Dalle Madonie a Ondarossa a Caronno: arriva la nuova corsa della 40/60 HP di Enzo Ferrari
CARONNO PERTUSELLA Sapete quale è stata l’ultima corsa dell’Alfa Romeo 40/60 HP? La Parma-Poggio di Berceto? No. La Targa Florio? Neanche. Già perché quella leggendaria vettura con cui corsero Nino Franchini, Giuseppe Campari, Ugo Sivocci e persino Enzo Ferrari, a distanza di oltre un secolo percorre ancora strada, tanta, questa volta a scopo ‘artistico’.
Quando Giorgio Sivocci, nipote del famoso pilota, parlò del progetto dell’artista Calogero Sperandeo al Museo Onda Rossa, ci innamorammo subito del progetto, decidendo di trovare una giusta collocazione a quest’opera che, per bellezza e significato, rappresenta l’essenza stessa del Museo Ondarossa, della capacità e dell’italico ingegno -anche artistico- in essa espressi.
La storia artistica di Sperandeo nasce ufficialmente solo un paio di anni fa. Una vita dedicata alla meccanica, senza buttar via nulla dei ricambi sostituiti alle vetture su cui lavorava, riciclando i pezzi in funzione della realizzazione di figure che, senza saperlo, sarebbero poi diventate protagoniste di vere opere d’arte sempre più apprezzate, anche all’estero.
Tra i primi, un presepe realizzato sul cofano motore di una vecchia Fiat 500, premiato a Roma con il secondo posto tra cento selezionatissime opere a tema provenienti da tutto il mondo. L’artista ha poi realizzato trofei per il Giro di Sicilia di rally e per la Targa Florio, fino ad una Bugatti T35 scala 1:1 con Meo Costantini e il suo meccanico, esposta al Museo Targa Florio di Cerda e al Gran Prix Automotive di Tirana, manifestazione in cui era ospite -tra gli altri- anche Pininfarina.
“Ho volutamente tenuto ‘un pezzo forte’ per un’occasione speciale”, sottolinea l’artista. E’ un pezzo della storia italiana, quella di Enzo Ferrari che, da giovane pilota, si fece fotografare in un vicoletto del mio paese. A quell’11° Edizione della Targa Florio del 1920 si classificò secondo. E’ a lui e alla sua Alfa Romeo 40/60 HP che ho voluto dedicare questa mia opera.”
La replica artistica, ricordiamolo, è fedele all’originale ed è a grandezza naturale, con ruote sterzanti. Questo pezzo unico è stato interamente realizzato a mano, artigianalmente, con sapiente lavoro di saldatura di metalli e battitura di lamierati.
“Da oggi –sottolinea Antonio Giussani, voce storica del Museo- i visitatori potranno apprezzare qualcosa di veramente speciale a cui abbiamo trovato una collocazione che, ne sono certo, piacerà molto. L’invito, quindi, è quello di venirci a trovare e, per chi avesse già visitato la collezione, tornare a trovarci: abbiamo tante sorprese in serbo e siamo certi che il percorso intrapreso troverà sempre maggior successo, non solo tra gli appassionati di motorismo.”
E a fargli da eco sono anche gli altri soci di Ondarossa, Andrea Luca Oliva e Denis Naletto, che con il curatore Ivan Scelsa hanno intrapreso la strada del rinnovamento con iniziative nuove e frizzanti che, nei prossimi mesi, vedranno il Museo protagonista di iniziative e manifestazioni davvero esclusive.
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Commenti
buonasera voglio ringraziare il giornale il Saronno per aver publicato l’articolo e’ a Giorgio Sivocci per aver dato luce alla mia opera presentandola al curatore di Ondarossa Ivan scelsa dandomi la possibilità eponendola in un museo ricco di emozioni spero che la mia Opera regala tante emozioni a tutti i visitatori amanti del motorismo Italiano .
GRAZIE MILLE
Eccellente iniziativa. Complimenti!