipi differenti di plastica; inoltre, spesso la plastica è accompagnata con altri materiali per gli imballaggi.
Altro caso che richiede adeguate attenzioni è rappresentato dai rifiuti sanitari. Rispetto ad altri, i rifiuti sanitari vanno controllati e trattati adeguatamente altrimenti potrebbero costituire un pericolo per l’ambiente e le persone. I professionisti di www.anecorifiuti.it si occupano anche della raccolta e smaltimento dei rifiuti sanitari.
In Italia, come negli altri Paesi, esiste una normativa ambientale che indica come vanno trattati i rifiuti sanitari. Tutti i rifiuti sanitari vanno conferiti separatamente e gestiti in modo specifico, tenendo presente il pericolo che può costituire per l’ambiente. Tutti i rifiuti sanitari vanno raccolti separatamente e preparati in modo esatto. Vanno conferiti in luoghi prestabiliti dove siano presenti anche adeguati avvisi e cartelli che segnalino la loro presenza.
Rifiuti sanitari non pericolosi
I rifiuti sanitari non sono tutti uguali e, all’interno del macro gruppo, si riconosce una categoria per i rifiuti sanitari non pericolosi. Si tratta di farmaci scaduti o inutilizzati. Una volta sistemati negli appositi contenitori, vanno consegnanti a una ditta specializzata che siano in possesso delle dovute certificazioni e permessi.
Rifiuti sanitari a rischio non infettivo
Nella categoria dei rifiuti sanitari a rischio non infettivo sono rappresentati da rifiuti a rischio chimico. Arrivano dai laboratori di analisi, diagnosi e simili. Spesso sono soluzioni acquose, reagenti scaduti, solventi cui si aggiungere lampade, batterie, parti con mercurio. Tutti i solventi, invece, sono da sistemare nei fustini di plastica omologati. I reagenti usati, invece, sono da smaltire nella loro confusione originale. Gli altri rifiuti non infettivi vanno messi in contenitori di plastica con chiusura ermetica. Per nessuna ragione al mondo, i vari rifiuti provenienti dai laboratori vanno mischiati tra di loro ma messi in contenitori di plastica a chiusura ermetica nell’attesa che la ditta specializzata li ritiri.
Rifiuti sanitari a rischio infettivo
Infine, arrivano i rifiuti sanitari a rischio infettivo che comprendono liquidi biologici di ogni sorta (sangue, urine, feci e materiali che ne vengono in contatto), e attrezzature varie che sono stati in contatto con un paziente infetto. Se i rifiuti sono liquidi, vanno messi in taniche; se taglienti in contenitori di plastica; se non taglienti, in scatole di cartone. I contenitori non vanno riempiti oltre i ¾ della capienza e vanno chiusi ermeticamente. La normativa prevede che tutto sia etichettato con data e provenienza ben chiara. Sarà poi compito della ditta specializzata per il trattamento dei rifiuti sanitari ritirare entro 24 ore dal loro deposito.