Dopo le violenze: Lara Comi visita il carcere di Busto
SARONNO – “Rimpatriare i detenuti stranieri e rinforzare gli organici della polizia penitenziaria. Lo chiederemo al ministro Matteo Salvini nell’ambito del decreto sicurezza e immigrazione”. Lo annuncia l’europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del gruppo Ppe, la saronnese Lara Comi, che è stata oggi pomeriggio in visita al carcere di Busto Arsizio, dove ha incontrato il direttore Orazio Sorrentini, la comandante della polizia penitenziaria Rossella Panaro e alcuni rappresentanti sindacali degli agenti (tra cui Paolo Delli Veneri di Uil polizia penitenziaria), alla presenza del garante regionale dei detenuti Carlo Lio e del garante dei detenuti della Città di Busto Arsizio Matteo Tosi.
L’incontro è stato organizzato a seguito del grave e preoccupante episodio di settimana scorsa, una sommossa di alcuni detenuti di origine extracomunitaria che è costata lesioni e contusioni ad una decina di agenti intervenuti per sedare una rissa all’interno di una sezione del carcere. “Sono stata messa a conoscenza delle condizioni difficili e inaccettabile in cui gli agenti sono costretti ad operare – spiega l’onorevole Lara Comi, da sempre attenta alle problematiche della struttura carceraria di Busto – ci troviamo di fronte, da un lato, ad un problema di crescente sovraffollamento della struttura (circa 425 detenuti, per il 65% stranieri, contro una capienza di 250), dall’altro ad un organico della polizia penitenziaria che oltre ad essere numericamente insufficiente è costretto anche a sopperire alla carenza di altre figure come educatori e mediatori culturali. Attraverso i nostri rappresentanti in Parlamento solleveremo la questione chiedendo al ministro degli Interni Matteo Salvini di dare delle risposte concrete ai disagi della polizia penitenziaria, che non può essere considerato un corpo di polizia di serie B, già nell’ambito della discussione parlamentare sulla conversione del decreto sicurezza e immigrazione”. In particolare, Comi pensa a due proposte che potrebbero essere oggetto di emendamenti al Decreto Salvini: misure “per garantire il rimpatrio dei detenuti stranieri nei paesi di origine” e risorse per potenziare gli organici della polizia penitenziaria, “magari attingendole dai risparmi che il ministro prevede sulle spese per l’accoglienza dei migranti”. In un’ottica di medio-lungo periodo verrà proposta anche una qualche forma di “riattivazione degli ospedali psichiatrici giudiziari, la cui eliminazione ha fatto mancare strutture in cui trasferire i detenuti più problematici che oggi tendono ad essere rimpallati da un carcere all’altro”.
01102018