Da Saronno a New York, il ricercatore saronnese Marco Pagani si racconta
SARONNO – Saronnese di nascita, ma ricercatore a New York, Marco Pagani è stato premiato per Premio Trentino per la ricerca, destinato ai ricercatori under 40 che hanno svolto almeno parte del proprio percorso all’interno della regione.
“Non mi aspettavo di vincere – confessa il ricercatore Saronnese – quando ho partecipato al bando mi trovavo a New York e, fortunatamente, la premiazione ha avuto luogo nei giorni in cui sono tornato in Italia per le feste.”
“Alla premiazione – continua – venivano invitati i ricercatori dei primi tre progetti meritevoli: sapevo di aver vinto un premio, ma non sapevo quale. Sentire il proprio nome associato al primo premio è stata una forte emozione.”
Il progetto di ricerca di Marco Pagani vuole indagare la diversità a livello cerebrale delle diverse forme di autismo: “Fino a poco tempo fa l’autismo era considerato un’unica categoria – chiarisce Pagani – con una unica diagnosi. La scienza, a poco a poco, è arrivata ad evidenziare l’esistenza di uno spettro: ogni persona è diversa dall’altra; ci sono varie forme, anche a livello cellulare.”
L’ambizione è proprio quella di quantificare le forme di autismo e identificarle dal punto di vista cerebrale.
“Per fare ciò ci serviamo della risonanza magnetica funzionale, che permette di acquisire dei dati che possono essere utilizzati per classificare dei sottotipi, rilevanti per il punto di vista cerebrale. È così che abbiamo ottenuto i primi risultati, scoprendo un nuova forma di autismo caratterizzata da un aumento di comunicazione tra aree e interazioni delle sinapsi”.
Il metodo ha ricevuto anche il plauso dell’Unione Europea, che ha finanziato il progetto per tre anni affinché il ricercatore Saronnese potesse collaborare con gli esperti specialisti a New York.
Per questo, più di un “cervello in fuga”, Marco Pagani si sente un “Saronnese a New York”: “Mi sono formato a Saronno e al liceo scientifico Grassi ho ricevuto in dono l’interesse per la scienza.”
Dopo l’università San Raffaele e il dottorato di ricerca a Trento, la borsa di studio a New York dove vive da due anni.
Qui si occupa di analizzare i dati acquisiti e comprendere come il funzionamento cerebrale correla con lo spettro autistico: “È tutto basato sullo studio e mi interfaccio con persone di ogni tipo: professori emeriti, ricercatori molto giovani. Una o due volte l’anno si presentano i propri risultati in giro per il mondo: personalmente sono stato a San Diego, dove ho presentato il mio progetto.”
“È un’opportunità – conclude – uno scambio per imparare nuove tecniche di ricerca: il mio obiettivo è di tornare in Italia
“Era un anno che non tornavo qui – commenta il ricercatore – Saronno mi ha dato i natali, è una città molto bella. Malgrado io abbia vissuto in altri posti dopo i 20 anni, torno sempre con entusiasmo”.