Scioglimento della comunione ereditaria: cos’è e come si fa
La comunione ereditaria è una condizione che prevede la contitolarità dei beni di una persona defunta che si instaura tra i coeredi che hanno accettato l’eredità. Lo stato di comproprietà può essere modificato dall’atto di divisione ereditaria, attraverso il quale il vincolo dato dalla comunione si scioglie e i beni vengono divisi in parti uguali. Sono molte le persone che scelgono di avviare lo scioglimento della comunione ereditaria: fin quando permane lo stato di comproprietà, infatti, qualsiasi decisione relativa ai beni dell’eredità può essere presa soltanto con l’accordo di tutti i condividenti, e questo limite è da molti percepito come causa di discordie. Andiamo allora a vedere nel dettaglio cos’è e come funziona lo scioglimento della comunione ereditaria.
Scioglimento comunione ereditaria: definizione
Lo scioglimento della comunione ereditaria è il procedimento che permette a ciascun coerede di assumere titolarità esclusiva su una porzione del patrimonio ereditario, escludendo definitivamente gli altri eredi dalla proprietà del bene in questione. Per esempio, se il de cuius possedeva due case che al momento del decesso sono andate in eredità a due figli in parti uguali, questi ultimi possono acquisire la proprietà esclusiva di ciascuna delle due. In questo modo, la divisione ha un effetto retroattivo, infatti è come se i beni non siano mai stati in comunione. Ogni coerede può richiedere lo scioglimento della comunione ereditaria in qualsiasi momento e tutti i coeredi devono essere presenti al momento della divisione.
I beni oggetto dello scioglimento
Lo scioglimento della comunione ereditaria prevede l’assegnazione di:
- beni mobili
- beni immobili
- crediti
Il problema sorge spesso nel caso di beni indivisibili. Si può procedere alla vendita del bene per ripartire il ricavato tra i coeredi; oppure un immobile può essere assegnato a uno solo dei coeredi. In quest’ultimo caso, però, l’articolo 728 del codice civile prevede i conguagli in denaro: se un coerede riceve un bene il cui valore è stimato superiore alla quota di spettanza, dovrà compensare corrispondendo agli altri una somma in denaro pari alla differenza di valore. Se l’immobile è abusivo, non può essere oggetto di trasferimento: è una questione molto spinosa e dibattuta, ma la Cassazione ha dichiarato che un immobile abusivo non può essere attribuito a uno specifico condividente, pertanto continuerà a essere in comunione.
Come procedere allo scioglimento della comunione ereditaria
Lo scioglimento della comunione ereditaria si ottiene attraverso il procedimento di divisione ereditaria. Le modalità di divisione ereditaria sono tre, che andiamo a riepilogare di seguito.
Divisione ereditaria amichevole
Come suggerisce il nome stesso, la divisione ereditaria amichevole permette di risolvere la questione dell’assegnazione dei beni in via amichevole, senza passare dal tribunale. La divisione ereditaria amichevole prevede un procedimento abbastanza semplice dalle tempistiche brevi. Le fasi della divisione consensuale fra i coeredi sono le seguenti:
- la ricostruzione della massa ereditaria attraverso la raccolta della documentazione relativa ai beni del de cuius. Devono essere considerate anche eventuali donazioni in favore dei coeredi effettuate quando il soggetto era ancora in vita, perché vengono valutate come anticipi sull’eredità.
- la stesura del progetto di divisione, che stabilisce le porzioni equivalenti alla quota spettante a ciascun erede.
- l’assegnazione delle porzioni, che per i beni mobili non richiede la formalizzazione dell’accordo, mentre nel caso della divisione di beni immobili è necessaria la trascrizione dell’atto.
Divisione ereditaria giudiziale
Nel caso in cui le parti coinvolte non riescano a giungere a un accordo, un coerede può decidere di ricorrere all’autorità giudiziaria per richiedere lo scioglimento della comunione ereditaria. Le fasi della divisione giudiziale prevedono la convocazione in giudizio degli altri coeredi tramite un atto di citazione, la fase istruttoria finalizzata alla valutazione dei beni ereditari e alla predisposizione di un progetto di divisione e la dichiarazione di esecutività dello stesso da parte del giudice. Generalmente è un notaio incaricato a redigere il progetto di divisione, il giudice si limita a prendere visione e validarlo formalmente.
Divisione ereditaria testamentaria
La divisione ereditaria testamentaria si ha quando la persona defunta ha lasciato un testamento nel quale può:
- definire delle regole per l’assegnazione delle porzioni di ciascun coerede;
- dividere lui stesso i beni del proprio patrimonio fra i coeredi;
- incaricare una terza figura, come un avvocato per la divisione ereditaria.
Si può limitare lo scioglimento a un solo coerede?
La procedura che consente di sciogliere la comunione limitatamente a un coerede è lo stralcio divisionale. Si tratta di un’operazione volta ad assegnare un dato bene a un condividente, mentre gli altri mantengono lo stato di comunione sul patrimonio residuo (e di conseguenza vedranno crescere il valore della rispettiva quota sullo stesso). È necessario che tutti i condividenti siano d’accordo ed è una pratica particolarmente diffusa nel caso in cui uno dei coeredi abbia una certa fretta di ricevere assegnato un determinato bene.