Anovo: è stata richiesta la mobilità ma c’è ancora una possibilità di salvezza
L’Anovo è fallita nel dicembre 2011 in seguito al mancato pagamento di un maxi credito da parte della casa madre francese che, rilevata da un fondo d’investimento, ha lasciato la sede italiana senza versare il dovuto e lasciando la società praticamente senza capitale sociale.
Scartata la possibilità di un’impresa sociale l’unica speranza per i lavoratori, altamente specializzati, è rimasto il piano industriale presentato dal Gruppo Deles azienda di Origgio interessata ad ampliare la propria attività nel settore in cui opera Anovo.
Il piano industriale, che prevede l’immediata assunzione di 20 persone che diventerebbero un centinaio nel primo biennio, è stato scartato dal curatore che non l’ha ritenuto economicamente interessante.
Nell’ultimo mesi i sindacati hanno lavorato alacremente per cercare di trovare un accordo tra l’azienda e il curatore in modo da bloccare l’avvio della mobilità garantendo un’altro periodo di cassa integrazione ai lavoratori e un futuro all’azienda.
“Abbiamo organizzato diversi incontri negli ultimi giorni – spiegano Tonelli e Ceriani -in Regione e in Provincia con Deles e con il curatore. Il risultato è una generica disponibilità del gruppo a valutare nuove proposte e la promessa del curatore di bloccare la mobilità a fronte di un accordo che preveda l’assunzione di 35 dipendenti da subito”.
E’ l’ultima spiaggia: “La Provincia organizzerà un ultimo incontro con proprietà e il curatore per vedere se questo ultimo progetto possa concretizzarsi. I tempi sono stretti, bisogna agire prima del 7 dicembre, ma certo la procedura di mobilità, comunque già avviata, potrebbe essere bloccata.