Carni rosse cancerogene? Indelicato invita a una riflessione
Inizia così una riflessione di Alfonso Indelicato, insegnante e consigliere comunale di Fratelli d’Italia, sul tema che sta suscitando tanto dibattito in questi giorni.
Millenni di nostrana cultura culinaria naufragano fra gli scranni dei consessi mondialistici. Ma questo è il meno: al di là della bistecca alla fiorentina e della tagliata di manzo, è un inquietante progetto di uomo che emerge sempre più chiaro dai pensatoi del Palazzo di vetro, come del resto da quelli di Palazzo Espace Léopold di Bruxelles.
L’uomo nuovo del mondo nuovo alle porte è un soggetto privato dell’ identità nazionale (ci pensano le massicce iniezioni di immigrati a distruggerla per quel poco che ne rimane) privato della fede dei padri (in procinto di essere fagocitata dal culto che viene dai deserti, con l’incomprensibile complicità di molti preti) orbato di una sessualità certa (se la sceglie lui, in omaggio all’ideologia gender, secondo un’opzione soggettiva e arbitraria) ed ora, infine, un esangue essere amebico biascicatore di zucchine e fagiolini bolliti.
In particolare, tutto ciò che contraddistingue il maschio in quanto tale: una salda e virile identità culturale, un robusto orientamento sessuale, e ora un sano e allegro appetito di fronte a un pasto succulento ed energetico, viene contestato in attesa di essere vietato. E così quello che ne rimane è un umanoide privo di riferimenti interiori, privo di sostanza morale e fisica, privo della capacità di discernere in un mare magno di oggetti e sensazioni che gli appariranno allo stesso tempo tutti indifferenti e tutti seducenti: il consumatore ideale del terzo millennio.
29102015