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VARESE – Il caro energia si trasferisce valanga nel bicchiere con aumenti di prezzo che vanno dal +11% per l’acqua minerale al +10,5% per i succhi di frutta fino al +7% delle bibite gassate sotto pressione per gli elevati costi di estrazione dell’anidride carbonica ad uso alimentare. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat relativi all’inflazione nel sottolineare che forti aumenti dei costi di produzione si registrano anche per le bevande alcoliche più diffuse dalla birra al vino.

"A pesare sono i costi di produzione in campi e vigneti che - sottolinea Coldiretti Varese - vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigare i raccolti ma il caro energia e la mancanza di materia prime si fanno sentire lungo tutta la filiera – spiega Coldiretti Varese– insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi. Costi indiretti che vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +10% costi per le lattine, fino ad arrivare al +70% per la plastica", secondo l’analisi Coldiretti.

Una situazione che è destinata ad esplodere in autunno con un prevedibile balzo dei listini di vendita che riguarda l’intera filiera agroalimentare che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio, secondo l’analisi della Coldiretti.

A far aumentare i prezzi alla produzione è il caro energia che si trasferisce a valanga sui costi di produzione anche nell’agroalimentare che assorbe oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. Il comparto alimentare richiede – continua Varese – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, il funzionamento delle macchine e la climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep). Si tratta di una bolletta energetica pesante nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione.

“Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo Governo ma bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese” afferma il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori nel sottolineare che “con i rincari d’autunno insieme al sistema produttivo sono a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari”.

09092022

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VARESE - L’agricoltura made in Varese si accende grazie al sole. Sono già diverse le imprese agricole che hanno optato per l’energia fotovoltaica negli ultimi anni e, c’è da scommetterlo, ancor più lo faranno nell’immediato futuro, complici le bollette energetiche salite alle stelle ma anche i nuovi incentivi che rendono questo intervento davvero conveniente. Dal prossimo 27 settembre e fino al 27 ottobre è possibile presentare le domande per i contributi destinati alla realizzazione di impianti fotovoltaici. E’ stato pubblicato sul sito del ministero delle Politiche agricole l’avviso con le istruzioni. Nell’ambito della misura del Pnrr “Parco agrisolare” sono stati destinati 1,5 miliardi per impianti da realizzare sui tetti degli edifici rurali dei settori dell’agricoltura, della zootecnia e dell’agroindustria.

Obiettivo finale della misura, fortemente sostenuta a livello nazionale da Coldiretti, è di promuovere l'installazione di pannelli fotovoltaici con una nuova capacità di generazione di 375.000 Kw da energia solare.

Una quota di finanziamenti pari a 1.200 milioni di euro è destinata alla realizzazione di interventi nel settore della produzione agricola primaria, 150 milioni sono assegnati a interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in agricoli, e altri 150 milioni andranno al settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e alle altre imprese. Il 4 agosto scorso è stato sottoscritto un accordo tra il Gse e il Mipaaf. Le domande di incentivi infatti dovranno essere presentate attraverso il portale del Gestore dei servizi energetici S.p.A.​

“L’interesse c’è” commenta Coldiretti Varese. “E da parte nostra incoraggiamo chi vuole scommettere su un fotovoltaico pulito e non impattante, che salvaguarda i terreni agricoli concentrando la posa dei pannelli esclusivamente sulla sommità delle superfici già edificate: nel caso delle nostre province, si tratta nella maggior parte dei casi dei tetti di stalle e capannoni”.

Un sostegno per le imprese agricole e zootecniche che possono avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici ma anche – ricorda Coldiretti – per il Paese che può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti, proprio mentre si discute sul tetto al prezzo delle gas proveniente dalla Russia.

“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro anche con lo sviluppo di alternative energetiche che offre il settore agricolo, dal fotovoltaico su tetti stalle e cascine senza consumo di suolo al biometano” chiosa il presidente della Coldiretti prealpina Fernando Fiori.

08092022

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VARESE - L’impatto del caro prezzi si abbatte sulla colazione e colpisce i consumatori già al risveglio a colazione con aumenti che vanno dal +9,8% dei biscotti al +19% per il latte conservato ma l’effetto dei rincari energetici si fa sentire anche su pane (+13,6%), zucchero (+14,9%) burro (+33,5%) e marmellate (+7,9%) senza dimenticare il caffè che fa segnare un +6,7%. E’ quanto emerge dalle elaborazioni di Coldiretti Varese sui dati Istat sull’inflazione ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

L’aumento dei prezzi non risparmia neanche chi sceglie una alimentazione naturale con i listini dello yogurt che aumentano del 12,1%, quelli della frutta dell’8,3% e con in più l’incremento dei cereali da colazione del 5,5% mentre chi ama il pasto mattutino continentale le uova sono in aumento del +15,2% ed i salumi del +6,8%.

Ma è una colazione amara anche per gli allevatori e le loro mucche da latte – spiega la Coldiretti provinciale – con l’esplosione delle bollette di luce, gas, carburanti e mangimi che per l’impennata dei costi sta portando sull’orlo della chiusura migliaia di stalle dove l’attività non si può fermare senza arrivare ad abbattere gli animali.

L’aumento delle spese colpisce duramente l’intera catena agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da far rischiare la cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea.

In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Aumenti che riguardano l’intera filiera del cibo con costi indiretti che – evidenzia Coldiretti Varese – vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +60% costi per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi.

“Bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro” afferma il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori nel sottolineare che “occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

06092022

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VARESE - Caro energia e siccità con il taglio dei raccolti spingono i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande che fanno segnare un aumento complessivo medio del +10,2% che ha costretto i consumatori a tagliare gli acquisti in quantità nel carrello della spesa. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione ad agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente che con un balzo generale dell’8,4% raggiunge il top dal 1985.

Il balzo dell’inflazione costerà alle famiglie del Varesotto 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità, secondo le proiezioni della Coldiretti. I prezzi dei beni alimentari non lavorati come frutta e verdura aumentano su base annua del +9,7% – continua Coldiretti – anche per effetto delle speculazioni che sottopagano le produzioni agli agricoltori e fanno triplicare i prezzi dell’ortofrutta dai campi alla tavola.

Il risultato è che per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi nel carrello della spesa gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che crollano nel 2022 dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia dai quali emerge che il consumo di frutta delle famiglie nel primo semestre del 2022 si è attestato a 2,6 milioni di tonnellate in quantità. I consumatori  hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si registra addirittura un calo dell’8% per gli acquisti di arance, considerate unanimemente un elisir di lunga vita.

Una situazione destinata ad avere un impatto sulle famiglie più deboli che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione ma ci sono anche oltre 2,6 milioni di persone che sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano – precisa la Coldiretti – la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari.

Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

A spingere i rincari è però anche l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero è il fatto che nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%), aprendo la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno.

“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” afferma il presidente della Coldiretti provinciale Fernando Fiori nel sottolineare che “bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro”.

(foto archivio: una manifestazione di Coldiretti Varese di qualche tempo fa)

02092022

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VARESE - Dall’acqua di cottura di pasta e riso alla paglia “isolante”, arrivano i segreti per salvare gli orti dagli effetti della siccità e aiutare il 45% di italiani che dedica parte del proprio tempo libero alla cura di verdure e ortaggi, piante e fiori, in vaso o nella terra. E’ quanto afferma Coldiretti Varese che con i tutor del verde di Campagna Amica ha elaborato un vademecum per far fronte alle misure di restrizione sull’uso dell’acqua potabile, a partire dal divieto di innaffiare varato da molti Comuni, mentre in Lombardia è stato dichiarato lo stato di emergenza e la zona rossa della sete rischia ormai di allargarsi a quasi tutto il Paese.

"In un momento di gravissima emergenza è necessario che le risorse idriche vengano concentrate sull’uso umano e su quello agricolo – sottolinea Coldiretti Varese – ma con alcuni piccoli aggiornamenti è possibile aiutare anche le piante su orti e terrazzi a resistere, in attesa della sospirata pioggia".

"Dinanzi al divieto di innaffiare, una buona soluzione può essere il riutilizzo dell’acqua di cottura di pasta, riso o verdure – spiega Coldiretti Varese - che una volta raffreddata darà sollievo alle piante ma concimerà anche il suolo con le sostanze rilasciate dagli alimenti cucinati. Ma allo scopo va ovviamente bene anche quella usata per lavare l’insalata. Ma si può addirittura pensare di recuperare con delle bacinelle l’acqua della doccia, almeno quella senza sapone. Per consentire alla terra dei vasi di mantenersi umida è importante poi pacciamarla – continua la Coldiretti prealpina - ovvero ricoprirla con della paglia, che rilascerà anche sostanze benefiche e favorirà la biodiversità del suolo in quanto rappresenta un habitat per insetti utili".

Per risparmiare acqua si può utilizzare il sistema d’irrigazione a goccia anche costruito con il fai da te. Basta riempire una bottiglia di acqua e chiuderla con il tappo dove andrà fatto un piccolissimo buco con un ago, quindi capovolgerla e posizionarla sul suolo. Pian piano questa farà cadere una goccia. Forare anche il fondo della bottiglia capovolta per evitare la creazione del vuoto che impedirebbe la discesa della goccia. Questo sistema può durare anche diversi giorni garantendo un minimo di umidità per le nostre piante. Ma esistono anche appositi gel trattieni acqua per il lento rilascio.

Attraverso un tubicino collegato ad un contenitore pieno di acqua (coperto per evitare la proliferazione delle zanzare) si possono usare anche i coni di ceramica, inseriti nella terra, dove rilasceranno lentamente umidità nel suolo. Per chi può farlo, resta sempre valido il consiglio di innaffiare la sera così da ottimizzare il volume di acqua utilizzato che non evapora subito a causa dell’irraggiamento solare. Ma bisogna fare attenzione anche alle caratteristiche delle piante, valutando quali hanno bisogno di sole e quali prediligono piuttosto l’ombra, magari spostando i vasi da sud a nord o usando dei teli ombreggianti nelle ore più calde.

Se in passato erano soprattutto i più anziani a dedicarsi alla coltivazione dell’orto, memori spesso di un tempo vissuto in campagna, adesso – sottolinea la Coldiretti – la passione si sta diffondendo anche tra i più giovani e tra persone completamente a digiuno di tecniche di coltivazione.  Un fenomeno sostenuto dal lavoro delle 27mila imprese, con circa 200mila addetti e 30mial ettari coltivati, impegnate nella filiera del florovivaismo tricolore, un’eccellenza del Made in Italy dal valore di oltre 2,57 miliardi di euro.

Il decalogo salva orto dalla siccità

1.    Riciclare l’acqua di cottura di pasta, riso e verdure per innaffiare e concimare il terreno

2.    Raccogliere con bacinelle l’acqua durante la doccia (quella senza sapone) e utilizzarla per bagnare le piante

3.    Utilizzare sottovasi per raccogliere l’acqua che sgronda dopo aver bagnato le piante ed utilizzarla per bagnare altre piante

4.    Coprire la terra dei vasi con la paglia per mantenere l’umidità

5.    Utilizzare appositi gel trattieni acqua per il lento rilascio

6.    Sollevare i vasi da terra, soprattutto su terrazze e balconi con tappi di bottiglia o polistirolo per ridurre la trasmissione del caldo dalla pavimentazione, staccarli anche dai muri

7.    Costruire sistemi di irrigazione a goccia fai da te con bottiglie o coni di ceramica

8.    Innaffiare la sera per non far evaporare l’acqua ed evitare l’effetto lente dell’acqua su foglie e ortaggi che li può bruciare

9.    Fare attenzione alle necessità di esposizione delle piante (sole, ombra), se possibile spostare i vasi dai balconi e dalle terrazze esposti a sud a quelli esposti a nord

10. Utilizzare ombreggianti nelle ore più calde e quando è maggiore l’insolazione per ridurre l’evapotraspirazione delle piante e l’allessatura degli ortaggi.

(foto archivio)

29062022

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Le vacche producono fino al 10 per cento in meno

VARESE - Non solo raccolti bruciati dalla siccità: a soffrire il caldo sono anche gli animali nelle fattorie del Varesotto, come nel resto della Lombardia a cominciare dalle mucche che con le alte temperature stanno producendo per lo stress fino al 10% di latte in meno. È quanto afferma Coldiretti Varese nel sottolineare che preoccupa anche il calo delle rese nel foraggio per l’alimentazione degli animali, tagliate dall’assenza di precipitazioni.

Per le mucche – sottolinea la Coldiretti provinciale – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. Per questo, nelle stalle sono già scattate le contromisure anti afa, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle, inoltre, sono in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono rimodulati per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. Al calo delle produzioni di latte si aggiungono dunque i maggiori consumi di energia ed acqua che in questo momento sono costosi e carenti.

La situazione nelle campagne è drammatica – afferma Coldiretti Varese – in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. La preoccupazione è forte anche per il calo delle rese produttive, dall’orzo al frumento fino ai foraggi, con mais e riso osservati speciali.

Secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è sceso a -3,7 metri, su livelli più bassi da almeno 70 anni, ma in sofferenza sono anche i grandi laghi come il lago Maggiore che è sceso al minimo storico con on un grado di riempimento del 22% mentre quello di Como è al 25%. 

La siccità – continua Coldiretti Varese – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati quest’anno pari a circa 2 miliardi di euro a livello nazionale, per effetto del calo dei raccolti che hanno bisogno dell’acqua per crescere. Ad essere colpito dalla siccità è l’intero territorio dell’Italia, ma particolarmente grave è la situazione in Lombardia e nella pianura padana dove per la mancanza di acqua è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.

Un’emergenza nazionale che riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali. “In questo scenario di profonda crisi idrica, bisogna agire mettendo in pratica tutto quello che si può fare ora” commenta Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese. “E’ necessario definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.

21062022

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VARESE –  Anche nel Varesotto, oltre un cittadino su tre (35%) ha scelto di fare una passeggiata, picnic o una gita fuori porta in giornata al mare, in montagna, in campagna, nonostante il clima incerto in alcune zone del centro nord. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè per la festa del 25 aprile che evidenzia la voglia dei cittadini di stare all’aria aperta, anche per lasciarsi alla spalle per qualche ora le preoccupazioni legate alla guerra in Ucraina. Non a caso proprio le gite fuori porta – sottolinea Coldiretti Varese - risultano le più gettonate tra quanti hanno scelto di uscire di casa per la ricorrenza, davanti alle visite a parenti e amici, alle mostre e ad altre iniziative. Ma ci sono anche oltre 9 milioni di fortunati che hanno scelto di trascorrere il ponte della festa della Liberazione in vacanza, di cui oltre il 90%in Italia.

Forte la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori che – sottolinea la Coldiretti – consentono di coniugare la voglia di tranquillità con la possibilità di godere di spazi di libertà più ampi lontano dalle città o dai luoghi turistici più affollati.

Dopo le limitazioni legate alla pandemia, si registra peraltro anche a tavola – continua Coldiretti Varese - il ritorno della convivialità con la voglia di stare insieme a parenti e amici nelle case, al ristorante, nei picnic all’aria aperta o in agriturismo dove sono trecentomila gli italiani che secondo Terranostra hanno scelto di trascorrere il 25 aprile con l’opportunità di fare la tradizionale scampagnata lontano dalle città senza rinunciare alla comodità e alla protezione dal maltempo garantita dall’ospitalità delle aziende di campagna. Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere uno dei 25mila agriturismo italiani – precisa la Coldiretti – è anche la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness.

Molti agriturismi – conclude la Coldiretti – si sono attrezzati per la giornata con l’offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti aziendali a chilometri zero di Campagna Amica.


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E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Onu diffusa in occasione del G20 di Firenze in Piazza Santa Croce con i trucchi dei tutor della spesa per ridurre il cibo buttato a tavola anche con le scelte giuste nel carrello, gli ingegnosi piatti cucinati in diretta degli agrichef per recuperare gli avanzi fino alla preparazione “live” delle conserve con il recupero di un rito contadino nelle case favorito proprio dall’emergenza Covid. La pandemia ha impresso, infatti, una vera e propria svolta green nei comportamenti degli italiani a tavola, spinta dal fatto che le misure anti contagio – rimarca Coldiretti Varese – hanno portato la gente a stare di più a casa con il recupero di riti domestici come il cucinare. Non è dunque un caso se con l’inizio dell’autunno in quasi una famiglia su tre (31%) ci si mette quest’anno al lavoro tra pentole e vasetti nella preparazione della passata di pomodoro, secondo l’indagine Coldiretti-Ixe’, ma anche di conserve e marmellate fai da te, con intere giornate trascorse per recuperare il prodotto, pulirlo, lavorarlo, cucinarlo, metterlo in vaso e riempire la dispensa. Una maggiore attenzione rispetto al passato viene riservata alla scelta delle materie prime che spesso vengono acquistate direttamente dai produttori agricoli in azienda, nelle botteghe o nei mercati degli agricoltori a chilometro zero di Campagna Amica. La preparazione più radicata nella tradizione degli italiani è quella della trasformazione del pomodoro che prevede semplici, ma importanti operazioni come la selezione e il lavaggio accurato dei pomodori, l’asciugatura, la cottura in acqua bollente per favorire il distacco della buccia dalla polpa e infine la spremitura, l’imbottigliamento e la sterilizzazione delle bottiglie. Non meno diffusi sono i sott’oli cioè con ortaggi di stagione come zucchine e melanzane che vengono precedentemente lavati e scottati in acqua, aceto o vino, fatti asciugare, messi in vaso con diversi aromi e sterilizzati. Immancabili poi tra le conserve fatte in casa sono le marmellate. Una volta scelta, la frutta preferita va lavata, tagliata e lasciata a macerare con succo di limone e zucchero per una notte intera prima di essere cotta a fuoco medio per una trentina di minuti in modo da farla addensare prima di metterla in vasetto e sterilizzare lo stesso. Una opportunità che consente di utilizzare frutta molto matura che, proprio per tale motivo – informa la Coldiretti – si può acquistare a cassette a prezzi convenienti, contribuendo ad evitare gli sprechi. L’allenamento a un più efficiente utilizzo del cibo si traduce anche in una maggiore attenzione nella gestione quotidiana della tavola a partire dagli avanzi. Nei piatti degli italiani – continua Coldiretti Varese – sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come torte salate, gnocchi di pane, polpette e piatti simbolo della cucina del recupero che, anche nelle nostre province, affondano le loro origini in secoli di tradizione. 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E' l'invito che arriva da Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, che ha presentato il primo concorso “Balconi Fioriti in provincia di Varese”. Da lunedì 25 maggio fino al 30 giugno, per tutti i cittadini della provincia prealpina, sarà possibile iscriversi gratuitamente al concorso. Partecipare è semplicissimo: sarà sufficiente compilare il modulo sul sito web dell’associazione agricola (varese.coldiretti.it), allestire il balcone, scattare e inviare la foto via mail o whattsapp. A luglio, una commissione di esperti provvederà alle valutazioni e selezionerà cinque finalisti, i cui balconi saranno oggetto di una successiva visita. 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Ecco perché lanciamo il primo concorso “Balconi Fioriti in provincia di Varese”. Fiorire il proprio balcone è un gesto semplice: di bellezza, di accoglienza, ma anche di vicinanza con un settore che ancora sta pagando in maniera drammatica la crisi”. Così Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese, ha annunciato in videoconferenza stampa la nuova iniziativa della Coldiretti provinciale, che prenderà il via la prossima settimana: da lunedì 25 maggio e fino al 30 giugno, per tutti i cittadini della provincia prealpina, sarà possibile iscriversi gratuitamente al concorso. COME PARTECIPARE Partecipare è semplicissimo: sarà sufficiente compilare il modulo sul sito web dell’associazione agricola (varese.coldiretti.it), allestire il balcone, scattare e inviare la foto via mail o whattsapp. A luglio, una commissione di esperti provvederà alle valutazioni e selezionerà cinque finalisti, i cui balconi saranno oggetto di una successiva visita. I vincitori saranno premiati con tre buoni da spendere in uno degli agriturismi Terranostra sul territorio (300, 200 e 100 euro) e con cesti di prodotti ovviamente della filiera corta varesina firmata da Campagna Amica. “Una scelta non casuale, che vuole focalizzare l’attenzione anche sulle difficoltà che il comparto agrituristico prealpino sta attraversando in questo periodo. Come per i floricoltori, il lockdown è piombato sugli operatori del turismo rurale e non solo in un momento clou della stagione, nell’avvicendarsi del periodo di banchetti e cerimonie, oltrechè nella fase di prenotazione delle vacanze estive, che sono praticamente azzerate” osserva il presidente Fiori. Massima libertà nella fioritura dei balconi: “Si potranno utilizzare tutte le essenze disponibili, ovvero qualsiasi pianta ornamentale verde e/o fiorita, annuale o perenne, arbustiva o erbacea, non artificiale. Unico vincolo, sono assolutamente banditi i fiori di plastica o, comunque, finti. Nel riunirsi per valutare le fotografie inviate, la commissione terrà conto dei seguenti criteri generali di giudizio: 1) presentazione estetica d'insieme del balcone fiorito; 2) ricchezza e qualità di fiori e piante; 3) fantasia e armonia di colori nell'allestimento”. Domanda e foto del concorso andranno inviate tassativamente entro e non oltre il 30 giugno 2020. Entro il 10 luglio, un'apposita giuria tecnica, sulla base delle fotografie, selezionerà cinque finalisti che saranno contattati per un sopralluogo finale. La giuria tecnica sarà composta da: un florovivaista, un rappresentante di Coldiretti Varese, un esperto di concorsi florovivaistici internazionali, un rappresentante di Campagna Amica. La premiazione avverrà a luglio (i vincitori saranno tempestivamente avvisati). “Il nostro appello è a portare la cultura di piante e fiori in tutte le nostre case - precisa il presidente di Coldiretti Varese – dando un segnale importante: fiorire significa rinascere, riaprire, dare un segno di accoglienza e benvenuto nei nostri territori. Partiamo dalle nostre case, invitando le amministrazioni comunali, le Pro Loco e tutte le associazioni locali a condividere il nostro messaggio e fare altrettanto. Da un semplice concorso di Balconi Fioriti può giungere un segnale di futuro: in Europa la tradizione dei concorsi floreali è più che decennale, in particolare in Paesi come in Gran Bretagna o in Francia, dove manifestazioni come Villes & Villages Fleuris costituisce, da decenni, un punto d’attrazione di importanza sovranazionale: e il punto di partenza è sempre il coinvolgimento della popolazione, con le fioriture dei propri spazi di casa. Fiorire il proprio balcone significa dare un segno di bellezza, di style-life, ma anche di attenzione verso un comparto economico che nel Varesotto conta quasi mille imprese florovivaistiche, cui vanno aggiunti i manutentori del verde e un indotto che dà lavoro a migliaia di famiglie” [post_title] => "Balconi fioriti": anche il Saronnese e il Tradatese in gara nel concorso di Coldiretti [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => balconi-fioriti-anche-il-saronnese-partecipera-al-concorso-organizzato-da-coldiretti [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2020-05-23 11:58:30 [post_modified_gmt] => 2020-05-23 09:58:30 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://ilsaronno.it/?p=203700 [menu_order] => 0 [post_type] => post [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [10] => WP_Post Object ( [ID] => 203708 [post_author] => 1 [post_date] => 2020-05-15 14:00:11 [post_date_gmt] => 2020-05-15 12:00:11 [post_content] => SARONNO -  Ultime due settimane per partecipare al primo concorso “Balconi Fioriti in provincia di Varese”. 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"Anche a Varese è “spesa di guerra” al tempo del Coronavirus, con acquisti più che raddoppiati per uova, pasta di semola e farina: dati che confermano l’andamento nazionale che vede schizzare in alto anche gli acquisti di caffè macinato e acqua, ma con percentuali più contenute (rispettivamente del 17% e del 9%). In testa alla hit degli acquisti c’è la pasta di semola (+59%), seguita da uova (+50%) e latte UHT (+47%). Ma nei supermercati e negozi del Varesotto, è boom anche per gli acquisti di riso e farina, con la quale sempre più cittadini hanno riscoperto l’arte di preparare in casa pane, pasta e torte. I dati sono fotografati da una analisi di Coldiretti che evidenzia come siano cambiati gli acquisti alimentari degli italiani, con crescite di consumo generalizzate e picchi che riguardano i beni primari come durante l’ultimo conflitto mondiale, secondo i dati IRI relativi all’ultima settimana rilevata dall’8 al 15 marzo. Con l’emergenza si torna a comprare soprattutto prodotti di base con la tendenza ad accumulare prodotti a lunga conservazione come Grana Padano e Parmigiano (+38%), tonno sott’olio (+34%) e salumi (+22%). E nella top five dei prodotti alimentari che hanno avuto il maggiore incremento di vendite nell’ultimo mese di emergenza Coronavirus ci sono – precisa la Coldiretti - le farine a pari merito con i legumi secchi (+83%), seguiti dalla carne in scatola (+82%), dai fagioli conservati (+72%) e dal lievito di birra (+70%) che evidenzia un ritorno in cucina degli italiani costretti a rimanere tra le mura domestiche. 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Una realtà che, allargata dai campi agli scaffali, vale in Italia 538 miliardi di euro pari al 25% del Pil, grazie al lavoro tra gli altri di 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari e 230mila punti vendita in Italia, tra ipermercati (911) supermercato (21101), discount alimentari (1716), minimercati (70081 e altri negozi (138000). Una rete diffusa lungo anche nel Varesotto che – sottolinea la Coldiretti - viene quotidianamente rifornita dalle campagne dove stalle, serre e aziende continuano a produrre per seguire i cicli della natura, dall’attività di allevamento a quella di coltivazione, come dimostrano le campagne social avviata dalla Coldiretti #l’agricolturanonsiferma e #MangiaItaliano. E, come detto, per venire incontro a queste nuove esigenze, gli agricoltori della provincia prealpina hanno attivato servizi di consegna a domicilio, per far arrivare sulle tavole degli italiani le eccellenze del territori a chilometri zero con le iniziative visibili sul sito www.varese.coldiretti.it. Per affrontare l’emergenza Coronavirus e combattere le speculazioni tipiche ei momenti di guerra è nata, inoltre, “l’alleanza salva spesa Made in Italy con agricoltori, industrie alimentari e distribuzione commerciale che si impegnano a garantire regolarità delle forniture alimentari agli italiani e a combattere qualsiasi forma di speculazione sul cibo dai campi alle tavole” promossa a livello nazionale da Coldiretti e Filiera Italia insieme ai grandi gruppi della distribuzione commerciale Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè. Nell’appello ai cittadini e alle Istituzioni si legge in particolare: “Anche in questi momenti di emergenza la catena produttiva, logistica e distributiva è riuscita a garantire i beni necessari per tutte le famiglie italiane. Il modo per ringraziare tutte queste persone del loro sacrificio e forte senso di responsabilità è uno solo: ogni volta che puoi chiedi e compra prodotti italiani. Noi dal canto nostro faremo la nostra parte. Vigilando insieme che lungo tutta la filiera sia premiato e valorizzato chi adotta pratiche commerciali corrette e trasparenti. Ed escludendo e denunciando chiunque possa pensare in un momento così delicato di speculare o approfittare di situazioni di carenza o di eccesso di prodotto abbassando il prezzo ingiustificatamente sui prodotti più richiesti. 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VARESE – Il caro energia si trasferisce valanga nel bicchiere con aumenti di prezzo che vanno dal +11% per l’acqua minerale al +10,5% per i succhi di frutta fino al +7% delle bibite gassate sotto pressione per gli elevati costi di estrazione dell’anidride carbonica ad uso alimentare. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat relativi all’inflazione nel sottolineare che forti aumenti dei costi di produzione si registrano anche per le bevande alcoliche più diffuse dalla birra al vino.

"A pesare sono i costi di produzione in campi e vigneti che - sottolinea Coldiretti Varese - vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigare i raccolti ma il caro energia e la mancanza di materia prime si fanno sentire lungo tutta la filiera – spiega Coldiretti Varese– insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi. Costi indiretti che vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +10% costi per le lattine, fino ad arrivare al +70% per la plastica", secondo l’analisi Coldiretti.

Una situazione che è destinata ad esplodere in autunno con un prevedibile balzo dei listini di vendita che riguarda l’intera filiera agroalimentare che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio, secondo l’analisi della Coldiretti.

A far aumentare i prezzi alla produzione è il caro energia che si trasferisce a valanga sui costi di produzione anche nell’agroalimentare che assorbe oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno. Il comparto alimentare richiede – continua Varese – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, il funzionamento delle macchine e la climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep). Si tratta di una bolletta energetica pesante nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione.

“Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo Governo ma bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese” afferma il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori nel sottolineare che “con i rincari d’autunno insieme al sistema produttivo sono a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari”.

09092022

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