Dalla campagna con +Europa alle proposte per giovani e lavoro: Andrea Mazziotti si racconta
SARONNO – Ultimi giorni di campagna elettorale di Andrea Mazziotti candidato per +Europa al collegio plurinominale della camera. Avvocato internazionale specializzato nell’assistenza alle imprese e in particolare nelle ristrutturazioni aziendali è stato eletto con Scelta Civica di Monti ed è stato presidente della Commissione Affari Costituzionali. E’ stato tra i 20 deputati più produttivi della legislatura secondo l’associazione Openpolis. È molto vicino al ministro Calenda, di cui è amico da ben prima dell’ingresso in politica. Liberale e innovatore convinto, ha combattuto in Parlamento molte battaglie pro concorrenza e semplificazione (come quella per il taglio delle partecipate) e a favore dei giovani (proposta di legge per inserire in Costituzione il principio di equità generazionale delle pensioni).
Ecco un’intervista che ha concesso a ilSaronno
On. Mazziotti, lei è tra i promotori di Forza Europa, l’associazione che insieme ai Radicali e ad altre forze politiche ha dato vita alla lista +Europa. Perché si è scelto il campo del centrosinistra?
Naturalmente con il Partito Democratico ci sono molte differenze. Noi siamo molto più rigorosi sul blocco della spesa pubblica e più coraggiosi sulla libertà economica. Ma nonostante queste differenze, ci accomunano la consapevolezza che un’Italia forte può esistere solo in Europa e la necessità di proseguire il cammino di crescita appena intrapreso con alcune riforme importanti e positive. Se vincessero gli altri, il Jobs Act, il piano Industria 4.0, l’export e il processo di internazionalizzazione sarebbero a rischio e in Europa non conteremmo nulla.
Lei viene dall’esperienza di Scelta Civica che in provincia di Varese ottenne l’11% nel 2013. Cosa si sente di dire a quegli elettori cinque anni dopo?
Dopo cinque anni c’è ancora più bisogno di una proposta politica coraggiosa nel dire agli italiani la verità senza illusioni, né proposte fantasiose su pensioni e tasse. Troveranno ancora una volta dalla loro parte persone competenti guidate da un leader politico autorevole come Emma Bonino. La sua storia ha molto da insegnare soprattutto ai più giovani e insieme in Parlamento lotteremo contro rendite di posizione e conservatorismi, per un’Italia aperta, capace di dare più opportunità.
Temete il vento del Nord e la spinta della Lega, totalmente opposta alle vostre posizioni?
Temiamo le proposte che la Lega di Salvini vuole portare avanti in Parlamento e al governo con una Forza Italia culturalmente subalterna. Un mix di ritorni al passato e irresponsabilità che fa male a giovani e imprese. Il mondo è cambiato: non bastano le sparate per governare problemi complessi e questo lo dovrebbe capire sia la classe politica che l’elettorato. Soprattutto quello più produttivo della Lombardia. C’è poi una considerazione umana che faccio: spero che l’elettorato punirà il cinismo che Salvini sfoggia ogni volta che succede una tragedia. Non ci si può avventare come un condor sui drammi di crisi aziendali intricate mentre chi governa lavora per trovare le soluzioni nell’interesse dei lavoratori.
In provincia di Varese cresce l’export, ma resta caldo il tema della disoccupazione giovanile. Quali sono le vostre proposte?
L’export chiaramente deve continuare a crescere e non può farlo con i dazi proposti da Salvini. Noi crediamo che le imprese siano il cuore produttivo di una società. Il Jobs Act è solo un primo passo, non sufficiente, dopo decenni dominati dal dibattito sull’articolo 18. Serve un piano di politiche attive per il lavoro che coinvolga la scuola e l’università, i centri per l’impiego, gli enti locali e le imprese. E naturalmente bisogna abbassare le tasse sulle imprese e investire sulla formazione. Non basta far crescere il numero dei posti di lavoro. Serve un’occupazione di qualità, con salari più alti.
Lei in Parlamento si è battuto per il compenso minimo a tirocinanti e praticanti negli studi notarili e commercialisti e negli studi degli avvocati. Molti giovani, però, scelgono il lavoro autonomo con partita Iva.
Un lavoro fortemente penalizzato. Dobbiamo cambiare molte cose. Le agevolazioni burocratiche vigenti per i regimi dei minimi vanno estese a tutti i titolari di partita IVA fino a 60mila euro di fatturato e l’imposizione fiscale deve essere alleggerita per tutti. Va ristabilito il diritto a pagare le tasse sui redditi conseguiti sull’anno, superando progressivamente l’obbligo degli acconti per i lavoratori autonomi, a cominciare da quelli con fatturati più bassi. Vogliamo anche estendere il limite, oggi pari a 5mila euro, della compensazione automatica dei crediti verso l’erario. Sono proposte concrete, direi normali.
Quali sono le sue sensazioni a pochi giorni dal voto?
Al di là del risultato, ho il piacere di aver incontrato in questa campagna elettorale tante persone interessate al progetto di + Europa e al confronto aperto con i candidati. +Europa è l’unica novità di questa campagna elettorale, spero che saremo anche la sorpresa grazie al sostegno di tanti italiani.
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28022018