Saronnesi gremiscono la Sala Nevera per “Salvare vite umane”
SARONNO – Erano quasi 200 i partecipanti che hanno gremito, la sera di lunedì 10 settembre, la Sala Nevera di Casa Morandi per assistere alla serata dal titolo “Salvare vite umane”, organizzata dal gruppo di 20 enti ed associazioni del Saronnese che ogni anno si fa promotore in città dell’Università delle Migrazioni.
Un successo di pubblico andato ben oltre le aspettative degli organizzatori, che avevano invitato a relazionare sul dramma delle morti nel Mediterraneo una testimone oculare dei salvataggi operati dalle Ong, Benedetta Collini di Sos Mediterranée, una delle organizzazioni impegnate a raccogliere naufraghi nel Canale di Sicilia.
All’ultimo momento si era poi aggiunto un relatore d’eccezione: si tratta di Kamel Belabed, genitore di un giovane algerino scomparso in mare nel 2007 e fondatore di un’associazione di familiari di persone disperse, di cui cioè non si ha notizia nemmeno dell’eventuale decesso, avvenuto durante la traversata sul gommone del Mare Mediterraneo.
L’iniziativa, che prelude al corso 2019 dell’Università delle Migrazioni (preannunciato in programma nel primo semestre del prossimo anno, come d’abitudine), è stata un importante momento informativo rispetto “a molte delle mistificazioni messe in circolazione dai mass media in merito al ruolo di questi enti”. “Nessuno dei quali è stato alla fine coinvolto in processi riguardanti la tratta di esseri umani ipotizzata da alcuni pm siciliani, dato che non vi erano evidenze. Anzi, per noi – come per tutte le Ong operanti ne Mediterraneo – i trafficanti sono nemici di chi abitualmente soccorriamo” ha affermato Collini.
Al punto che, come gli organizzatori hanno ricordato, “l’unica persona ad oggi sotto la lente della magistratura per reati connessi alle traversate dalla Libia è il ministro degli Intern indagato – tra l’altro – per rapimento di persona: siamo garantisti, vedremo a cosa porteranno le indagini”.
Belabed ha invece portato il racconto il dramma che vivono le famiglie di chi parte per i più svariati motivi alla volta dell’Occidente e non dà più notizie di sé: “Per ogni persona scomparsa – ha affermato – ce ne sono almeno altre cento che soffrono” anche perchè “non riusciamo a far aprire indagini sulla scomparsa dei nostri figli, in quanto di questa loro sparizione non vi sono prove”.
L’Università delle Migrazioni si ritroverà ad organizzare il suo corso del 2019 il prossimo 19 settembre alle ore 21 presso la sede del Gruppo Alice, in via Parini, 54.
12092018