SARONNO – E’ stata, ancora una volta, una serata all’insegna della condivisione e della conoscenza reciproca l’iftar organizzato dal centro culturale islamico di via Grieg a Saronno.
Per la quinta volta, in occasione del Ramadan, la comunità islamica saronnese ha deciso di aprire le proprie porte per un momento conviviale con la città. All’appuntamento sono state inviate autorità civili e religiose del saronnese, esponenti di associazioni e tante famiglie. Tra i presenti oltre ad un delegato della Prefettura, la deputata Maria Chiara Gadda, i sindaci di Saronno, Cislago, Turate, Rescaldina e Caronno esponenti della giunta di Solaro, Saronno, Caronno, Uboldo. Tanti anche i rappresentanti di realtà che operano sul territorio da Gli eroi del quotidiano alla fondazione Arca e una nutrita delegazione di Croce Rossa.
Apprezzatissima l’area con stand allestita nel giardino del centro islamico mentre il grande salone e il cortile esterno sono stati coperti da tavoli del resto alla cena si sono iscritti oltre 1200 persone. Tradizionale lo svolgimento della serata con la preghiera alle 18 guidata dall’Imam Najib al Bared seguita dalla rottura del digiuno. Quindi, guidati da Saif Eddine Abouabid, gli interventi e i ringraziamenti. Il primo pensiero con un minuto di silenzio per lo scomparso prevosto don Claudio Galimberti e ovviamente tra poesie, interventi politici e letture del Corano non mancano messaggi per la pace e l’integrazione al centro anche del presidente del centro Latif Chridi. Il saluto più caloroso il centro lo dedica all’ex prevosto don Armando Cattaneo che contraccambio con un intenso intervento che parla di integrazione, pace e condivisione. Nutrita anche la delegazione della comunità pastorale Crocifisso Risorto a cui ha dato voce l’intervento don Massimiliano Bianchi.
Nel corso della serata per tutti i presenti il riso speziato “a rappresentare i fedeli asiatici”, la zuppa Harira per quelli marocchini, i datteri dalla Tunisia ma anche un pezzo di pizza: “Insieme ai piatti della tradizione la pizza c’è sempre quando rompiamo il digiuno – ha spiegato il responsabile del centro Sadok Hammami– perchè ai nostri figli piace perchè ormai è parte della nostro quotidianità come noi ci sentiamo parte di questa comunità”.
Non è mancato un ringraziamento a tutti i volontari soprattutto giovani che hanno lavorato, malgrado fossero a digiuno, per garantire la buona riuscita della serata.
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